Mater artium necessitas
Le misure adottate a livello globale per contenere e fronteggiare la pandemia del Covid-19 hanno costretto il circuito festivaliero (e non solo) a spegnere i motori, impedendo così il regolare svolgimento di manifestazioni di ogni sorta legate al settore dell’audiovisivo. Viene da sé che gran parte di esse hanno dovuto una o più volte posticipare le rispettive date, rimanere nel limbo in attesa di nuove disposizioni o nella peggiore delle ipotesi cancellare l’edizione 2020. Poi c’è chi ha deciso di correre ai ripari, più o meno preventivamente, optando per soluzioni alternative in grado di garantire agli organizzatori degli strumenti di fruizione per consentire lo svolgimento dei rispettivi eventi. Si è dovuto quindi ricorrere all’antico proverbio Mater artium necessitas, ossia aguzzare l’ingegno facendo di necessità virtù. Tra le strade più percorse c’è sicuramente quella della reta, con moltissimi festival che hanno deciso di approdare sul web in un’inedita versione 2.0. Nella lista di quelli che hanno scelto tale modalità figura anche Il cinema svizzero contemporaneo – I film che non ti aspetti, il primo festival in streaming della Cineteca di Milano, realizzato grazie al sostegno del Consolato generale Svizzero a Milano, in collaborazione con Cinema Svizzero a Venezia e con il contributo dell’Istituto Svizzero.
Accessibile interamente online e gratuitamente, la rassegna prende il via mercoledì 13 maggio sulla piattaforma della cineteca meneghina per chiudersi il 21 maggio. Una settimana dedicata al cinema svizzero contemporaneo, una cinematografia florida, di ampio respiro internazionale, capace di affrontare tematiche forti e di raccontare storie provenienti dai punti più disparati del mondo, con tecniche sempre innovative ed esplorando ampiamente i generi, dal film di finzione al cinema documentario. Un cinema che vive la sua primavera, eppure, ancora poco conosciuto ed esplorato al di là dei suoi confini nazionali. Da qui l’esigenza di dare voce a 20 film in anteprima provenienti dai più importanti festival. Ciò ne fa la prima proposta di una programmazione festivaliera in streaming di alta qualità, pensata per diffondere la cultura cinematografica al di là di ogni confine fisico e di accrescere la consapevolezza del pubblico verso nuovi modi di fruizione e nuovi punti di vista cinematografici ancora sconosciuti e inesplorati. Una rassegna che vuole essere anche un momento di partecipazione collettiva dando spazio al pubblico che diventerà vera e propria giuria social dei film proposti e potrà partecipare anche a momenti live di condivisione di tematiche ed esperienze.
L’iniziativa propone: presentazioni live, documentari e lungometraggi drammatici e di genere commedia in anteprima, un omaggio al fotografo svizzero René Burri, un omaggio al regista svizzero Lionel Baier e un appuntamento con il grande cinema muto. Il festival si apre mercoledì 13 maggio con un saluto live a cura di Sabrina Dallafior, Console Generale di Svizzera a Milano, di Matteo Pavesi, Direttore della Cineteca di Milano e di Massimiliano Maltoni, Curatore di Cinema Svizzero a Venezia; e con il film disponibile gratuitamente in streaming per 24 ore in anteprima per il pubblico e mai distribuito nelle sale Moka Noir: a Omegna non si beve più caffè del regista svizzero Erik Bernasconi. Sul fronte del cinema del reale, diversi i documentari in anteprima proposti, da Madame di Stéphane Riethauser, che affronta la tematica degli stereotipi di genere nella conversazione di diverse generazioni in chiave umoristica e sovversiva, a Eldorado di Markus Imhoof, sul dramma dei migranti tra i racconti dell’infanzia del regista in Svizzera e l’attuale dramma del Mediterraneo; dal poetico racconto della natura del Parco del Ticino in Tutto l’oro che c’è del documentarista Andrea Caccia, ai documentari dedicati al fotografo svizzero René Burri, uno dei più grandi fotografi del Novecento, noto soprattutto per importanti reportage di viaggio e di guerra, fotografie architettoniche e ritratti iconici tra cui uno degli scatti più celebri fatti a Che Guevara: Braccia sì, uomini no dello stesso Burri assieme a Peter Amman e restaurato dalla Cineteca Milano realizzato negli anni Settanta, di stringente attualità che racconta la difficile integrazione degli operai stranieri immigrati in Svizzera; e Six Photographs: René Burri di Anthony Austin, in cui il fotografo si racconta attraverso sei suoi scatti celebri.
Non manca ovviamente una raccolta di opere di fiction battenti bandiera elvetica, con una selezione di film che testimoniano la pluralità di sguardi del cinema svizzero, affrontando le tematiche più varie e di attualità: l’eterno conflitto tra Oriente e Occidente (Al-Shafaq – When Heaven Divides di Esen Isik), la ribellione a una società maschilista e patriarcale (Love Me Tender di Klaudia Reynicke), il passato che torna in maniera inaspettata (Der Unschuldige – The Innocent di Simon Jaquemet), le dinamiche famigliari di Where We Belong di Jaqueline Zünd (analizzato dal punto di vista dei figli di coppie divorziate) e di Le milieu de l’horizon di Delphine Lehericey (romanzo di formazione ambientato nella Francia rurale degli anni ‘80, miglior film ai Premi del Cinema Svizzero 2020), ma anche la capacità di prendere con ottimismo e umorismo le difficoltà della vita (Tambour Battant di François-Christophe Marzal; Level Up Your Life di Stefan Hillebrand e Oliver Paulus).
In programma, grazie al contributo dell’Istituto Svizzero, anche un omaggio al regista svizzero Lionel Baier, uno degli autori più talentuosi del panorama elvetico, responsabile del dipartimento di cinema dell’École cantonale d’art de Lausanne (ECAL) e tra i co-fondatori, nel 2009, di Bande à part Films, con i tre film La Vanitè, Un autre homme e Comme des voleurs (à l’Est), che affrontano il tema dell’identità e della ricerca del sé. Da non perdere la versione restaurata dalla Cinémathèque Suisse di La vocation d’André Carel di Jean Choux, opera del 1925, capolavoro della cinematografia svizzera del passato, dall’alto valore estetico. Il film sarà presentato da Frédéric Maire, direttore della Cinémathèque. Il festival propone inoltre, in collaborazione con la Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti, due masterclass live gratuite per gli studenti dell’istituto: una masterclass live con il regista Lionel Baier, moderata dal curatore di Cinema Svizzero a Venezia Massimiliano Maltoni, grazie al contributo dell’Istituto Svizzero, e una masterclass tenuta dal regista documentarista Andrea Caccia, moderata dal critico cinematografico Luca Mosso. Non ci resta che augurarvi buona visione.
Per partecipare e vedere tutti i film del festival basta accedere alla piattaforma streaming della Cineteca di Milano tramite il sito www.cinetecamilano.it, registrarsi gratuitamente al servizio ed effettuare il login. E ricordiamo che si può partecipare come giurato decretando il vincitore del festival votando il film preferito.
Francesco Del Grosso
Riepilogo recensioni da Il cinema svizzero contemporaneo 2020
Lungometraggi
Le milieu de l’horizon di Delphine Lehericey
Al-Shafaq – When Heaven Divides di Esen Isik
Level Up Your Life di Stefan Hillebrand e Oliver Paulus
Love Me Tender di Klaudia Reynicke
Der Unschuldige di Simon Jaquemet
Tambour Battant di François-Christophe Marzal
Documentari
Eldorado di Markus Imhoof
Moka Noir: A Omegna non si beve più caffè di Erik Bernasconi
Madame di Stéphane Riethauser
Messaggi dalla fine del mondo di Matteo Born
Where We Belong di Jaqueline Zünd
Storia probabile di un angelo: Fernando Birri di Domenico Lucchini e Paolo Taggi
Tutto l’oro che c’è di Andrea Caccia
Omaggio a Lionel Baier
Classici restaurati
La vocation d’André Carel di Jean Choux