Imprevisti d’amore
«La verità, vi prego, sull’amore», s’intitola una raccolta di poesie di W. H. Auden… ma qual è questa verità e soprattutto ce n’è una sola? È una delle domande che attanaglia Maggie (una Greta Gerwing super in parte) ne Il piano di Maggie. Sembra viva in un mondo tutto suo. Si divide tra il desiderio di avere tutto sotto controllo e il dover fare i conti, prima o poi, con i sentimenti che il più delle volte sono incontrollabili. Nei primi minuti la donna ci appare in tutta la sua allegria e apparente goffaggine (anche nello stile), a tal punto da richiamare la nota Bridget Jones, ma è meglio chiarirlo: la storia di Maggie è ben altra, così come son differenti le peculiarità caratteriali.
La vita della donna è perfettamente calcolata e lei vorrebbe riuscire ad attuare questa “filosofia” anche per qualcosa che dovrebbe essere naturale e frutto di amore, un bambino. Nei primi minuti scopriamo questo suo piano e con chi vorrebbe attuarlo. Ora, se si pensa all’idea in sé, è effettivamente legata a un desiderio di emancipazione e ironizza su alcuni schemi che riducono l’uomo a soggetto fecondatore tramite lo sperma. Sembra quasi un ribaltare la prospettiva dato che spesso è volentieri è la donna a esser vista come oggetto e non viceversa. Ne Il piano di Maggie è la donna che fa sentire l’uomo uno strumento per ottenere qualcosa a cui tiene, ma, come spesso accade, gli imprevisti e la realtà sono pronti a scombussolare tutto ciò che si è stabilito a tavolino.
Maggie è un’insegnante e sarà proprio un altro docente, John Harding (Ethan Hawke), a farle provare le emozioni e le palpitazioni dell’innamoramento. «Credo che lei s’innamori per la prima volta in assoluto, e in modo serio. Rimane totalmente coinvolta in questa storia in un modo che neanche lei sa spiegare, o combattere, o mettere in discussione», ha affermato la Gerwing.
L’uomo, invece, è infelicemente sposato con Georgette (una Julianne Moore spassosamente cinica, vestita da donna isterica), di cui subisce il carisma e vive sotto la sua ombra – lei è più affermata di lui professionalmente parlando.
Man mano che la storia si dipana la nostra protagonista cercherà di far quadrare il cerchio e controllare nuovamente le conseguenze dell’amore e della routine, ma come andrà a finire ve lo lasciamo scoprire godendovi questa commedia. Ne Il piano di Maggie si affronta anche con il giusto humour, senza dimenticare la verosimiglianza, cosa significhi la separazione per i figli e cosa comporti la famiglia allargata sia per gli adulti che per i bambini e ragazzi. A colpire e a calamitare lo spettatore è senz’altro la freschezza di Maggie, che ti conquista per una sensualità tutta sua e creerà un’empatia particolare con le altre figure femminili e con le donne al di là dello schermo.
La regista de La vita segreta della signora Lee (2009) sposa il gusto agrodolce del romanzo di Karen Rinaldi, “A cosa servono gli uomini” (edito da Rizzoli), da cui è liberamente tratto il film, e lo mette in campo grazie a un cast di tutto rispetto. Con uno sguardo molto contemporaneo e concreto si riesce a viaggiare sul filo mescolando i sogni son desideri con la concretezza della vita vera.
Maria Lucia Tangorra