Certi amori fanno dei giri immensi…
Trent’anni e non sentirli, trent’anni e sentirli tutti. I trent’anni sono un’età critica, sei definitivamente riconosciuto come adulto ma, per molti aspetti, vedi te stesso ancora come un ragazzo. Eppure un ragazzo non sei più, oramai hai tutte le responsabilità della vita adulta e più nessuna delle concessioni dell’adolescenza. È difficile accettarlo, ma oramai sei una persona matura. Il concetto di maturità è sempre molto interessante ed induce a profonde riflessioni su cosa determini la maturità e cosa questa escluda. Il collettivo napoletano The Jackal si è anch’esso cimentato in questa riflessione con la nuova serie Netlfix Generazione 56k. Partiti da un’idea poi portata avanti come sceneggiatura da uno dei fondatori del collettivo, Francesco Ebbasta, il gruppo mette insieme un’opera che ragiona sul concetto di maturità e maturazione dei trentenni di oggi; i quali si sono formati a cavallo di due epoche, quella analogica e quella digitale, durante gli anni Novanta e successivi. In un’opera la quale dona decisamente l’impressione di assistere ad un film espanso più che ad una serie, con i flashback legati all’infanzia dei protagonisti che fungono da esplicazione del presente ed arricchimento del tessuto narrativo; portando dunque non alla creazione di due piani narrativi intersecati ma ad un solo piano narrativo, legato al presente, nel quale si inseriscono glosse del passato. Al centro di tutto troviamo quella che possiamo definire una commedia romantica, ammirevole nel suo non essere mai scontata quantunque non disdegni di appoggiarsi ai temi classici del genere, la quale, aprendosi al tema della maturità, si fa anche racconto generazionale.
Fulcro della commedia romantica è senza dubbio il rapporto irrisolto tra i protagonisti Daniel Mottola, un efficace Angelo Spagnoletti che in alcuni passaggi riporta alla mente Troisi, e Matilda Pastore, una carismatica Cristina Cappelli la quale presenta una vis non inferiore a quella di Monica Vitti. Intorno a loro si muovono amici, parenti e conoscenti; tutti immersi in questo mondo digitale pieno di opportunità, forse troppo pieno, nel quale Daniel si tuffa alla ricerca di qualcosa di autentico mentre Matilda sembra rifuggire per timore di ripercorrere la strada dello snaturato padre.
Diversi eppure complementari nelle loro ricerche i due protagonisti, nel re-incontrarsi dopo anni, avviano un processo di maturazione comune che li porterà verso una maggiore consapevolezza di loro stessi e del mondo che li circonda. La serie rappresenta certo un’opera della maturità per il gruppo di creativi napoletani i quali si fanno qui interpreti delle paure e delle difficoltà, sentimentali e quotidiane, della propria generazione. Certo, non ci troviamo davanti ad un grande affresco generazionale, quanto piuttosto al tentativo, riuscito ci permettiamo di dire, di dare voce alle inquietudini di una generazione sballottata dai grandi cambiamenti dell’epoca contemporanea,che fatica a trovare una propria dimensione, frastornata com’è dai continui input del nuovo mondo digitale.
Luca Bovio