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Kiki & i segreti del sesso

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VOTO: 6.5

Sesso. E perdonabili vizietti…

La commedia di costume, genere un tempo assai frequentato persino nei nostri lidi, rinasce in Spagna sotto nuove forme? Non esattamente. Anche se questo Kiki & i segreti del sesso, remake in “pronta consegna” di un lungometraggio australiano per l’occasione diretto da Paco León, un minimo ci prova a tracciare una mappatura delle problematiche sessuali degli abitanti della penisola iberica, al netto delle varie devianze ivi illustrate. Non parleremmo infatti di perversioni: anche perché, nelle storie descritte del film, la ricerca del piacere non è mai fine a se stessa ma sempre finalizzata all’aspirazione verso il massimo traguardo, quello cioè dell’appagamento amoroso. Anche per tale ragione Kiki & i segreti del sesso lascia nello spettatore un sentore di ingenuità nemmeno troppo latente: la satira sui “vizi privati” della gente di Spagna è volutamente lasciata alla stato embrionale, mentre l’insieme è palesemente costruito con l’unico scopo di far sorridere, piuttosto che sorprendere o addirittura far riflettere sui vari rapporti di coppia con crisi annesse.
Il film comunque è stato un grande successo ai botteghini ispanici, e vedendolo si comprendono anche i motivi. Il sesso, per giunta declinato nelle sue forme più insolite, funge senz’altro da richiamo più o meno irresistibile, peraltro pressoché del tutto scevro da qualsiasi tentazione volgarizzante. A tratti si ride, anche di gusto. A proposito dei modi così fantasiosi in cui i protagonisti cercano di soddisfare i propri bisogni primari oppure su come i partner delle persone affette dalle varie devianze provino in tutti i modi a colmare quel desiderio insolito. Talvolta, nella sceneggiatura scritta dallo stesso León in compagnia di Fernando Perez, fa capolino una certo vulgata moralistica che annacqua un po’ il divertimento salace, cercando toni seriosi che, in tutta evidenza, non appartengono a questo genere di pellicola. Eppure sarebbe persino giusto che, pur nell’ambito di una commedia teoricamente ad alto grado di politically uncorrect, si ricerchino e si trovino tracce di una certa disperazione esistenziale anche nelle situazioni più estreme e, per questo motivo, fautrici di risate. Forse è proprio l’assenza di questo livello tridimensionale a non permettere a Kiki & i segreti del sesso di effettuare il classico salto di qualità verso territori almodovariani, beninteso quando il buon Pedro sapeva ancora tirare fuori le unghie e con esse graffiare il perbenismo ipocrita dei suoi connazionali: ci sono insomma le situazioni divertenti, c’è una morale (quella, ovvia, secondo cui tutti abbiamo bisogno di affetto e comprensione…) incorporata ma risulta assente quel masochismo, anche in piccole dosi, che molto avrebbe potuto regalare al film in termini di spessore.
Tuttavia, chi vuole farsi una cultura su come raggiungere le impervie strade del piacere attraverso le vie più accidentate si accomodi pure in sala. Tra Dacrifilia (cioè eccitazione sessuale provata verso persone che piangono), Sonnofilia (cioè impellente libidine nei confronti di persone addormentate), Arpaxofilia (ovvero orgasmo raggiunto quando ci si trova in situazione personale di serio pericolo, tipo ad esempio subire una rapina) lo spettatore troverà certamente portate dal sapore piccante per appagare il proprio gusto, oltre a divertirsi a causa della bizzarria di determinate situazioni. Anche se il gradevole finale che, come d’abitudine di certo cinema spagnolo, fa convergere tutti i personaggi del film nel medesimo contesto narrativa rappresenta chiaramente una strizzata d’occhio al grande pubblico, Kiki & i segreti del sesso lascia una sensazione a metà tra l’occasione in parte mancata e l’oggetto cinematografico capace di fare virtù della propria predisposizione voyeuristica. Ridimensionando quindi a prodotto sanamente popolare ciò che forse, in contesti italici contemporanei, sarebbe divenuta farsa sbracata e incontinente.
Ci si può, insomma, accontentare….

Daniele De Angelis

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