Home In sala Archivio in sala La marcia dei pinguini – Il richiamo

La marcia dei pinguini – Il richiamo

372
0
VOTO: 6.5

Quattro passettini attraverso l’Antartide

Ad oltre dieci anni di distanza da La marcia dei pinguini il cineasta francese Luc Jacquet (di lui ricordiamo anche La volpe e la bambina, 2007, conclamato ibrido tra cinema narrativo e attitudine naturalistica) torna ad osservare la vita dei pinguini imperatori, adottando il consueto modus operandi “narrativo” che dividerà in due fazioni piuttosto nette i puristi del documentario e i fautori dell’intrattenimento. In effetti, un lavoro come La marcia dei pinguini – Il richiamo finisce con lo scatenare ogni volta i medesimi interrogativi: di che portata è l’effettiva consistenza dell’intervento umano in lungometraggi che, per prima cosa, dovrebbero rispettare le verità propugnate da Madre Natura? Difficile rispondere. Certo è che il tentativo di “umanizzare” una razza di uccello acquatico come il pinguino più che soggiacere tra le righe del discorso nello specifico viene dato addirittura per scontato, sia per l’impostazione registica sia per la presenza dell’ingombrante – o piacevole, secondo i punti di vista – voce narrante, nella versione italiana appartenente a Pierfrancesco Diliberto in arte PIF. Del resto, quando sussiste lo zampino della Disney tra i coproduttori, allora diviene lecito aspettarsi ciò che poi si vede e si ascolta sullo schermo. Cioè l’interpretazione del pensiero “pinguinesco” – scusate il neologismo – secondo un’ottica umana facilmente decifrabile anche nei confronti di una platea di giovanissimi.
Ad ogni modo, anche per spezzare una lancia nei confronti di un lavoro che fa palesemente proprio un ribadito impegno ambientalista, bisogna ammettere che se esiste in natura un animale che possiede una simbolica somiglianza con l’uomo – oltre ovviamente a certi tipi di primati – è proprio il pinguino. Goffo e impacciato sulla terraferma – meglio sarebbe dire tra le nevi e i ghiacciai – come un adolescente fiaccato da qualche bevuta di troppo, egli manifesta la sua duplice natura trasformandosi in splendido nuotatore capace di suadenti movimenti degni di una sirena, una volta che trasporta il suo non felice fisico nella vastità degli oceani, con le riprese subacquee a rappresentare un vero e proprio fiore all’occhiello dell’opera. E proprio su questo richiamo indaga il film di Jacquet, raccontando sì accoppiamento e riproduzione del pinguino imperatore ma anche ponendo l’accento sull’atavicità di un istinto che lo spinge a percorrere centinaia di chilometri tra i ghiacci dell’Antartide per raggiungere l’agognata meta del mare, necessaria per il nutrimento ma anche come secondo habitat naturale. Va dunque da sé che i pericoli mortali illustrati da questo documentario per famiglie sono ridotti all’osso. Qualche predatore per i pulcini – dei quali seguiamo con dovizia di particolari imprinting e crescita – ma soprattutto l’ombra invisibile, solo evocata. di un nemico chiamato essere umano, disposto a distruggere qualsiasi forma di ecosistema non appena si presenti l’occasione di un facile guadagno. Come sempre – e quasi sempre del tutto inascoltata – Madre Natura fornisce l’esempio; come i pinguini si radunano stringendosi tra loro per proteggersi dal freddo maestoso che avvolge le zone del Polo Sud nei lunghissimi inverni, anche tra i frequentatori del consorzio umano una parolina assai più ragionata rispondente al nome di solidarietà dovrebbe impedire i misfatti, non solo ambientali, sia in preparazione che, purtroppo, già in attuazione da parte di un leader mondiale come Donald Trump. Un fronte comune sarebbe altamente auspicabile; non solamente i pinguini, allora, ringrazierebbero sentitamente. Tutte ragioni che spingono ad una visione, fatte le debite tare, non preconcetta e magari un tantino fuori dagli schemi de La marcia dei pinguini – Il richiamo.

Daniele De Angelis

P.S. Per chi avesse intenzione di contribuire attivamente per la salvaguardia del pinguino imperatore, questo è l’indirizzo di riferimento, coadiuvato da WWF e Notorious Pictures, distributrice italiana del film: http://sostieni.wwf.it/adotta-un-pinguino.html

Articolo precedenteAna, mon amour
Articolo successivoCarte Blanche

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here

diciannove − sedici =