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La mossa giusta

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VOTO: 7,5

La corsa vincente

La XX edizione del Ravenna Nightmare Film Festival ha aggiunto, alla già nutrita rassegna, la sezione Nightmare Care, a sfondo e finalità sociale; ad inaugurarla, il cortometraggio di Gianluca Nanni, appassionato di film di genere che è riuscito a conciliare nel suo La mossa giusta impegno sociale e thriller con swish finale che sorprende.

Ravenna notte, un ragazzo lanciato in una corsa folle in auto nonostante le proteste terrorizzate della ragazza sua passeggera; poi il buio, la radio che annuncia un grave incidente, le sirene. Poi il nastro si riavvolge e la storia riprende come un flashback dagli eventi precedenti.
Renato è un ragazzo simpatico e vivace ma emotivamente fragile, che nasconde i suoi traumi sfoggiando un’auto potente, ultimo regalo del padre, e sfidando a dama alcolica (di cui è campione) gli avventori del pub Downtown dove lavora. Una sera, tra il pubblico della partita a dama, Renato nota Serena, studentessa universitaria coinquilina della più cara amica, Alice; e come l’esuberanza tipica di un fanciullo inizia a costruire castelli in aria. Ma quando Serena si presenta al pub con due amici, Renato, incapace di gestire le proprie emozioni, esagera nel bere. Alice, per non lasciarlo solo, decide di andar via in auto con lui, ma Renato inizia la sua folle corsa…

La mossa giusta è stato realizzato da ADVS Fidas Ravenna ODV, l’Associazione Donatori Volontari Sangue dell’Ospedale di Ravenna, per promuovere la donazione di sangue tra i giovani in modo diretto e significativo, coinvolgendoli emotivamente in un cortometraggio che rappresenta un piccolo spaccato della gioventù ravennate, girato nei luoghi da loro frequentati. Il regista è riuscito a farne un piccolo thriller con colpo di scena che svolta verso il divulgativo vero e proprio solo alla fine, ponendo l’accento sull’importanza di donare il sangue e sul percorso che questo fa, dal prelievo ematico in poi; un cortometraggio orientato verso il sociale che ha l’enorme pregio di attirare l’attenzione dei ragazzi per poi focalizzarsi sull’obiettivo.

Michela Aloisi 

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