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La cosa

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VOTO: 9

Chi sei tu?

Impresa pressoché impossibile, anche perlustrando palmo a palmo un ipotetico archivio cinematografico con il proverbiale lanternino di Diogene, trovare un’opera di genere maggiormente carica di simbolismi e metafore come La cosa di John Carpenter. Un film rivelatosi, a distanza di quasi quarant’anni dalla sua realizzazione, di una lucidità e lungimiranza tali da generare angoscia persino in misura ulteriore rispetto al nudo materiale narrativo. Il quale, come è noto, riprende con decisive varianti la trama de La cosa da un altro mondo, pellicola datata 1951 e diretta da Christian Nyby, montatore di fiducia dell’autentico “genitore” fisico e spirituale del film, ovvero quel nume rispondente al nome di Howard Hawks, da sempre punto di riferimento assoluto per Carpenter. Nell’opera primigenia una creatura aliena di tipo vegetale seminava il terrore in una base militare statunitense in Alaska. John Carpenter e lo sceneggiatore de La cosa Bill Lancaster spostano l’azione in una remota base americana in Antartide, dove una strano evento, nel prologo, vede un cane in fuga inseguito da un elicottero norvegese, da cui due uomini tentato a più riprese di eliminare l’animale. Non possono sapere, i componenti della base, che stanno accogliendo tra loro un’entità aliena parassitaria in grado di incistarsi all’interno di qualsiasi essere vivente, nonché di replicarne alla perfezione le sembianze.
Questo il plot. Tipicamente carpenteriano e destinato a rendere sensazione tattile quella strisciante percezione di inesorabile accerchiamento, stavolta dall’interno piuttosto che dall’esterno, perfettamente esplicitata dal regista di New York – ma californiano di adozione – in lungometraggi indimenticabili quali ad esempio Distretto 13: le brigate della morte (1976), Fog (1980) e Il signore del male (1987). Provate ora a sostituire l’alieno con qualcosa di molto più piccolo. Magari un virus, fortemente determinato, come qualsiasi altro essere vivente, alla sopravvivenza a tutti i costi. Ecco allora una potente metafora dell’evento pandemico che stiamo tuttora attraversando, con annessi timori verso il prossimo che incrocia le nostre strade, possibile portatore di un qualcosa di invisibile eppure estremamente contagioso. Per non affrontare, volendo, un simbolismo ancora più grande, quello dello “straniero” che “invade” il territorio altrui, imperituro cavallo di battaglia di ogni sovranismo imperante oggi come nel corso dei secoli. Una lettura politica e sociale che Carpenter, sempre molto attento ad arricchire di altri sottotesti il proprio cinema di genere, inserisce in modalità tutt’altro che casuale.
Osservazioni che ci portano all’inevitabile conclusione del discorso: La cosa è un capolavoro. Lo è anche perché rappresenta qualcosa di mai visto in precedenza. Al tempo Carpenter era perfettamente consapevole del fatto che il cult L’invasione degli ultracorpi (1956) di Don Siegel aveva detto, tra le righe, quasi tutto in materia di fantascienza “invasiva” del corpo umano. Stavolta l’orrore andava mostrato e contemplato, in tutta la sua orripilante bellezza. Per cui, geniale intuizione, mano libera agli effetti speciali dell’allora giovanissimo Rob Bottin, in un’epoca ancora lontana dai miracoli della computer graphic. Mirabolanti creazioni da ammirare con ancora maggiore stupore, a prescindere dal tempo trascorso, nello splendore della versione in 4K editata nel blu ray della Universal Home Video, resa imperdibile anche dalle presenza di extra che rappresentano un compendio imprescindibile all’informazione totale nei cofronti di un’opera entrata nell’Olimpo del Cinema dalla porta principale. Nonostante gli incassi tutt’altro che trascendentali all’epoca dell’uscita (1982), parziale insuccesso dovuto principalmente alla rivalità con un’altra creatura aliena ben più mite e rassicurante, mostrata da Steven Spielberg nel coevo E.T. l’extraterrestre.
La cosa (The Thing, titolo originale che compare sulla copertina del disco) rimane dunque un film capace di stamparsi nella memoria cinefila, dall’incipit fino al suo l’epilogo, totalmente raggelante – non solo per le basse temperature dell’ambientazione – nella sua feroce indeterminatezza. Due sopravvissuti. L’uomo bianco e l’afroamericano. Impossibile sapere con certezza se alleati o nemici sulle macerie del campo di una battaglia priva di vincitori. In pratica la Storia del Mondo riassunta in un’unica, secca ed implacabile, sequenza.

Daniele De Angelis

La cosa (The Thing)
Regia: John Carpenter
Durata: 109′ Cast: Kurt Russell, Keith David
Audio: Inglese, Italiano DTS-X, lingue varie
Video: 4K ultra HD, Widescreen 2.35:1
Extra: Il terrore prende forma, scene eliminate e altro
Distribuzione: Universal Home Video

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