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Everly

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VOTO: 7

You cant’t kill Salma

Everly è un film del 2014, diretto da Joe Lynch. È stato prodotto dalla Crime Scene Pictures Vega e dalla Baby! Anonymous Content.
Si potrebbe anche pensare che Everly non ci dica niente di nuovo. Ed in effetti, se lo si osserva con distacco, ci si trova davanti ad un action movie classico in cui il protagonista di turno (meglio se incazzato e figo da far paura) si ritrova a dover fronteggiare orde di nerboruti uomini armati. Ancor di più visto che questo film, per il budget abbastanza ridotto, si svolge tutto all’interno di un solo edificio, incorrendo nel serio rischio di una staticità eccessiva. La pellicola diretta da Joe Lynch, tristemente noto per Wrong Turn 2, invece, aggiunge qualche elemento interessante che serve immediatamente a riscattarsi e a sorprenderci. Il film decalca in modo esplicito lo stile pulp di Kill Bill, seguendo tutta la scia delle influenze a cui questo si ispira, ricco delle peggiori efferatezze e situazioni macabre.
Everly (Salma Hayek), dopo essere diventata collaboratrice dell’FBI, si ritrova a lottare contro un esercito di killer assoldati da Taiko (Hiroyuki Watanabe), ex fidanzato e crudele boss mafioso, che vorrebbe ucciderla perché accusata di tradimento.
Tutta la vicenda si svolge all’interno dell’appartamento della sfortunata, in cui lei si sveglia completamente nuda, dentro ad un palazzo sorvegliato da numerose guardie e telecamere a circuito chiuso. La prima parte è dedicata, a ragione, al corpo statuario della Hayek, che scalza ed in sottoveste prova a capire cosa le sta succedendo attorno. È spaventata, la non più giovanissima attrice messicana, il che la aiuta ad avere un tratto più umano e meno vicino all’eroina dei videogame Lara Croft. Ci ritroviamo così catapultati subito dentro ad un momento di grande tensione e ritmo, confusi e ipnotizzati dalla carica erotica della figura indifesa della protagonista.
Everly si incanala immediatamente in binari di estremo divertimento, in cui il variopinto universo dei nemici, composto da un commando di prostitute e sicari asiatici, assumerà l’inevitabile forma di una sfilata di bizzarri personaggi ai limiti del carnevalesco. Un freno viene posto solo dalla presenza di “The Dead Man” (Akie Kotabe), un giovane assassino con occhiali da nerd che, gambizzato e costretto sul divano della Hayek, aggiungerà una nota mordace e a tratti commovente a tutto il quadretto.
Gli spari però non smettono ed i proiettili volano, tra lucciole con i capelli viola e samurai in mutande, lolite impaurite ed agenti SWAT in tenuta d’assalto che assicurano sempre una buona dose di velocità ed adrenalina allo spettatore. Quando poi farà la sua comparsa “The Sadist” (Togo Igawa) – con al seguito il masochista ingabbiato dentro ad una campana di ferro e degli inquietanti guerrieri con maschere dal sorriso sardonico – si toccherà addirittura una dimensione fumettistica di tarantiniana memoria.
Il vero colpo di spugna del film scritto da Yale Hannon, però, ci viene offerto dal coinvolgimento della figlia e della madre, minacciate dal capo della mala, che oltre ad immettere una scarica di suspense e tensione riuscirà anche a creare le basi su cui fondare un finale semplice ma comunque piacevole. Everly cercherà la redenzione, per i suoi errori di genitrice, sfidando proprio la personificazione del codice d’onore.
La pellicola risulta dunque, come si diceva, un action movie classico, in cui la trama elementare viene tenuta in equilibrio dalla dinamicità proposta dal montaggio (a cura di Evan Schiff) e momenti ironici (ad esempio quando la Hayek pulisce la sua abitazione dai corpi dilaniati sotto le note di “Fa La La” di Bear McCreary) si alternano con altrettanti lampi esplosivi. Un film di genere, promosso per chi si vuole svagare qualche ora.

Riccardo Scano

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