Ricordando Agnés Varda
Conto alla rovescia per il 72° Festival di Cannes, la più grande manifestazione cinematografica del mondo, che dal 14 al 25 maggio vedrà i riflettori di tutto il mondo puntati sulla promenade leggendaria della Croisette, sui red carpet della scalinata della montée des marches, attraversata dalle stelle del cinema. E quest’anno il concorso vede i, soliti, grandi nomi, come Jim Jarmusch, che inaugurerà il festival con The Dead Don’t Die, rivisitazione del cinema di zombie. E poi Pedro Almodovar con una commedia da sapore autobiografico, Dolor y Gloria, Marco Bellocchio con il film su Tommaso Buscetta, Il traditore, Le jeune Ahmed dei fratelli Dardenne che raccontano la vicenda di un ragazzo radicalizzato all’Islam; Matthias & Maxime di Xavier Dolan, storia di due vecchi amici che si innamorano durante una rimpatriata; l’arrabbiato Ken Loach porta una storia di nuove povertà con Sorry We Missed You; A Hidden Life segna il ritorno di Terrence Malick al cinema narrativo con la storia di un obiettore di coscienza nella Germania nazista – peraltro l’ultimo film interpretato da Bruno Ganz. Grande attesa ovviamente per il nuovo capitolo della saga di Abdellatif Kechiche, Mektoub, My Love: Intermezzo e naturalmente per il nuovo Quentin Tarantino, Once Upon a Time in… Hollywood, film che evoca il mondo dell’industria cinematografica nel 1969, nello sfondo di un’America scioccata dai delitti efferati della famiglia Manson. Il concorso dà spazio anche ad autori più di nicchia, come il rumeno Corneliu Porumboiu che presenterà La Gomera. Mantenuta anche l’attenzione del festival per il cinema orientale, con i film del sudcoreano Bong Joon-ho, Parasite, e del cinese Diao Yinan – Orso d’oro a Berlino nel 2014 con Fuochi d’artificio in pieno giorno –, Nan Fang Che Zhan De Ju Hui.
Fuori concorso si segnalano i primi due episodi della serie creata da Nicolas Winding Refn, Too Old To Die Young – North of Hollywood, West of Hell, mentre nelle proiezioni di mezzanotte è prevista la nuova opera di Gaspar Noé, Lux Æterna. Tra le proiezioni speciali spiccano invece Tommaso di Abel Ferrara che, con il sodale Willem Dafoe, si occupa di un artista americano che vive a Roma; La Cordillera de los Sueños di Patricio Guzmán, che chiude, con le Ande, la sua trilogia, dopo Nostalgia della luce e La memoria dell’acqua; Family Romance, LLC, la nuova, misteriosa, opera di Werner Herzog ambientata in Giappone. In Un Certain Regard spiccano invece il nuovo film di Bruno Dumont, Jeanne, che torna alla Pulzella d’Orléans, e la nuova opera di Albert Serra, Liberté, una versione del suo spettacolo teatrale, un ritorno al Settecento con i temi a lui più cari.
Nel programma della parallela Quinzaine des Réalisateurs, nella nuova direzione artistica di Paolo Moretti, troviamo il nuovo film di Lav Diaz, Ang Hupa, una fantascientifica distopia, Hatsukoi, l’ultima follia di Takeshi Miike, Zombi Child, approdo di Bertrand Bonello alla mitologia voodoo haitiana; e poi, in proiezione speciale con masterclass, The Staggering Girl, mediometraggio di Luca Guadagnino con un cast di rispetto (Julianne Moore, Kyle MacLachlan) e Red 11 di Robert Rodriguez, basato sulla sua esperienza in un istituto di ricerca medica per finanziare El mariachi.
Infine va citata l’altra sezione parallela dell’ACID, sempre foriera di cose interessanti. Quest’anno sono previsti Solo di Artemio Beki, storia di un virtuoso compositore e pianista argentino con un passato di degenza in un ospedale psichiatrico; Take Me Somewhere Nice di Ena Sendijarević, viaggio della protagonista dall’Olanda alla Bosnia alla ricerca delle sue origini e di quelle di un conflitto devastante.
Già issati sul Palais e per le strade della cittadina della Costa Azzura i manifesti del festival che, quest’anno, sono dedicati ad Agnés Varda, la fondatrice della Nouvelle Vague, recentemente scomparsa, e che la ritraggono alla cinepresa su un piedistallo, durante la lavorazione del suo primo film, il corto La pointe courte. Agnes guarderà dall’alto questa nuova edizione della kermesse cinematografica francese.
Giampiero Raganelli
Riepilogo recensioni per sezione dal Festival di Cannes 2019
Concorso
The Dead Don’t Die di Jim Jarmusch
Sorry We Missed You di Ken Loach
A Hidden Life di Terrence Malick
Dolor y Gloria di Pedro Almodóvar
Once Upon a Time in…Hollywood di Quentin Tarantino
Il traditore di Marco Bellocchio
Matthias & Maxime di Xavier Dolan
Mektoub, My Love: Intermezzo di Abdellatif Kechiche
Parasite di Bong Joon-ho
La Gomera di Corneliu Porumboiu
It Must Be Heaven di Elia Suleiman
The Wild Goose Lake di Diao Yinan
Bacurau di Kleber Mendonça Filho & Juliano Dornelles
Portrait de la jeune fille en feu di Celine Sciamma
Little Joe di Jessica Hausner
Fuori Concorso
La Cordillera de los Sueños di Patricio Guzmán
Rocketman di Dexter Fletcher
Les plus belles années d’une vie di Claude Lelouch
Diego Maradona di Asif Kapadia
La belle époque di Nicolas Bedos
Share di Pippa Bianco
Être vivant et le savoir di Alain Cavalier
The Gangster, the Cop, the Devil di Won-Tae Lee
For Sama di Waad Al-Khateab e Edward Watts
Lux Æterna di Gaspar Noé
Quinzaine des Réalisateurs
Zombi Child di Bertrand Bonello
First Love di Takashi Miike
Perdrix di Erwan Le Duc
Le daim di Quentin Dupieux
Ghost Tropic di Bas Devos
Un Certain Regard
Liberté di Albert Serra
A Vida Invisível di Karim Aïnouz
Dylda di Kantemir Balagov
Chambre 212 di Christophe Honoré
The Swallows of Kabul di Zabou Breitman ed Eléa Gobé Mévellec
Adam di Maryam Touzani
Semaine de la Critique
Les héros ne meurent jamais di Aude Léa Rapin
Dwelling in the Fuchun Mountains di Xu Xiaogang
A White, White Day di Hlynur Pálmason
Le miracle du Saint Inconnu di Alaa Eddine Alje
Nuestras Madres di César Diaz
ACID
Blind Spot di Patrick Mario Bernard e Pierre Trividic
Solo di Artemio Benki
Cannes Classics
Shining di Stanley Kubrick
Cinéma de la Plage
Oh les filles! di François Armanet
Short Film Competition
The Van di Erenik Bequiri
Approfondimenti