Home Festival Cannes 2017 Festival di Cannes 2017: presentazione

Festival di Cannes 2017: presentazione

178
0

Settanta volte sulla Croisette

Siamo arrivati alla settantesima edizione per quello che è il più importante festival al mondo. Quest’anno sulla Croisette di Cannes campeggerà la locandina ufficiale con una Claudia Cardinale su sfondo rosso in versione derviscio rotante, un suo ballo sui tetti di Roma in uno scatto del 1959. Cosa riserva quest’anno la kermesse? In concorso spiccano alcuni nomi festivalieri come Michael Haneke che ritrova Isabelle Huppert e Jean-Louis Trintignant in Happy End, un ritratto, si presume non tenero, di una famiglia borghese con la crisi dei rifugiati sullo sfondo; François Ozon con L’amant double racconterà la storia d’amore di una donna con il suo psicoterapeuta, di cui scoprirà i “lati oscuri” nel corso della relazione. Dagli USA Sofia Coppola promette un nuovo film in costume, dopo Marie Antoinette, The Beguiled con Colin Farrell, Nicole Kidman e Kirsten Dunst, ambientato nel profondo Sud americano durante la guerra di secessione; Todd Haynes invece mette in scena un romanzo dell’autore di “Hugo Cabret” Brian Selznick,dal titolo Wonderstruck. Torna Michel Hazanavicius, che si fece conoscere proprio a Cannes con The Artist, che ancora racconta storie di cinema con Le redoutable, la relazione nata nel 1967 tra Jean-Luc Godard, interpretato da Louis Garrel, e l’eterna bambina Anne Wiazemsky, interpretata da Stacy Martin. Non c’è festival ormai che possa definirsi tale senza un film di Hong Sangsoo e in effetti il regista sudcoreano sarà anche a Cannes con Geu-hu, mentre dall’oriente arriva anche la giapponese Naomi Kawase con Hikari, che si spera risalga la china dopo il terribile Le ricette della signora Toku (An). Grande attesa per il regista ucraino Sergei Loznitsa con il film A Gentle Creature.
Su Un Certain Regard ci sarà probabilmente da stendere il solito velo pietoso, a parte Kiyoshi Kurosawa che, con Before We Vanish promette ancora un’opera inquietante, basata su misteriose sparizioni ed efferati omicidi.
Il botto viene invece dalle opere fuori concorso dove troviamo due grandi maestri del cinema come Roman Polanski e Agnès Varda, il primo con D’après une histoire vraie, una storia d’amore al femminile con al centro una scrittrice di successo, la seconda con il documentario Visages Villages racconta del suo incontro con il fotografo JR che allestisce mostre fotografiche all’aperto. Fuori concorso anche un’opera di Takashi Miike, che con Blade of the Immortal torna al film storico di samurai.
Arrivando alle Séances speciales, troviamo due grandi documentaristi come Raymond Depardon e Claude Lanzmann, il primo con 12 jours sui pazienti di un reparto di psichiatria, il secondo con Napalm, un documentario girato in Corea del Nord senza autorizzazione. Sempre tra le proiezioni speciali un altro film di Hong Sang-soo, La caméra de Claire, dove in un probabile richiamo a Il ginocchio di Claire, e tornando a lavorare con Isabelle Huppert, tornano tutti i temi del regista sudcoreano, a partire dall’ambiente stesso del cinema qui rappresentato proprio dal Festival di Cannes. Ma la proiezione speciale più attesa è quella dei primi due episodi della nuova serie di Twin Peaks di David Lynch, dove ritroveremo l’agente Cooper dopo quell’ultima raccapricciante inquadratura del 1991, davanti a uno specchio in frantumi, impossessato da Bob.
Cannes Classics rappresenterà ancora l’ultima spiaggia, il rifugio dove si è certi di vedere solo capolavori. Quest’anno la sezione dei restauri manterrà fede alle celebrazioni del settantenario, con una rassegna che ripercorrerà le palme d’oro partendo da Bataille du rail di René Clément, del 1946, passando per Le salaire de la peur di Henri-Georges Clouzot, Blow-Up di Michelangelo Antonioni, Babatou, les trois conseils di Jean Rouch, L’impero dei sensi di Nagisa Oshima, La ballata di Narayama di Shohei Imamura, per arrivare a El sol del membrillo di Victor Erice.
Non è da meno neanche quest’anno la Quinzaine des Réalisateurs che presenta autori del calibro di Claire Denis, con Un beau soleil intérieur; Philippe Garrel, con L’amant d’un jour; Abel Ferrara, con Alive in France (un autoritratto del regista con momenti di concerti di musiche dei suoi film); Sharunas Bartas, con Frost; Amos Gitai, che con West of the Jordan River (Field Diary Revisited) torna dopo il 1982 nei territori occupati. Ma l’opera più attesa al Marriott è quella di Bruno Dumont che si cimenta, anche lui, con il mito di Giovanna d’Arco con Jeannette l’enfance de Jeanne d’Arc.
Ci sarebbe infine anche l’ACID, ulteriore sezione collaterale, indipendente come la Quinzaine, organizzata dall’Association pour le cinéma indépendant et sa diffusion, sempre piena di cose interessantissime. Riuscendo ad andarci…

Giampiero Raganelli

Riepilogo recensioni per sezione del Festival di Cannes 2017

Concorso

Okja di Bong Joon ho

Le redoutable di Michel Hazanavicius

Happy End di Michael Haneke

Hikari di Naomi Kawase

A Gentle Creature di Sergei Loznitsa

L’amant double di François Ozon

Loveless di Andrey Zvyagintsev

The Beguiled di Sofia Coppola

120 battements par minute di Robin Campillo

Good Time di Benny e Josh Safdie

The Square di Ruben Östlund

You Were Never Really Here di Lynn Ramsey

In the Fade di Fatih Akin

Wonderstruck di Todd Haynes

The Killing of a Sacred Deer di Yorgos Lanthimos

Jupiter’s Moon di Kornél Mundruczó

Fuori Concorso

Blade of the Immortal di Takashi Miike

D’après une histoire vraie di Roman Polanski

Les fantômes d’Ismaël di Arnaud Desplechin

A Prayer Before Dawn di Jean-Stéphane Sauvaire

Napalm di Claude Lanzmann

Visages, villages di Agnés Varda e JR

La caméra de Claire di Hong Sang-soo

The Venerable W. di Barbet Schroeder

The Villainess di Byung-gil Jung

Un Certain Regard

Fortunata di Sergio Castellitto

Before We Vanish di Kiyoshi Kurosawa

Jeune femme di Léonor Serraille

Directions di Stephan Komandarev

La cordillera di Santiago Mitre

Wind River di Taylor Sheridan

Closeness di Kantemir Balagov

Western di Valeska Grisebach

Dopo la guerra di Annarita Zambrano

L’atelier di Laurent Cantet

Aala Kaf Ifrit di Kaouther Ben Hania

Quinzaine des Réalisateurs

Un beau soleil intérieur di Claire Denis

L’amant d’un jour di Philippe Garrel

Cuori puri di Roberto De Paolis

Nothingwood di Sonia Kronlund

La defensa del dragón di Natalia Santa

Bushwick di Gary Murnion e Jonathan Milott

West of the Jordan River di Amos Gitai

L’intrusa di Leonardo Di Costanzo

Marlina the Murderer in Four Acts di Mouly Surya

Mobile Homes di Vladimir De Fontenay

The Florida Project di Sean Baker

Jeanette, l’enfance de Jeanne d’Arc di Bruno Dumont

Ôtez-moi d’un doute di Carine Tardieu

Frost di Sharunas Bartas

The Rider di Chloé Zhao

Semaine de la Critique

Sicilian Ghost Story di Fabio Grassadonia, Antonio Piazza

Petit paysan di Hubert Charuel

Makala di Emmanuel Gras

Tehran Taboo di Ali Soozandeh

Une vie violente di Thierry De Peretti

Special Event

Promised Land di Eugene Jarecki

They di Anahita Ghazvinizadeh

Événement

24 Frames di Abbas Kiarostami

ACID

Kiss and Cry di Chloé Mahieu e Lila Pinell

Interviste

Takashi Miike

Kiyoshi Kurosawa

Articolo precedenteIntervista a Rimi Beqiri
Articolo successivoI Peggiori

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here

uno + 16 =