Un visionario viaggio nell’incubo
In anteprima al Ravenna Nightmare Film Festival 2020, il francese Driving Animals, diretto e scritto da Florian Bardet, è un road movie provenzale angosciante e pretenzioso, che affonda lo spettatore in un viaggio visionario nell’incubo.
Il tema proposto è interessante: cinque personaggi in cerca d’autore, o meglio in fuga dal loro incubo personale, le cui vite si intrecciano lungo una isolata strada di campagna nel cuore della Provenza; molto curato esteticamente, con una fotografia ricercata veramente apprezzabile e una continua contrapposizione tra inquadrature molto ampie a altre molto strette, perde però di vista, lungo il tragitto, l’obiettivo principale.
La divisione in capitoli, riproduzione, corteggiamento, sopravvivere, catena alimentare, è funzionale alla presentazione dei personaggi, tutti a modo loro animali incatenati nella gabbia della vita; individui dall’equilibrio traballante che si incontrano sulla grande protagonista, la strada, in un viaggio angosciante che anziché liberarli li porterà nel cuore dell’incubo. Angoscia, tristezza profonda, disperazione, desiderio di fuga, come gli animali sono preda dei loro istinti, l’animale uomo soccombe alle proprie emozioni, prigioniero della consapevolezza dell’inevitabilità della morte, incatenato in un incubo che ha in sé il dono di essere catartico. In Driving Animals tutti vivono nel profondo del loro incubo, ma non tutti ne hanno coscienza. Bardet ha inteso realizzare un road movie psicologico, ma qui il trip più che come viaggio sulla strada o nella mente dei protagonisti assume piuttosto i contorni di quello dovuto agli effetti di stupefacenti; il suo Driving Animals, che pure ha diverse note positive, risulta troppo pretenzioso nelle aspettative e non convince fino in fondo.
Michela Aloisi