Forrest Gump e il giro del mondo
In questi anni Mescalito Film ci ha abituato a scelte molto peculiari, in ambito documentaristico, scelte che per la distribuzione tendono a privilegiare lavori incentrati su grandi imprese sportive, alta montagna, avventure in solitaria, grandiosi scenari naturali da esplorare. E anche la kermesse cinematografica da loro creata a Roma in qualche modo rispecchia simili propensioni. Non ci pare affatto un caso, quindi, che tra i piatti forti della seconda giornata del BiopicFest 2022, approdato alla terza edizione in una fase di evidente crescita strutturale e sempre con CineClandestino tra i media partner, vi sia proprio un documentario che corrisponde perfettamente a molte di queste prerogative, ovvero Jonas Deichmann – The Limit is Just Me di Markus Weinberg & Steffi Rostoski.
Il pubblico convenuto sabato 24 settembre alla Casa del Cinema per confrontarsi con tale lavoro cinematografico finirà per apprezzarne, probabilmente, non soltanto la bellezza delle inquadrature, ma anche la visione etica, tesa a esaltare il superamento dei propri limiti proprio in un periodo che, complici il Coronavirus e le restrizioni volute dai vari governi, ci ha lasciato addosso non poche catene.
L’impresa tentata in piena pandemia da Jonas Deichmann sarebbe stata, anche senza le complicazioni del caso, qualcosa di veramente estremo: già abituato a fronteggiare la fatica e situazioni ambientali al limite, lo sportivo tedesco si era infatti prefisso di compiere un giro del mondo con tratte da percorrere a piedi, in bicicletta e a nuoto, ovvero le impegnative specialità che compongono il triathlon! A parte ovviamente gli oceani, che il progetto iniziale prevedeva di attraversare in barca… col rischio però di doversi poi arrangiare diversamente, vista la delicata e instabile situazione mondiale.
Ecco, dall’eccezionalità dell’impresa in se, raccontata in forma di road movie e con ballad meravigliose ad accompagnare lo spettatore lungo il tragitto, si passerà ben presto al racconto degli imprevisti, dei ritardi, delle modifiche al percorso che, tra quarantene e saluti effettuati tristemente al percorso, complicheranno non poco la vita all’indomito Jonas.
Lui però, novello Forrest Gump (stando al nomignolo affibbiatogli affettuosamente in Messico) votato a non perdersi mai d’animo, saprà dare alla sua avventura da un lato il timbro di sfida personale, di viaggio foriero di scoperte in scenari tra loro diversissimi, dall’altro diventerà modello positivo per tutti coloro che gli faranno compagnia fisicamente per qualche tratto (anche lungo, a volte) in mare o a terra, come pure per coloro che si innamoreranno della sua storia attraverso i media.
Stefano Coccia