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Festival di Cannes 2018: presentazione

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Sotto il segno di Godard

Ai nastri di partenza la 71° edizione del Festival di Cannes che omaggia nella sua locandina ancora una volta, dopo Il disprezzo due anni fa, un film di Jean-Luc Godard: Pierrot le fou. La scena del bacio tra Jean-Paul Belmondo e Anna Karina campeggerà ovunque sulla Croisette. In un’edizione dove verrà presentato l’ultimo film del Maestro della Nouvelle Vague, Le livre d’image, si presume un altro grande film teorico; anche se, visto il rapporto di amore-odio che ha sempre nutrito verso la manifestazione, Godard la snobberà presumibilmente ancora una volta. A inaugurare il festival sarà l’ormai acclamato regista iraniano Asghar Farhadi con Everybody Knows, una coproduzione internazionale, un thriller ambientato tra i vigneti spagnoli, protagonisti Penélope Cruz e Javier Bardem. Dall’Iran anche l’ultimo film di Jafar Panahi, 3 Faces, che sembrerebbe tornare a quegli specchi metacinematografici dei suoi esordi sotto la guida di Abbas Kiarostami. Il film infatti è incentrato sulla storua dell’attrice Behnaz Jafari che lascia la lavorazione del film in cui è impegnata. Se la presenza di Godard è difficile, tutti auspicano quella di Panahi, che deve essere autorizzato dal suo paese. Torna a Cannes anche Matteo Garrone che con Dogman torna nel malsano mondo della cronaca, ispirandosi al caso del canaro della Magliana. Insieme a lui l’Italia è rappresentata in concorso anche da Alice Rohrwacher con Lazzaro felice. Gran ritorno sulla Croisette anche per il grande regista turco Nuri Bilge Ceylan, con il film The Wild Pear Tree. L’estremo oriente vede invece la presenza del giapponese Hirokazu Koreeda con Shoplifters, ancora una storia famigliare tra persone modeste; del cinese Jia Zhang-Ke con Ash Is Purest White che torna ad ambientazioni noir. Il sudcoreano Lee Chang-dong porta il film dal titolo Burning. Spike Lee torna a mettere il dito nella piaga di tematiche razziali raccontando, in BlacKkKlansman, di un poliziotto che si infiltra nel Ku Klux Klan.
Passando a Un Certain Regard, il titolo più atteso è quello di Sergei Loznitsa che si occupa, con Donbass del conflitto nell’Ucraina orientale. Fuori Concorso invece sarnno presentati Solo: A Star Wars Story di Ron Howard il secondo film della Star Wars Anthology e The Man Who Killed Don Quixote, film di chiusura, coronamento del sogno ventennale di Terry Gilliam di realizzare un’opera dal classico di Miguel de Cervantes. E Fuori Concorso sarà anche il ritorno del figliol prodigo Lars Von Trier, perdonato dopo essere stato considerato persona non grata per la sua discutibile battuta sul nazismo, che porterà il suo The House That Jack Built, la storia di un efferato serial killer interpretato da Matt Dillon.
Tra gli special screening il ritorno al documentario fiume per il cinese Wang Bing che con Dead Souls racconta in otto ore dei superstiti dei campi d’internamento istituiti dal Partito Comunista alla fine degli anni ’50 per le persone considerate di ultra-destra. Ci saranno poi 10 Years Thailand, il film in quattro segmenti in cui ognuno dei registi Aditya Assarat, Apichatpong Weerasethakul, Chulayarnnon Siriphol, Wisit Sasanatieng, immagina il proprio paese nella prossima decade; e il documentario di Wim Wenders su Papa Francesco, Pope Francis – A Man of His Word.
Per chi vuole rifuggire la modernità e tuffarsi nel grande cinema classico, Cannes Classics propone una nutrita serie di capolavori restaurati digitalmente in 2k o 4k,. Il clou sarà 2001: Odissea nello spazio introdotto da Christopher Nolan, e poi Ladri di biciclette, Viaggio a Tokyo, L’appartamento. E ancora Enamorada del grande regista messicano, nonché attore per Sam Peckinpah, Emilio Fernández, presentato da Martin Scorsese, Suzanne Simonin, la religiosa di Jacques Rivette, una delle pietre miliari della Nová vlna quale I diamanti della notte di Jan Němec, A Ilha dos Amores di Paulo Rocha, Hyènes di Djibril Diop Mambéty, il grande regista africano di cui ricorrono i vent’anni dalla morte.
La sezione parallela Quinzaine des Réalisateurs avrà come punti di forza Climax del provocatorio Gaspar Noé, Mirai, anime giapponese di Mamoru Hosoda che conferma l’interesse della Quinzaine per l’animazione nipponica, dopo aver presentato La storia della principessa splendente; Birds of Passage dei colombiani Cristina Gallego e Ciro Guerra, ambientato nel mondo del narcotraffico.
E sorprese possono riservare anche le altre sezioni parallele, La Semaine de la Critique e soprattutto l’Acid a completare un programma già molto ricco.

Giampiero Raganelli

Riepilogo recensioni per sezione del Festival di Cannes 2018

Concorso

Todos lo saben di Asghar Farhadi

Le livre d’image di Jean-Luc Godard

Ash Is Purest White di Jia Zhangke

3 Faces di Jafar Panahi

Shoplifters di Hirokazu Koreeda

BlacKkKlansman di Spike Lee

Dogman di Matteo Garrone

Capernaum di Nadine Labaki

Lazzaro Felice di Alice Rohrwacher

Un couteau dans le coeur di Yann Gonzalez

The Wild Pear Tree di Nuri Bilge Ceylan

En guerre di Stéphane Brizé

Summer di Kirill Serebrennikov

Cold War di Pawel Pawlikowski

Yomeddine di Abu Bakr Shawky

Burning di Lee -Chang-dong

Fuori Concorso

The House That Jack Built di Lars von Trier

Solo: A Star Wars Story di Ron Howard

The Man Who Killed Don Quixote di Terry Gilliam

Arctic di Joe Penna

Le grand bain di Gilles Lellouche

Libre di Michel Toesca

Un Certain Regard

Donbass di Sergei Loznitsa

Girl di Lukas Dhont

Gueule d’ange di Vanessa Filho

Euforia di Valeria Golino

Border di Ali Abbasi

El ángel di Luis Ortega

Sofia di Meryem Benm’Barek-Aloisi

Rafiki di Wanuri Kahiu

Murder Me, Monster di Alejandro Fadel

Quinzaine des Réalisateurs

Climax di Gaspar Noé

Mirai di Mamoru Hosoda

La strada dei Samouni di Stefano Savona

En liberté! di Pierre Salvadori

The World is Yours di Romain Gavras

This Magnificent Cake! di Emma De Swaef e Marc James Roels

Leave No Trace di Debra Granik

Troppa grazia di Gianni Zanasi

Mandy di Panos Cosmatos

Birds of Passage di Cristina Callego e Ciro Guerra

The Load di Ognjen Glavonic

El motoarrebatador di Agustín Toscano

Los silencios di Beatriz Seigner

Carmen y Lola di Arantxa Echevarria

Semaine de la Critique

Diamantino di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt

La Persistente di Camille Lugan

Wildlife di Paul Dano

Nos batailles di Guillaume Senez

Sauvage di Camille Vidal-Naquet

Sir di Rohena Gera

Woman at War di Benedikt Erlingsson

Chris the Swiss di Anja Kofmel

Fuga di Agnieszka Smoczyńska

Third Kind di Yorgos Zois

Séance Spéciale

Dead Souls di Wang Bing

Pope Francis – A Man of His Words di Wim Wenders

Ancora un giorno di Raúl de la Fuente e Damian Nenow

Le grand bal di Laetitia Carton

Acid

L’amour debout di Michaël Dacheux

Thunder Road di Jim Cummings

Bad Bad Winter di Olga Korotko

Cassandro, the Exotico! di Marie Losier

Seule à mon mariage di Marta Bergman

Cannes Classics

Bergman – A Year in a Life di Jane Magnusson

Short Film

All These Creatures di Charles Williams

Judgement di Raymund Ribay Gutierrez

Cinéfondation

Inanimate di Lucia Bulgheroni

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