Il principio di realtà
Dieci minuti al giorno possono cambiare il corso della giornata. Dieci minuti facendo qualcosa di completamente nuovo, possono cambiare il corso di una vita. Nuovi incontri, la scoperta di legami speciali e l’ascolto di chi ci ha sempre voluto bene. A volte basta poco per ricominciare. Questo è quello che scoprirà nel pieno di una crisi esistenziale Bianca, una donna “spezzata” che viene lasciata dal marito dopo una relazione di 18 anni, protagonista di Dieci minuti, il film che Maria Sole Tognazzi ha liberamente tratto (con la complicità in fase di scrittura di Francesca Archibugi) dalle pagine del romanzo Per dieci minuti di Chiara Gamberale del 2013, in uscita nelle sale a partire dal 25 gennaio 2024 con Vision Distribution.
Il libro della scrittrice romana prima e questo film ora ci portano al seguito di una donna alle prese con un viaggio nel dolore al quale seguirà un percorso a ostacoli di rinascita (sulla scia di quello affrontato dalla Olga de I giorni dell’abbandono), attraverso un racconto caldo e appassionante che stempera il dramma con funzionali ed efficaci tocchi di humour per mostrare lo spaesamento della protagonista. A dare corpo e voce a quest’ultima una Barbara Ronchi in perenne stato di grazia che offre alla figura che le è stata affidata, all’opera, alla regista e al pubblico una performance intensa, emozionante e al contempo misurata.
È lei il cuore pulsante e il baricentro su e intorno al quale ruota una costellazione di personaggi variegati che entrano ed escono dalla scena lasciando ciascuno a proprio modo un segno del loro passaggio (da Margherita Buy a Fotinì Peluso, da Barbara Chichiarelli ad Anna Ferruzzo) in questo complicato momento della sua esistenza. Il tutto per dare forma e sostanza a una storia di donne, sulle donne e per le donne, come quelle alle quali la Tognazzi ci ha piacevolmente abituati negli ultimi anni con Viaggio sola, Io e lei e la serie Sky Petra. Racconti, questi, nei quali le figure femminili sono chiave e centrali e alle quali fanno da spalla quelle maschili. Da qui una galleria eterogenea e preziosa di personaggi femminili nelle quali moltissime spettatrici dall’altra parte dello schermo possono rispecchiarsi e dalle quali altrettanti spettatori dovrebbero imparare qualcosa.
La regista capitolina disegna sullo schermo un ritratto toccante che passa per la crisi dei punti di riferimento della protagonista: il matrimonio, la famiglia, il lavoro e la rete relazionale. Crisi dalla quale Bianca riuscirà ad uscire grazie a una forza interiore ritrovata e all’aiuto degli affetti, perché si sa nessuno si salva da solo. Il tutto prende forma e sostanza con una narrazione che approfondisce tematiche universali, tra cui l’importanza dei legami affettivi, ma soprattutto un approccio pieni di verità, realismo, sincerità e onestà nello sguardo e nel profondo amore nei confronti dei personaggi, nessuno escluso, compresi quelli quelle maschili imperfette e fragili come nel caso dei personaggi interpretati da Alessandro Tedeschi e Marcello Mazzarella, rispettivamente ex e padre di Bianca.
Francesco Del Grosso