Sotto il segno di Godard
Ai nastri di partenza la 71° edizione del Festival di Cannes che omaggia nella sua locandina ancora una volta, dopo Il disprezzo due anni fa, un film di Jean-Luc Godard: Pierrot le fou. La scena del bacio tra Jean-Paul Belmondo e Anna Karina campeggerà ovunque sulla Croisette. In un’edizione dove verrà presentato l’ultimo film del Maestro della Nouvelle Vague, Le livre d’image, si presume un altro grande film teorico; anche se, visto il rapporto di amore-odio che ha sempre nutrito verso la manifestazione, Godard la snobberà presumibilmente ancora una volta. A inaugurare il festival sarà l’ormai acclamato regista iraniano Asghar Farhadi con Everybody Knows, una coproduzione internazionale, un thriller ambientato tra i vigneti spagnoli, protagonisti Penélope Cruz e Javier Bardem. Dall’Iran anche l’ultimo film di Jafar Panahi, 3 Faces, che sembrerebbe tornare a quegli specchi metacinematografici dei suoi esordi sotto la guida di Abbas Kiarostami. Il film infatti è incentrato sulla storua dell’attrice Behnaz Jafari che lascia la lavorazione del film in cui è impegnata. Se la presenza di Godard è difficile, tutti auspicano quella di Panahi, che deve essere autorizzato dal suo paese. Torna a Cannes anche Matteo Garrone che con Dogman torna nel malsano mondo della cronaca, ispirandosi al caso del canaro della Magliana. Insieme a lui l’Italia è rappresentata in concorso anche da Alice Rohrwacher con Lazzaro felice. Gran ritorno sulla Croisette anche per il grande regista turco Nuri Bilge Ceylan, con il film The Wild Pear Tree. L’estremo oriente vede invece la presenza del giapponese Hirokazu Koreeda con Shoplifters, ancora una storia famigliare tra persone modeste; del cinese Jia Zhang-Ke con Ash Is Purest White che torna ad ambientazioni noir. Il sudcoreano Lee Chang-dong porta il film dal titolo Burning. Spike Lee torna a mettere il dito nella piaga di tematiche razziali raccontando, in BlacKkKlansman, di un poliziotto che si infiltra nel Ku Klux Klan.
Passando a Un Certain Regard, il titolo più atteso è quello di Sergei Loznitsa che si occupa, con Donbass del conflitto nell’Ucraina orientale. Fuori Concorso invece sarnno presentati Solo: A Star Wars Story di Ron Howard il secondo film della Star Wars Anthology e The Man Who Killed Don Quixote, film di chiusura, coronamento del sogno ventennale di Terry Gilliam di realizzare un’opera dal classico di Miguel de Cervantes. E Fuori Concorso sarà anche il ritorno del figliol prodigo Lars Von Trier, perdonato dopo essere stato considerato persona non grata per la sua discutibile battuta sul nazismo, che porterà il suo The House That Jack Built, la storia di un efferato serial killer interpretato da Matt Dillon.
Tra gli special screening il ritorno al documentario fiume per il cinese Wang Bing che con Dead Souls racconta in otto ore dei superstiti dei campi d’internamento istituiti dal Partito Comunista alla fine degli anni ’50 per le persone considerate di ultra-destra. Ci saranno poi 10 Years Thailand, il film in quattro segmenti in cui ognuno dei registi Aditya Assarat, Apichatpong Weerasethakul, Chulayarnnon Siriphol, Wisit Sasanatieng, immagina il proprio paese nella prossima decade; e il documentario di Wim Wenders su Papa Francesco, Pope Francis – A Man of His Word.
Per chi vuole rifuggire la modernità e tuffarsi nel grande cinema classico, Cannes Classics propone una nutrita serie di capolavori restaurati digitalmente in 2k o 4k,. Il clou sarà 2001: Odissea nello spazio introdotto da Christopher Nolan, e poi Ladri di biciclette, Viaggio a Tokyo, L’appartamento. E ancora Enamorada del grande regista messicano, nonché attore per Sam Peckinpah, Emilio Fernández, presentato da Martin Scorsese, Suzanne Simonin, la religiosa di Jacques Rivette, una delle pietre miliari della Nová vlna quale I diamanti della notte di Jan Němec, A Ilha dos Amores di Paulo Rocha, Hyènes di Djibril Diop Mambéty, il grande regista africano di cui ricorrono i vent’anni dalla morte.
La sezione parallela Quinzaine des Réalisateurs avrà come punti di forza Climax del provocatorio Gaspar Noé, Mirai, anime giapponese di Mamoru Hosoda che conferma l’interesse della Quinzaine per l’animazione nipponica, dopo aver presentato La storia della principessa splendente; Birds of Passage dei colombiani Cristina Gallego e Ciro Guerra, ambientato nel mondo del narcotraffico.
E sorprese possono riservare anche le altre sezioni parallele, La Semaine de la Critique e soprattutto l’Acid a completare un programma già molto ricco.
Giampiero Raganelli
Riepilogo recensioni per sezione del Festival di Cannes 2018
Concorso
Todos lo saben di Asghar Farhadi
Le livre d’image di Jean-Luc Godard
Ash Is Purest White di Jia Zhangke
3 Faces di Jafar Panahi
Shoplifters di Hirokazu Koreeda
BlacKkKlansman di Spike Lee
Dogman di Matteo Garrone
Capernaum di Nadine Labaki
Lazzaro Felice di Alice Rohrwacher
Un couteau dans le coeur di Yann Gonzalez
The Wild Pear Tree di Nuri Bilge Ceylan
En guerre di Stéphane Brizé
Summer di Kirill Serebrennikov
Cold War di Pawel Pawlikowski
Yomeddine di Abu Bakr Shawky
Burning di Lee -Chang-dong
Fuori Concorso
The House That Jack Built di Lars von Trier
Solo: A Star Wars Story di Ron Howard
The Man Who Killed Don Quixote di Terry Gilliam
Arctic di Joe Penna
Le grand bain di Gilles Lellouche
Libre di Michel Toesca
Un Certain Regard
Donbass di Sergei Loznitsa
Girl di Lukas Dhont
Gueule d’ange di Vanessa Filho
Euforia di Valeria Golino
Border di Ali Abbasi
El ángel di Luis Ortega
Sofia di Meryem Benm’Barek-Aloisi
Rafiki di Wanuri Kahiu
Murder Me, Monster di Alejandro Fadel
Quinzaine des Réalisateurs
Climax di Gaspar Noé
Mirai di Mamoru Hosoda
La strada dei Samouni di Stefano Savona
En liberté! di Pierre Salvadori
The World is Yours di Romain Gavras
This Magnificent Cake! di Emma De Swaef e Marc James Roels
Leave No Trace di Debra Granik
Troppa grazia di Gianni Zanasi
Mandy di Panos Cosmatos
Birds of Passage di Cristina Callego e Ciro Guerra
The Load di Ognjen Glavonic
El motoarrebatador di Agustín Toscano
Los silencios di Beatriz Seigner
Carmen y Lola di Arantxa Echevarria
Semaine de la Critique
Diamantino di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt
La Persistente di Camille Lugan
Wildlife di Paul Dano
Nos batailles di Guillaume Senez
Sauvage di Camille Vidal-Naquet
Sir di Rohena Gera
Woman at War di Benedikt Erlingsson
Chris the Swiss di Anja Kofmel
Fuga di Agnieszka Smoczyńska
Third Kind di Yorgos Zois
Séance Spéciale
Dead Souls di Wang Bing
Pope Francis – A Man of His Words di Wim Wenders
Ancora un giorno di Raúl de la Fuente e Damian Nenow
Le grand bal di Laetitia Carton
Acid
L’amour debout di Michaël Dacheux
Thunder Road di Jim Cummings
Bad Bad Winter di Olga Korotko
Cassandro, the Exotico! di Marie Losier
Seule à mon mariage di Marta Bergman
Cannes Classics
Bergman – A Year in a Life di Jane Magnusson
Short Film
All These Creatures di Charles Williams
Judgement di Raymund Ribay Gutierrez
Cinéfondation
Inanimate di Lucia Bulgheroni