Salto nel buio
“La verità è come la poesia. E a molti la poesia non piace…”
Anonimo in un bar (citazione dal film)
Approfittando dell’uscita home video – peraltro in una splendida edizione curata dalla Universal Pictures Home Entertainment, dalla ottima resa tecnica e ricchissima di contenuti speciali – torniamo più che volentieri a spendere qualche parola sul La grande scommessa, il lungometraggio di Adam McKay che, un po’ a sorpresa, ha rivaleggiato con Il caso Spotlight e Revenant- Redivivo nella corsa agli Academy Awards, senza però ottenere nessuno dei premi maggiori, se non quello per la sceneggiatura non originale. Davvero un peccato, perché La grande scommessa, oltre ad essere realmente un buon film, si sta rivelando una sorta di cartina tornasole dell’apparato economico statunitense, capace di restituire al singolo spettatore una quantità impressionante di informazioni su quello che è successo, sta accadendo e probabilmente si verificherà ancora nell’universo finanziario a stelle e strisce. E, di conseguenza, globale.
La domanda fondamentale che pone La grande scommessa (The Big Short il titolo originale) in fondo è la seguente: come è potuto accadere che l’economia mondiale fosse messa in ginocchio da un folto gruppo di predatori capaci di gonfiare a dismisura il mercato dei mutui immobiliari americano sino a farlo esplodere? La grande forza del film di Adam McKay – regista/sceneggiatore il cui background fino ad ora parlava di commedie caustiche sì, ma pure discretamente leggere – non è, appunto, solamente quella di spiegare per filo e per segno anche ai comuni mortali ciò che gli addetti ai lavori di Wall Street (grandi gruppi bancari in primis) hanno provato a tenere nascosto sino all’ultimo mascherando fraudolentemente la gigantesca speculazione attraverso situazioni e termini inaccessibili ai profani. Per tacere del lassismo complice degli organi di controllo preposti e della vigliaccheria della stampa, in tutta evidenza in altre faccende affaccendata. Bensì quella di essere un monito per il futuro. Non per fare pubblicità al film, ma provate ad acquistare oggi l’edizione home video de La grande scommessa per poi rivederlo tra qualche anno, magari nel caso che Donald Trump venisse eletto Presidente degli Stati Uniti e facesse, fatto scontato, tabula rasa dei pur flebili controlli in materia introdotti dalla presidenza Obama. Quante nuove bolle esploderanno come bombe atomiche sull’economia mondiale? E quanti falchi – non dimentichiamo che Trump stesso deve la sua ricchezza al mercato immobiliare: sarebbe come, più o meno, mettere una volpe a capo di un gigantesco pollaio – trarranno profitto della situazione? Fantapolitica, certo. Allo stesso modo in cui sembrava impossibile che accadessero i fatti narrati ne La grande scommessa. Il quale resta un film prodigiosamente in equilibrio tra commedia grottesca e dramma lancinante, servito da uno stuolo di attori (Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling e Brad Pitt su tutti, ma anche il minimo ruolo è coperto benissimo…) determinati a far risaltare i termini della grande truffa di cui sono state vittime persone che non c’entravano nulla. Poiché anche i personaggi – con qualche eccezione, tipo il Mark Baum di Steve Carell – principali del film, abili nell’individuare le crepe del sistema, fanno pure loro parte di un ingranaggio che pare del tutto impermeabile a qualsiasi senso etico. Con i numeri spietati, tra disoccupati e gente che ha perso la casa per colpa della crisi, a fare da epitaffio ad una lapide che sarebbe stata troppo grande per contenere i nomi di ogni “vittima collaterale” di questa enorme frode.
Ad ulteriore spiegazione del messaggio veicolato da La grande scommessa ecco nel disco un comparto extra davvero impressionante, teso ad analizzare l’opera nei minimi dettagli e fornire altre spiegazioni su come ci si è preparati a realizzare uno dei capisaldi del cinema di denuncia del Ventunesimo Secolo. Tempo in cui il grande cinema non potrà mai essere catalogato sotto un singolo genere e le guerre autentiche, con tutta probabilità, saranno combattute sui terreni assai viscidi del dollaro sonante. Se qualcuno non se ne fosse accorto, il conflitto è già cominciato da un pezzo. E non è mai finito; si prende solo qualche pausa, ogni tanto…
Daniele De Angelis
La grande scommessa
Regia: Adam McKay USA, 2015 Durata: 121′
Cast: Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling, Brad Pitt
Lingue: Italiano, Inglese DTS: X
Sottotitoli: Lingue varie Formato: 2.40:2 Letterbox
Extra: Quotazioni: il casting, Il grande salto: Adam McKay, Eroi improbabili: i personaggi de La grande scommessa, Il castello di carte: l’ascesa della caduta, Realismo: ricreare un’epoca, Scene eliminate
Distribuzione: Universal Pictures Home Entertainment