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Intervista ad Andrea Ricca

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Chi fa da sé…

La passione è (quasi) tutto. Ma anche la competenza nelle citazioni può giocare un ruolo fondamentale nell’ottenere un notevole successo nell’ambito del proprio campo di appartenenza.
Andrea Ricca – filmmaker salernitano nato a Napoli nel 1974 – ha raggiunto una meritata popolarità girando cortometraggi di genere caricati su youtube. Chi conosce il modus operandi di Ricca saprà già quali sono i suoi punti di forza; altri hanno ora la possibilità di scoprirlo grazie al passaparola tra gli appassionati. Perché i cortometraggi da lui diretti garantiscono, oltre ad una computer grafica di buonissimo livello capace di donare verosimiglianza a ciò che mette in scena, divertimento in dose massicce. Ironia senza parodia per lavori che prendono spunto dal cinema horror e fantastico per rielaborarlo seguendo i gusti, rapidi e sapidi, della vastissima comunità web contemporanea.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Andrea Ricca e questo è il resoconto, Buona lettura.

D: Come e quando si sviluppa in te la passione per il cinema?
A.R.: Fin da piccolo disegnavo fumetti per raccontare storie attraverso le immagini. A tredici anni ho incominciato a comprare riviste di cinema e ho scoperto che si potevano fare dei cortometraggi. Da allora ho incominciato a produrre dei video con pochi mezzi. Ho studiato da autodidatta alcuni software 3D e ho incominciato a creare corti di genere che vedono attori ripresi dal vero interagire con creature generate al computer, come dei piccoli blockbusters americani. Col passare del tempo, nonostante il budget zero, sia la critica internazionale che il pubblico hanno dato un riscontro positivo (fino ad ora i corti sono stati visti da oltre 23 milioni di persone nel mondo).

D: Alto tasso di cinefilia e competenza in materia di computer grafica tridimensionale sono elementi portanti dei tuoi lavori. Come definiresti i tuoi corti? Semplici divertissement o qualcosa di più?
A.R.: Io spero che questi corti sposino il vero obiettivo del cinema di genere, cioè quello di fare emozionare, nel più vasto senso possibile: dalla suspance di una fuga dal nemico, all’adrenalina di un inseguimento, al piacere del riscatto contro il male, al senso di meraviglia nel vedere cose ed esseri straordinari ecc. condendo il tutto con una certa dose di ironia. Una funzione catartica e di proiezione in un mondo irreale da sogno, socialmente importante altrettanto quanto quella di far riflettere sulla vita e la società presente nei film d’autore.

D: L’ironia è un altro dei tratti distintivi dei tuoi cortometraggi. Hai mai pensato di realizzare un cortometraggio capace di suscitare veri e propri incubi nello spettatore?
A.R.: La mia formazione proviene dai film degli anni ’80, un periodo in cui spesso la commedia si affiancava agli stilemi di genere creando delle action-comedy, fantasy comedy ecc.
So che c’è un pubblico alla ricerca di emozioni forti, slasher e splatter o cupo horror psicologico, soprattutto sul web, ma preferisco puntare a delle storie mainstream per famiglie che sono più nelle mie corde anche come personalità. Spesso ho ricevuto commenti di papà che raccontavano di bambini appassionati dei “Furfangs” o altri miei lavori più leggeri.

D: Quasi tutti i tuoi lavori rielaborano con intelligenza il cinema di genere del passato. In The Guardian, ad esempio, mi pare sia palese l’omaggio a Ray Harryhausen, nume tutelare per ogni effettista grazie alla sua tecnica di “stop motion”. Quanto ti ha ispirato la sua figura?
A.R.: E’ vero, Harryhausen come artista dei “mostri” insieme a Walt Disney creatore di mondi fantastici sono tra le mie maggiori ispirazioni. Uno dei miei film preferiti infatti è L’isola misteriosa del 1961, in cui, non a caso, degli animali della vita quotidiana, come un granchio o un ape assumono dimensioni gigantesche. La stop-motion è l’antenata della computer grafica ma la bravura di questo artista era anche quella di rendere credibile (almeno per l’epoca) ed interessante, l’interazione con gli attori creando coreografie sempre dinamiche e avvincenti.

D: Youtube sembra la piattaforma ideale attraverso cui fruire i tuoi lavori. Brevi e divertenti. Hai mai pensato alla realizzazione di un lungometraggio con possibile destinazione nelle sale?
A.R.: Ho sempre pensato ad esprimere le mie passioni ed omaggiare i generi che mi piacciono. Tutto è avvenuto in modo spontaneo. Realizzare un lungometraggio consente di creare qualcosa di più elaborato, ma anche più legato a dinamiche commerciali che possono limitare la libertà di esprimersi. Comunque spero che il riscontro di pubblico e critica possa dare qualche garanzia ad eventuali produttori cinematografici ed invogliarli a sperimentare questi generi poco frequentati, almeno negli ultimi anni, dal cinema italiano.

D: Stante la situazione purtroppo stagnante che affligge il cinema di genere in Italia, hai mai ricevuto proposte dall’estero dopo le moltissime visualizzazioni dei tuoi lavori?
A.R.: Fino ad ora non ho ricevuto proposte dall’estero ma bisogna tener presente che il mio caso rappresenta solo quello di un appassionato, privo di supporti sia economici che organizzativi.

D: Ci interesserebbe sapere qualcosa sul tuo metodo di lavoro. Sei completamente autonomo – a parte gli interpreti – oppure lavori “di squadra” con una piccola factory?
A.R.: Esattamente, a parte gli interpreti, (e talvolta neppure quelli come nel caso del corto Spider Danger che ho realizzato completamente da solo) lavoro nei ritagli di tempo, da solo, con una piccola telecamera,un pc e qualche altro accessorio per le riprese. Una volta terminato il girato, durante tre o quattro pomeriggi non consecutivi, il materiale viene passato al computer dove occorrono almeno due o tre mesi per la creazione degli effetti speciali.

D: Per chiudere: quale traguardi si pone Andrea Ricca?
A.R.: In questo momento mi sto dedicando alla promozione dei lavori precedenti, allo scopo, appunto, di creare un piccolo gruppo di lavoro e cercare di raggiungere una maggiore qualità nei prossimi corti.

Daniele De Angelis

Tutti i cortometraggi diretti da Andrea Ricca sono fruibili gratuitamente al sito: http://www.andrearicca.it/

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