Per saperne di più su “Fatboy Slim: Right Here, Right Now”, proiettato a SEEYOUSOUND 2024
Tanti bei film e un incontro, alla X edizione del festival torinese SEEYOUSOUND. L’incontro, avvenuto fuori dal Cinema Massimo, è stato con il cineasta britannico Jak Hutchcraft, autore di uno dei documentari più apprezzati da noi e dal pubblico: Fatboy Slim: Right Here, Right Now.
Fermarsi un attimo a parlare con lui di Brighton, dell’ormai leggendario Big Beach Boutique 2 e naturalmente di Norman Cook a.k.a Fatboy Slim è stato oltremodo piacevole. E da questo primo contatto dal vivo si è sviluppata poi l’intervista, che ci apprestiamo a condividere con voi!
D: Per prima cosa, Jak, raccontaci quando è nato il progetto di dedicare un documentario a Fatboy Slim. È un artista che segui da molto tempo?
Jak Hutchcraft: Il Big Beach Boutique 2 è un concerto famoso, per certi versi famigerato, qui nel Regno Unito. Mio fratello maggiore aveva il CD di Big Beach Boutique 2 quando eravamo piccoli, quindi conoscevo il set ma ero troppo giovane per essere stato presente al concerto. Adoro Fatboy Slim da anni, ma non era questo il motivo per cui volevo fare il film.
L’idea mi è venuta durante il lockdown. Guardavo molti video di concerti e rave online per placare la mia sete di musica dal vivo. Ricordo di aver guardato il filmato del Big Beach Boutique 2 e di aver pensato tra me e me: “Chissà che storia c’è lì?!” La mia mente giornalistica si è accesa e volevo scavare più a fondo, trovare la vera storia di questo concerto. In sostanza volevo raccontare la storia dal punto di vista dei “raver” e della gente di Brighton, oltre che di Norman Cook.
D: Parlare di Fatboy Slim significa anche, considerando come è impostata la storia da te raccontata, parlare di Brighton. Che rapporto hai con questa città e come vedono quelli del posto un’icona come Fatboy Slim?
Jak Hutchcraft: Il mio rapporto con la città è un rapporto recente. Beh, una nuova storia d’amore. Mi sono trasferito qui da Londra mentre stavo facendo ricerche sull’argomento e mi sono innamorato di questo posto. Vivere qui mi ha aiutato a capire Brighton e a comprendere ancora di più la storia del BBB2. La gente del posto adora Fatboy Slim. È una parte importante del patrimonio culturale della città. Se cammini per Brighton & Hove puoi vedere la sua faccia sui murales, “Right Here, Right Now” dipinta con lo spray sui muri, opere d’arte ispirate a lui nelle locali gallerie d’arte, in più qui lui possiede persino un caffè: il Big Beach Cafe.
D: Il tuo film tenta con decisione di ricostruire un evento come il Big Beach Boutique del 2002, ma prima c’è tempo per ripercorrere brevemente la carriera di Norman Cook alias Fatboy Slim, da bassista di una band a DJ superstar. Ci sono momenti di questo viaggio che ti hanno particolarmente colpito?
Jak Hutchcraft: Ho adorato le vecchie foto e i filmati di Norman Cook nei panni di un DJ alle prime armi. All’inizio suonava alle feste in casa, mentre era a scuola. Poi, quando era negli Housemartins e stavano andando davvero bene, faceva ancora il DJ e affinava la sua arte. Per me questo suggerisce che fosse sempre destinato a diventare Fatboy Slim. Era il suo destino.
D: Tra le situazioni del Big Beach Boutique II che abbiamo apprezzato di più ci sono quelle testimoniate dalle persone comuni, che hanno assistito alla sfilata, finendo nelle fotografie, nei reportage dell’epoca, ecc. Ci racconti come avete rintracciato queste persone?
Jak Hutchcraft: Lo abbiamo fatto attraverso mesi di conversazioni con le persone online, sui social media e sui forum, incontrando qualcuno per un caffè, chiedendo alla gente nei pub e nei negozi di Brighton se avessero qualche storia, assistendo ai concerti di Fatboy Slim e discutendo lì con la folla, o magari in altri modi. Sembra proprio che tutti a Brighton fossero al BBB2 o che almeno conoscano qualcuno che c’è stato. Mi piace davvero incontrare persone nuove e ascoltare le loro storie, quindi c’è stato molto lavoro ma ho adorato ogni minuto!
D: Abbiamo parlato finora di gente comune, ma tra i fan di Fatboy Slim che non hanno voluto perdersi un evento del genere ci sono anche celebrità o artisti di alto livello, come il bravissimo attore Simon Pegg. Cosa puoi dirci delle interviste realizzate con lui e con gli altri suoi colleghi?
Jak Hutchcraft: Simon Pegg è stato molto generoso a mettere a disposizione il suo tempo e i suoi ricordi. Lui e gli attori Nick Frost e John Simm sembravano divertirsi davvero a parlare con me, a condividere tutte le loro storie. Sembrava che stessero riflettendo sui giorni felici della loro vita e sulle fasi iniziali della loro carriera. Inoltre, hanno tutti un profondo amore per la musica e penso che questo traspaia dalle loro interviste.
D: Abbiamo letto che questo tuo primo documentario arriva dopo numerose esperienze giornalistiche, anche per importanti emittenti britanniche. Quanto è stato importante imparare a costruire, ad esempio, una narrazione per immagini che abbia il giusto ritmo e tocchi tutti i punti principali?
Jak Hutchcraft: Ho imparato tantissimo mentre giravo questo film. All’inizio non avevo idea di come avrei riempito 90 minuti, poi è diventato chiaro che avevo troppe idee e troppe riprese per 90 minuti, quindi ho dovuto modificarlo. Devo molto al mio produttore Ben Lowe e al montatore Eoin McDonagh, sono stati fantastici. Durante la realizzazione di questo film ho imparato molte cose davvero importanti sui rischi creativi, sulla collaborazione, sul montaggio, sul sottotesto, sulla narrazione, sul ritmo, sulla ricerca intensiva, sul budget, sulla diplomazia e molto altro ancora. Ma ho anche imparato a conoscere meglio la musica, la comunità, l’empatia e la vita stessa.
D: Per finire, il protagonista Norman Cook ha già avuto modo di vedere il tuo lavoro e di esprimere qualche commento? Qual è stata finora la reazione del pubblico nei cinema e nei festival?
Jak Hutchcraft: Norman mi ha detto che adora il film. Ha detto di averlo visto otto volte con diversi amici e familiari! È stato davvero d’aiuto anche mentre lo stavo realizzando. Mi ha dato i suoi video, foto e storie personali, quindi sono felice che gli piaccia il prodotto finito. Anche il pubblico sembra apprezzarlo! Mi piace molto proiettarlo ai festival cinematografici internazionali perché a volte il pubblico non ha mai sentito parlare del Big Beach Boutique 2. Penso che sarà divertente per loro guardare Fatboy Slim: Right Here, Right Now e scoprire questo evento pazzesco per la prima volta! Anche se si tratta di un evento britannico, spero che la storia sia riconoscibile e interessante anche al di fuori del Regno Unito. Tutti amano la musica, le feste e il sole, giusto? Speriamo di ottenere un contratto televisivo in Italia, adesso, così tutti lì potranno guardarlo. Incrociamo le dita!
Stefano Coccia
PS: Le foto del reportage sono di Davide Tacco ed Elisabetta Ghignone