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Il numero perfetto

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VOTO: 8,5

Tra Fede e Scienza, alla ricerca di Sè, dell’Altro

Liczba doskonała è un film sulla matematica e su Dio. È la storia di un uomo che rinuncia al benessere per una passione per poi scoprire che ne valeva la pena. È anche un film che parla del vuoto e della pienezza della vita, dell’egoismo ma anche della gioia della condivisione. questo film si ricollega alle mie prime opere, La struttura di cristallo e Illuminazione, che esaminavano la relazione tra scienza, vita e fede.
Krzysztof Zanussi

Il 25 gennaio 2023 Krzysztof Zanussi riceverà il premio EASTERN STAR, tradizionalmente assegnato dal Trieste Film Festival a quelle personalità del mondo del cinema che hanno contribuito con la loro carriera a gettare ponti tra est e ovest in Europa. Tutto ciò in serata, al Politeama Rosetti. Ma alle 16, nella stessa sala, gli spettatori del festival avranno anche modo di ammirare in anteprima l’ultima opera realizzata dal Maestro polacco, Il numero perfetto (The Perfect Number / Liczba doskonała). Noialtri abbiamo già avuto modo di visionare il film. E ci ha lasciati piacevolmente turbati.

Come anticipato in nota dall’autore stesso, Zanussi è voluto qui tornare sull’intricata trama di questioni morali, filosofiche, teologiche, che hanno caratterizzato in particolare la primissima parte della sua produzione cinematografica. Ma lo spirito si muove lieve all’interno di un penetrante apologo cinematografico, che ondeggia anche tra scenari antropologici e geografici differenti: ci sono Israele, la Polonia, l’America a fare da sfondo. Ed è proprio in Israele che ha luogo l’illuminante prologo: il sopravvivere per puro caso a un devastante attentato diventa per il co-protagonista Joachim, uomo di una certa età straricco e con parecchie ombre nel proprio passato, l’inizio di un viaggio introspettivo, a caccia di risposte per quegli interrogativi di natura etica che in parte già lo attanagliavano prima. “Sparring partner” filosofico di questa sua ricerca sarà un suo cugino più giovane, David, che si era trasferito negli Stati Uniti e che dal suo rientro in Polonia conduce uno stile di vita senz’altro più modesto, ma non alieno da scelte parimenti difficili: in campo sentimentale, lavorativo, anche teorico. Sì, perché David è un promettente matematico, le cui esperienze di studio come pure nella vita di tutti i giorni faranno sì che si interroghi ancor più in profondità su determinati equilibri, sulle perpetue oscillazioni tra individualismo e relazioni sociali, sul rapporto tra scienza e fede. Al pari quindi del suo navigato parente, sebbene partendo da prospettive diverse.

Il numero perfetto si ritrova pertanto a dialogare in punta di fioretto tanto con le precedenti pellicole del regista che con i lavori cinematografici di Maestri del recente passato (più raro, difficile trovarne oggi) interessati agli stessi temi, vedi ad esempio il primo capitolo del Decalogo di Krzysztof Kieślowski, qui espressamente citato. Mentre l’episodio del blasfemo e dell’incidente che ne punisce paradossalmente la presunzione ci è parso quasi, nella sua impronta raffinatamente surreale, una possibile risposta all’irriverente ateismo di certe visioni, parimenti immaginifiche ma di timbro assai diverso, impresse invece sullo schermo dal grande Luis Buñuel.
Gioco di scatole cinesi elegante e mai futile, la narrazione che caratterizza il film di Zanussi propone un’ampia aneddotica, nella quale convergono fulmineamente impulsi di vario genere: la metafisica, le riflessioni filosofiche, le grandi tragedie della Storia umana (emblematico anche il ricordo delle violenze di Stato nella Polonia comunista), i rapporti di amore e di amicizia, Il Male apparentemente destinato a restare impunito, la scommessa implicita in ogni gesto generoso. Temi ponderosi indubbiamente, ma anche grazie alla bravura degli attori il grande cineasta polacco sa infondervi grande umanità e una sana propensione dialettica, assieme a quell’ironia talora percepibile sottotraccia.

Adeguata al mood prevalente anche la colonna sonora, molto bella, che ci permette poi di ricordare il ruolo fondamentale svolto in questo progetto internazionale della produzione italiana, la quale ha portato in dote anche le magnifiche sonorità dell’orchestra barocca marchigiana “Accademia Erard”. Ci fa pertanto doppiamente piacere aver appreso che questo sodalizio tra Zanussi e la Revolver andrà avanti, tant’è che col produttore Paolo Maria Spina il Maestro polacco sta già sviluppando il 4° film da realizzare insieme.

Stefano Coccia

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