L’apocalisse incombe
E se uno dei fenomeni spaziali più belli visibili dalla Terra diventasse il pericolo più letale per l’umanità? Da questo domanda Chris Sparling, sceneggiatore, ha tirato fuori un copione per un disaster-movie dai canoni classici ma che ben presto svela sottotesti particolarmente interessanti. Perché Greenland non è il solito ennesimo lungometraggio basato sulla fine del mondo. Se poi il cast include dei nomi come Gerard Butler e Morena Baccarin come protagonisti, c’è da star più che sereni.
Lo scozzese torna ancora una volta ad interpretare una pellicola apocalittica dopo il timido successo registrato da Geostorm. John Garrity (Butler) è un ingegnere edile di lunga esperienza con un matrimonio scricchiolante con la bellissima Allison Garrity (Baccarin) dalla quale ha avuto il piccolo Nathan (Roger Dale Floyd). La tranquillità famigliare viene sconvolta quando il primo frammento della Cometa Clark colpisce il pianeta rivelando una terribile verità. L’umanità ha solo due giorni prima dell’estinzione causata dall’impatto dell’asteroide. Scatta dunque un’interminabile odissea per raggiungere un rifugio segreto in Groenlandia (Greenland, da qui il titolo) e spetterà a John portare in salvo la propria famiglia. Nell’esatto attimo in cui la Terra viene colpito dal frammento, emerge una tensione oppressiva che accompagna lo spettatore per tutto l’arco narrativo, avendo ben chiaro quale sarà l’unico destino possibile per i protagonisti. Il viaggio si rivelerà molto lungo e, nel corso di esso, il regista Ric Roman Waugh svelerà i lati più bui dell’umanità ma anche timidi segnali di speranza. Quando infatti cede la catena di comando è il momento in cui il caos regna sovrano e l’anarchia diventa la nuova religione. Greenland, sin qui, mantiene dei cliché tipici dei blockbuster all’americana ma stavolta emerge un particolare dettaglio. I protagonisti, selezionati per raggiungere i rifugi, non hanno nessun ruolo o legame con il compartimento di governo. Protagonisti semplici, scelti per un determinato scopo, far rivivere l’umanità una volta che essa si sarà estinta. Nel corso del viaggio apocalittico della famiglia Garrity, il cast si arricchirà della presenza di due stelle del cinema e della televisione americana. Scott Glenn partecipa nel ruolo di un amabile nonno, padre della moglie di John; breve ruolo anche per la star di Mindhunter Holt McCallany. Conoscendo il destino del mondo, osservando come l’umanità si spinga così tanto in basso ma anche come ci sia sempre una piccola luce di speranza brilli nelle persone e seguendo le vicende dei Garrity, Greenland risulterà essere un lungometraggio capace di accompagnarci in un viaggio verso l’inevitabile epilogo.
Lo script del film tralascia la parte scientifica per focalizzarsi solo sui personaggi, ben costruiti nella loro normalità, e sulle azioni di un’umanità avvolta dalla più totale disperazione. Il significato di questo film risiede nella speranza, da seguire come se fosse il filo di Arianna capace di trascinarti fuori da un labirinto che ti porta a due sole uscite: salvezza o estinzione. Oltre alla faccenda legata ai personaggi, l’innovazione in quest’opera sta anche nelle scelte fotografiche e nei filtri. Quando la cometa sembra essere sempre più vicina a colpire il pianeta, i filtri cambiano rendendo la fotografia rossastra. Un misto di fuoco e sangue che accompagna i personaggi per gran parte del loro percorso. La pellicola segna la seconda collaborazione tra il regista Ric Roma Waugh e l’attore britannico protagonista. I due avevano già avuto modo di lavorare insieme nel non tanto riuscito Attacco al potere 3.
Stefano Berardo