Gioventù bruciata… dai social
Tanti approcci diversi, tanti generi rappresentati, tante declinazioni del verbo cinematografico nei lavori in concorso al Molo film Festival 2022. E tra i corti premiati il 23 ottobre al Caffè Letterario degno di nota è anche quello che ha fruttato a Saverio Cappiello un significativo riconoscimento quale Miglior Autore Emergente.
Del resto piuttosto giovane l’autore, ancor più piccoli di età i protagonisti di questo spaccato giovanile, che ha saputo lasciare sensazioni forti, nel descrivere uno spaesamento generale (e soprattutto generazionale) nonché i rapporti spesso problematici, irrisolti e morbosi, con quei nuovi spazi di condivisione intimamente legati all’uso del cellulare e dei social media. Giornate vuote, in bilico tra la preoccupante spinta verso nuove forme di bullismo e una latente ingenuità, nell’affidare tracce così importanti della propria vita materiale e sentimentale a simili strumenti. Questa in ogni caso la motivazione del premio espressa dalla giuria: “Un lavoro che racconta con l’originalità e libertà la storia degli ultimi evitando di cadere in toni compassionevoli e pietistici, dando spazio alla vita vera in tutte le sue sfumature.”
In Faccia di cuscino, corto concepito a ridosso di taluni laboratori cinematografici che hanno molto coinvolto chi vi ha potuto partecipare, assistiamo ai piatti tentativi di combattere la noia e la difficoltà a relazionarsi coi propri coetanei, effettuati come ogni giorno da Samuel, Danny e Stefano; ossia un gruppetto di amici che trascorre il proprio tempo tra scherzi e piccole spacconate, in uno squallido canalone prossimo al mare. Quando un pomeriggio il più piccolo della compagnia, Samuel, si stufa di essere bersagliato dalle burle continue degli altri due, approderà a un gesto inatteso col quale vorrebbe guadagnarsi l’ammirazione dei più grandi, creando però a una ragazza del posto motivi di forte disagio dai quali il piccoletto potrebbe, in prospettiva, prendere coscienza delle conseguenze e del peso delle proprie azioni.
Girato con apprezzabile verismo e uno sguardo non banale sui rapporti tra giovanissimi, il corto di Saverio Cappiello non cede a moralismi di sorta ma lascia ampi spazi di riflessione sotto il profilo antropologico, come pure sul versante etico.
Già che ci siamo, ne approfittiamo per elencare poi in coda gli altri premi con relative motivazioni:
Premio per il Miglior Film a Spera Teresa di Damiano Giacomelli.
Motivazione: Un lavoro che racconta con l’originalità e libertà la storia degli ultimi evitando di cadere in toni compassionevoli e pietistici, dando spazio alla vita vera in tutte le sue sfumature.
Menzione speciale a Cracolice di Fabio Serpa.
Motivazione: Cracolice si fonda su un’intuizione feconda e originale: affrontare il tema del mezzogiorno attraverso il ricorso a un incrocio di forme cinematografiche (lo stile del documentario, l’allusione al cinema di genere) evitando i cliché e il contenutismo.
Seppure mostrando l’inesperienza del regista, Cracolice costruisce un impianto narrativo e un universo d’immaginari consistenti e articolati.
Premio speciale fuori concorso a Stabile di Luca Di Paolo.
Motivazione: Per farsi carico del racconto di un orizzonte così poco raccontato e che fatica a trovare cittadinanza nel dibattito pubblico del nostro paese.
PREMIO DEL PUBBLICO a Corpo e aria di Cristian Patanè.
Stefano Coccia