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La verità, vi spiego, sull’amore

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VOTO: 6

Il gioco del triangolo

Il punto di vista femminile ad interrogarsi del sentimento. Su come nasce, come si alimenta, come si spegne pian pianino. Ambra Angiolini è l’acuta osservatrice Dora, insicura dispensatrice di giudizi (non è un ossimoro), madre di due pargoli e fresca di fatidica crisi coniugale del settimo anno. Max Croci è il regista che la dirige. Sempre in eterna disputa tra la sua indubbia capacità di modellare la commedia statunitense – sia essa classica, indipendente, slapstick, giovanilistica e chi più ne ha più ne metta – al gusto del Belpaese e l’impossibilità di trovare una sceneggiatura adeguata agli intenti, almeno nei due lungometraggi sinora realizzati. Cioè i discutibilissimi Poli opposti (2015) e Al posto tuo (2016), bolle di sapone malfatte e per questo evaporate al primo soffio di vento. Nel caso di questa sua ultima fatica, dal titolo La verità, vi spiego, sull’amore, la cesura tra regia e script diminuisce sensibilmente e le cose migliorano quel tanto che basta a rendere il film digeribile, forse perché alla fonte troviamo il solido libro di genere – “mocciano” nella struttura narrativa frammentaria ma senza dubbio con maggiore sagacia e consapevolezza declinata al femminile – scritto da Enrica Tesio con il medesimo titolo.
La donna, insomma, come centro gravitazionale unico e incontestabile. L’uomo visto al pari di un male necessario, da “svezzare” in tutti i sensi possibili. La macchina da presa, sovente interpellata direttamente da Dora, a registrare le varie schermaglie amorose tra coppie giovani, meno giovani e decisamente anziane. La cosiddetta quinta parete si annulla, nella concreta speranza di favorire l’immedesimazione dello spettatore in cerca di relax dalle autentiche problematiche esistenziali. Missione compiuta? Sotto il profilo del semplice intrattenimento la risposta è affermativa. Le banalità non mancano ma qualche sprazzo di sincerità affiora, anche se tutto è osservato e dimenticato nel giro di qualche secondo a causa del montaggio frenetico a cui spesso ricorre Croci, in tutta evidenza terrorizzato dall’idea che il film possa subire un calo di attenzione da parte del pubblico. La verità, vi spiego, sull’amore risulta così un’operina accattivante, composta da personaggi stereotipati alla strenua ricerca di simpatia (non empatia, sarebbe decisamente troppo…) e un pizzico di solidarietà da parte di coloro che li osservano dall’altra parte dello schermo. Il maschio è incerto di natura, perciò non si può far altro che compatirlo, con benevolenza. La donna sarà anche mobile, ma alla fine è lei a prendere le decisioni che contano. Si ammira la sua forza nelle difficoltà. Non si rassegna all’età che avanza – il personaggio interpretato da Giuliana De Sio, nonna rifatta e tabagista, regala qualche programmatico tocco di politically incorrect alla platea – cerca con insistenza il toy boy della vita per dimenticare le amarezze, eppure è ancora lei a concludere qualsiasi tipo di discorso sentimentale che viaggia sul filo dell’incertezza.
Possiamo solo immaginare quale monumento muliebre avrebbe ricavato, da tale materiale, un novello Truffaut in versione tricolore. Fantascienza da sogni ad occhi aperti. Max Croci invece ci ricorda, ad ogni singolo fotogramma di un film molto (troppo?) colorato e molto (troppo?) patinato, cosa significhi vivere in Italia oggi: divertirsi nel presente fino a che se ne ha la possibilità. Senza pensare ad un ingombrante futuro che, se e quando arriverà, verrà affrontato con lo stesso spirito di chi, come il personaggio di Dora, ragiona in purissimi termini di emancipazione femminile totale. Cinematografica, però. Purtroppo. Per tali motivi la definizione che calza a pennello a La verità, vi spiego, sull’amore è scacciapensieri. Con tutto ciò che di positivo e negativo l’aggettivazione comporta. Siccome però il cinema – anche questo tipo di cinema – ha fatto e continua a far parte delle esistenze di ognuno, si può affermare con ragionevole certezza che il film di Max Croci troppo male non faccia.

Daniele De Angelis

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