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Intervista a Melina Arena

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Una conversazione su “Abisso Nero” e altre esperienze recenti

In questi giorni impazza sul web un’edizione del Fantafestival che, pur orfana della sala, è destinata comunque a calamitare l’attenzione degli appassionati. E tra questi molti si saranno sintonizzati sulla piattaforma del festival proprio mercoledì 12, in tarda serata, per uno dei lungometraggi in concorso: Abisso nero di Ronald Russo. Qualcuno avrebbe potuto prenderlo per un “instant movie”. Perché questa produzione indipendente italiana, pur essendo andata in porto l’inverno scorso ben prima della crisi pandemica, ha in sceneggiatura diversi elementi che con quanto è successo dopo possono vantare una sinistra affinità… su questo, ma anche su altri aspetti legati specificamente alla sua carriera, abbiamo voluto impostare la nostra breve chiacchierata con Melina Arena: brava e avvenente attrice, apprezzata sia a teatro che sul grande schermo, che nel film interpreta una dottoressa… dal carattere un po’ troppo curioso.

D: Melina, durante questa edizione così “avventurosa” del Fantafestival, è spuntato fuori un film come Abisso nero che per l’argomento trattato fa adesso, in tempi di pandemia, un’impressione ancor più particolare. Come sei entrata a far parte del cast e quali sono state le tue prime sensazioni riguardo alla storia?
Melina Arena: Ho conosciuto casualmente il regista Gaetano Russo, il quale mi ha parlato di questo film che mi ha subito incuriosita. Effettivamente è stato girato in un periodo in cui non si parlava certo di virus e pandemie, né ci aspettavamo di vivere in prima persona una tragedia simile! Ma, sinceramente, quello che mi ha attratto di questa sceneggiatura è il dramma dell’uomo, un medico abituato a salvare le vite umane, che si ritrova poi ad uccidere per salvare sua moglie, il suo grande amore!

D: Quando e dove è stato girato di preciso il film? Che impressione ti hanno lasciato il set e i ritmi di lavoro, tipici di una produzione indipendente?
Melina Arena: Il film è stato girato a Roma e dintorni, la troupe si è trasferita anche per un certo periodo a Scandriglia in provincia di Rieti. Oltre alle molteplici difficoltà che un film indipendente deve generalmente affrontare, il set ha dovuto fare i conti anche con la temperatura molto fredda, molte scene sono state girate a notte fonda! Ma il set diventa una famiglia e ci si riscalda con la buona compagnia e l’entusiasmo.

D: Il tuo personaggio in Abisso Nero fa un’apparizione tutto sommato breve ma di un certo impatto. Puoi parlarci brevemente del ruolo che hai avuto nel film e se avevi già qualche esperienza da attrice nel cinema horror o comunque di genere?
Melina Arena: Devo dire che per me è stata sicuramente un esperienza positiva. Ho conosciuto persone molto valide artisticamente, che ho ritrovato e proporrò in futuro in altri progetti. Mi sono avvicinata tardi all’ambiente del cinema ed in un periodo molto difficile, ma sono stata fortunata ed in pochi anni ho partecipato a molti set. Dirty Fears, per esempio, un film horror internazionale con Eric Roberts e Michael Soren Madsen, ma anche un corto più sul sociale che mi vede protagonista femminile con Alessandro Haber e Lina Sastri, mentre un bel ruolo mi è stato dato anche in Karate Man di Claudio Fragasso, per ritrovarmi poi a lavorare su tanti altri set, in ruoli più o meno impegnativi.

D: Sappiamo che questo è un momento davvero difficile per chi si occupa di spettacolo. Sicché vorrei chiederti, per concludere, se a livello cinematografico ci sono altri tuoi lavori che hanno cominciato comunque a circolare, magari in rete, e se appena la situazione migliorerà si profila già qualche nuovo impegno sul set o a teatro…
Melina Arena: Ho diversi progetti in mente che mi vedranno impegnata soprattutto come produttrice, per esempio ho appena finito di produrre e girare il corto Locked Down, dove una famiglia bloccata in una casa vacanze non si ammala di Covid, ma ne passa di tutti i colori e finisce comunque tragicamente. Questo periodo in effetti ci blocca e ci danneggia fortemente, permettendoci però di gettare le basi per nuove iniziative che mi auguro potranno realizzarsi al più presto!

Stefano Coccia

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