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La seconda vita

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VOTO: 7

Gli sguardi e il giudizio

Nell’immaginario l’acqua purifica, ne La seconda vita di Vito Palmieri presenta sia questo aspetto, che un altro più ‘oscuro’ (non vogliamo spoilerare). La prima immagine che vediamo (e che tornerà) è proprio quella di una ragazza immersa in una vasca da bagno, con gli occhi spalancati.
Poco più che trentenne, Anna (Marianna Fontana) ha già pagato per il reato che ha compiuto da ragazza adolescente, ma, come troppo spesso accade, il giudizio degli altri – e di se stessa – va al di là della sentenza. Non la vediamo mai in carcere, neanche nei flashback; durante i primi minuti L macchina da presa inquadra da lontano, da quel vetro tramite cui si ‘sorveglia’, e ci fa capire – a piccoli passi, proprio come deve fare la protagonista – che non ha la forza di incontrare una persona molto importante all’interno della propria esistenza. ‘Doveva essere pronta’, visto il percorso di giustizia riparativa che sta portando avanti da anni insieme ai mediatori penali, ma è di fronte alla vita vera che si ‘scontra’ ancora la ferita non rimarginata.
Tenendo conto del suo background, le viene consigliato di andare in un piccolo paesino per sostenere un colloquio di lavoro come bibliotecaria. Marco (Lorenzo Gioielli), il direttore, decide di assumerla pur avendo intuito il passato che la ragazza vuole “nascondere” per ricominciare e le promette di mantenere il segreto. Anche se si dimostra premuroso (fin troppo), sin da subito si intuisce come si sia di fronte a un uomo che abbia delle ombre, una solitudine e delle proiezioni con cui fare i conti. Mentre cammina Anna incrocia lo sguardo di Antonio (Giovanni Anzaldo), un ragazzo timido e introverso, con cui si crea, tra silenzi e gesti anche un po’ impacciati, una vicinanza. Purtroppo questa purezza verrà minata dall’invidia e dagli sguardi altrui.
«La seconda vita è un film che racconta un percorso interiore alla scoperta di sé e della propria anima, uno scrigno di luci e ombre, di tentativi, di continue inesperienze e di profonda tenerezza. La protagonista, Anna, è ancora una giovane donna, ma il suo tempo si è fermato quando era poco più che adolescente: lei stessa è stata causa di un evento drammatico che le ha stravolto la vita e ora deve affrontare una nuova fase: riconciliarsi con la società, con sua madre e, soprattutto, con se stessa, attraverso un percorso di riparazione» (dalle note di regia).
Marianna Fontana veste i panni di Anna dimostrando un lavoro minuzioso e rispettoso anche sulla postura, che passa attraverso un volto che riempie lo schermo calamitando lo sguardo dello spettatore. Si tocca con mano il rapporto costruito con Giovanni Anzaldo per rendere il percorso di avvicinamento tra lei e Antonio. Ci fa piacere citare anche Nicola Rignanese (nella parte del padre del ragazzo), il quale sa come stare accanto al figlio, quando parlare e quando condividere di momenti in silenzio attraversati da un grande affetto. L’opera è stata presentata in Concorso ItaliaFilmFest/Nuovo cinema italiano al BiF&st – Bari International Film Festival 2024, dove all’interno di Panorama Internazionale è stato programmati un altro film sulla giustizia riparativa, Je verrai toujours vos visages, scritto e diretto da Jeanne Herry.
Dopo un calendario di proiezioni speciali nelle carceri, La seconda vita esce nelle sale italiane giovedì 4 aprile distribuita da Articolture e Lo Scrittoio.

Maria Lucia Tangorra

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