Tutto sotto controllo
Settimane fa, dopo aver visto è recensito la versione in home video di Cold Eyes, ci chiedevamo del perché ci fosse stato bisogno di realizzare un remake a così poca distanza di tempo. Ora che abbiamo avuto la possibilità di recuperare l’originale grazie al dvd edito da Mustang (in una versione dal punto di vista della qualità audio e video di buon livello, ma poverissima di contenuti extra con il solo trailer a comporre il comparto), vale a dire l’Eye in the Sky di Yau Nai Hoi, abbiamo finalmente una risposta a quella domanda. Il rifacimento sudecoreano ha colmato gli unici due limiti presenti nella matrice hongkonghese, ossia la discontinuità nel ritmo e quella nella componente più squisitamente spettacolare. La coppia coreana è, infatti, intervenuta in maniera piuttosto massiccia su entrambi i piani, alzando di molto la velocità d’esecuzione e del montaggio, ma anche il tasso adrenalinico e lo show pirotecnico delle sequenze d’azione. I suddetti interventi hanno di fatto incrementato il livello entertainment del progetto, spingendolo ancora di più verso la direzione del blockbuster. Impronta, questa, che Yau Nai Hoi ha cercato invece di arginare, trovando un equilibrio genetico tra intrattenimento puro e personali esigenze autoriali.
Per quanto ci riguarda, l’ago della bilancia non pende da nessuno dei due piatti della bilancia, poiché si tratta di impostazioni tecniche e scelte di confezionamento ben precise. Pertanto, non ci sembra giusto schierarci da una parte piuttosto che dall’altra, poiché li riteniamo due prodotti diversi, ma ugualmente fruibili. La differenza la fa in questo caso solamente il gusto dello spettatore di turno, anche perché sul fronte narrativo e drammaturgico, fatta eccezione per lo spostamento geografico della vicenda da Hong Kong a Seoul e per alcuni cambiamenti di location (ad esempio l’incipit nell’originale è ambientato su un tram, mentre quello del remake nel vagano di un treno della metropolitana), la storia e i personaggi restano praticamente invariati per quanto concerne lo sviluppo del racconto e le one line dei singoli personaggi. Riavvolgendo il nastro della trama, infatti, ci ritroviamo al seguito di un gruppo di ladri che ha organizzato con successo una rapina in una gioielleria (in Cold Eyes la rapina va in scena invece in una banca). Una recluta, a fianco di un sergente del Criminal Intelligence Burreau, è sulle loro tracce. Dopo aver esaminato i video della sorveglianza, i poliziotti identificano i colpevoli e riescono a intercettare gli spostamenti, in attesa che la banda metta a segno il colpo successivo per mettere la parola fine alle indagini.
Detto questo, Eye in the Sky è un poliziesco metropolitano high tech che mette in scena l’ennesimo capitolo dell’eterna lotta tra i rappresentanti della giustizia e quelli della malavita, approfondendo anche il tema dell’uso delle moderne tecnologie e con esso i diversi usi, leciti e illeciti, che se ne possono fare. Nulla di nuovo, ma credeteci vale assolutamente la pena fare un ripasso. Johnnie To, qui in veste di produttore, non delude mai.
Francesco Del Grosso
Eye in the Sky
Regia: Yau Nai-Hoi Hong Kong 2009 Durata: 86′
Cast: Simon Yam, Tony Leung Ka Fai, Kate Tsui
Lingue: Italiano Dolby Digital 5.1, Originale Dolby Digital 5.1, Cantonese
Sottotitoli: Italiano per non udenti
Formato: 16/9 1.78:1
Extra: Trailer
Distribuzione: Mustang