Settanta volte sulla Croisette
Siamo arrivati alla settantesima edizione per quello che è il più importante festival al mondo. Quest’anno sulla Croisette di Cannes campeggerà la locandina ufficiale con una Claudia Cardinale su sfondo rosso in versione derviscio rotante, un suo ballo sui tetti di Roma in uno scatto del 1959. Cosa riserva quest’anno la kermesse? In concorso spiccano alcuni nomi festivalieri come Michael Haneke che ritrova Isabelle Huppert e Jean-Louis Trintignant in Happy End, un ritratto, si presume non tenero, di una famiglia borghese con la crisi dei rifugiati sullo sfondo; François Ozon con L’amant double racconterà la storia d’amore di una donna con il suo psicoterapeuta, di cui scoprirà i “lati oscuri” nel corso della relazione. Dagli USA Sofia Coppola promette un nuovo film in costume, dopo Marie Antoinette, The Beguiled con Colin Farrell, Nicole Kidman e Kirsten Dunst, ambientato nel profondo Sud americano durante la guerra di secessione; Todd Haynes invece mette in scena un romanzo dell’autore di “Hugo Cabret” Brian Selznick,dal titolo Wonderstruck. Torna Michel Hazanavicius, che si fece conoscere proprio a Cannes con The Artist, che ancora racconta storie di cinema con Le redoutable, la relazione nata nel 1967 tra Jean-Luc Godard, interpretato da Louis Garrel, e l’eterna bambina Anne Wiazemsky, interpretata da Stacy Martin. Non c’è festival ormai che possa definirsi tale senza un film di Hong Sangsoo e in effetti il regista sudcoreano sarà anche a Cannes con Geu-hu, mentre dall’oriente arriva anche la giapponese Naomi Kawase con Hikari, che si spera risalga la china dopo il terribile Le ricette della signora Toku (An). Grande attesa per il regista ucraino Sergei Loznitsa con il film A Gentle Creature.
Su Un Certain Regard ci sarà probabilmente da stendere il solito velo pietoso, a parte Kiyoshi Kurosawa che, con Before We Vanish promette ancora un’opera inquietante, basata su misteriose sparizioni ed efferati omicidi.
Il botto viene invece dalle opere fuori concorso dove troviamo due grandi maestri del cinema come Roman Polanski e Agnès Varda, il primo con D’après une histoire vraie, una storia d’amore al femminile con al centro una scrittrice di successo, la seconda con il documentario Visages Villages racconta del suo incontro con il fotografo JR che allestisce mostre fotografiche all’aperto. Fuori concorso anche un’opera di Takashi Miike, che con Blade of the Immortal torna al film storico di samurai.
Arrivando alle Séances speciales, troviamo due grandi documentaristi come Raymond Depardon e Claude Lanzmann, il primo con 12 jours sui pazienti di un reparto di psichiatria, il secondo con Napalm, un documentario girato in Corea del Nord senza autorizzazione. Sempre tra le proiezioni speciali un altro film di Hong Sang-soo, La caméra de Claire, dove in un probabile richiamo a Il ginocchio di Claire, e tornando a lavorare con Isabelle Huppert, tornano tutti i temi del regista sudcoreano, a partire dall’ambiente stesso del cinema qui rappresentato proprio dal Festival di Cannes. Ma la proiezione speciale più attesa è quella dei primi due episodi della nuova serie di Twin Peaks di David Lynch, dove ritroveremo l’agente Cooper dopo quell’ultima raccapricciante inquadratura del 1991, davanti a uno specchio in frantumi, impossessato da Bob.
Cannes Classics rappresenterà ancora l’ultima spiaggia, il rifugio dove si è certi di vedere solo capolavori. Quest’anno la sezione dei restauri manterrà fede alle celebrazioni del settantenario, con una rassegna che ripercorrerà le palme d’oro partendo da Bataille du rail di René Clément, del 1946, passando per Le salaire de la peur di Henri-Georges Clouzot, Blow-Up di Michelangelo Antonioni, Babatou, les trois conseils di Jean Rouch, L’impero dei sensi di Nagisa Oshima, La ballata di Narayama di Shohei Imamura, per arrivare a El sol del membrillo di Victor Erice.
Non è da meno neanche quest’anno la Quinzaine des Réalisateurs che presenta autori del calibro di Claire Denis, con Un beau soleil intérieur; Philippe Garrel, con L’amant d’un jour; Abel Ferrara, con Alive in France (un autoritratto del regista con momenti di concerti di musiche dei suoi film); Sharunas Bartas, con Frost; Amos Gitai, che con West of the Jordan River (Field Diary Revisited) torna dopo il 1982 nei territori occupati. Ma l’opera più attesa al Marriott è quella di Bruno Dumont che si cimenta, anche lui, con il mito di Giovanna d’Arco con Jeannette l’enfance de Jeanne d’Arc.
Ci sarebbe infine anche l’ACID, ulteriore sezione collaterale, indipendente come la Quinzaine, organizzata dall’Association pour le cinéma indépendant et sa diffusion, sempre piena di cose interessantissime. Riuscendo ad andarci…
Giampiero Raganelli
Riepilogo recensioni per sezione del Festival di Cannes 2017
Concorso
Okja di Bong Joon ho
Le redoutable di Michel Hazanavicius
Happy End di Michael Haneke
Hikari di Naomi Kawase
A Gentle Creature di Sergei Loznitsa
L’amant double di François Ozon
Loveless di Andrey Zvyagintsev
The Beguiled di Sofia Coppola
120 battements par minute di Robin Campillo
Good Time di Benny e Josh Safdie
The Square di Ruben Östlund
You Were Never Really Here di Lynn Ramsey
In the Fade di Fatih Akin
Wonderstruck di Todd Haynes
The Killing of a Sacred Deer di Yorgos Lanthimos
Jupiter’s Moon di Kornél Mundruczó
Fuori Concorso
Blade of the Immortal di Takashi Miike
D’après une histoire vraie di Roman Polanski
Les fantômes d’Ismaël di Arnaud Desplechin
A Prayer Before Dawn di Jean-Stéphane Sauvaire
Napalm di Claude Lanzmann
Visages, villages di Agnés Varda e JR
La caméra de Claire di Hong Sang-soo
The Venerable W. di Barbet Schroeder
The Villainess di Byung-gil Jung
Un Certain Regard
Fortunata di Sergio Castellitto
Before We Vanish di Kiyoshi Kurosawa
Jeune femme di Léonor Serraille
Directions di Stephan Komandarev
La cordillera di Santiago Mitre
Wind River di Taylor Sheridan
Closeness di Kantemir Balagov
Western di Valeska Grisebach
Dopo la guerra di Annarita Zambrano
L’atelier di Laurent Cantet
Aala Kaf Ifrit di Kaouther Ben Hania
Quinzaine des Réalisateurs
Un beau soleil intérieur di Claire Denis
L’amant d’un jour di Philippe Garrel
Cuori puri di Roberto De Paolis
Nothingwood di Sonia Kronlund
La defensa del dragón di Natalia Santa
Bushwick di Gary Murnion e Jonathan Milott
West of the Jordan River di Amos Gitai
L’intrusa di Leonardo Di Costanzo
Marlina the Murderer in Four Acts di Mouly Surya
Mobile Homes di Vladimir De Fontenay
The Florida Project di Sean Baker
Jeanette, l’enfance de Jeanne d’Arc di Bruno Dumont
Ôtez-moi d’un doute di Carine Tardieu
Frost di Sharunas Bartas
The Rider di Chloé Zhao
Semaine de la Critique
Sicilian Ghost Story di Fabio Grassadonia, Antonio Piazza
Petit paysan di Hubert Charuel
Makala di Emmanuel Gras
Tehran Taboo di Ali Soozandeh
Une vie violente di Thierry De Peretti
Special Event
Promised Land di Eugene Jarecki
They di Anahita Ghazvinizadeh
Événement
24 Frames di Abbas Kiarostami
ACID
Kiss and Cry di Chloé Mahieu e Lila Pinell
Interviste