Affrontare la perdita di una persona cara
Il lutto per la perdita di una persona cara è una parte ineludibile nella vita di ciascuno di noi. Solo tendiamo a rimuoverlo. Ecco, dunque, che tocca agli artisti ricordarcelo e permetterci così di fare i conti con una parte certo poco allegra della vita. A questo turno sono Jean-David Rodrigue e Franie-Éléonore Bernier ad assumersi il compito di riconnetterci con l’inevitabile conclusione del ciclo della vita attraverso il loro cortometraggio Danavan, presentato alle Giornate del cinema quebecchese in Italia di quest’anno. I due giovani autori, nonostante possano vantare una produzione, e dunque un’esperienza, al momento ancora esigua, sembrano però avere le idee già chiare. La coppia mette in scena una commedia drammatica nella quale l’accettazione della perdita di un amico, e l’occasione per dargli l’ultimo saluto, passa da un barbecue che l’uomo possedeva. Dal punto di vista squisitamente tecnico va fatto notare che non c’è molto da dire. La grammatica cinematografica del cortometraggio è corretta, ma niente di più. La parte di maggiore interesse, in quest’ottica, è la sequenza finale. Qui i registi organizzano quella che sembra essere una vera e propria cerimonia funebre, tra il grottesco ed il commovente. La scelta di trattare il tema della perdita attraverso la lente della commedia rende, forse, il discorso più scorrevole. Alla fine, il cortometraggio si risolve in un momento di catarsi che riscatta un’opera che poteva risolversi in un compito ben svolto ma senza alcun vero guizzo. Uno degli elementi che maggiormente risaltano nel corso della visione è la grande delicatezza del discorso cinematografico. Con un simile argomento sarebbe stato facile incappare in qualche scivolone di cattivo gusto. Tuttavia, il cinema del Québec ci ha dimostrato di avere tra i propri tratti distintivi la levità nei toni, anche, e soprattutto, quando si tratta di andare a toccare storie con una forte componente emotiva. Rodrigue e Bernier si inseriscono dunque nell’ambito generale del cinema del Canada francese con questa loro dramedy dai toni lievi nella quale si affronta il sempre spinoso tema dell’elaborazione del lutto. Lo sgangherato atto dei due protagonisti, che sperano così di trattenere almeno una parte del loro rapporto con l’amico defunto, si risolve dunque nell’accettazione della perdita e nell’apertura ad un nuovo possibile rapporto. Il tutto ruotante intorno ad un semplice barbecue, che, in questo modo, da mero oggetto inanimato, assurge quasi a livello di totem rappresentante l’eterna possibilità di rinnovamento che la vita possiede. Tutto si rinnova e va avanti. Bisogna però sforzarsi di affrontare la cosa e non rimanere a rimuginare su quanto si sia perduto. La brevità del cortometraggio, solo dodici minuti, ha probabilmente permesso ai due autori, di concentrare il proprio discorso e non disperderlo. Potrebbe però essere interessante vederli all’opera con un minutaggio maggiore, magari un lungometraggio, per capire se possono essere in grado di mantenere questa levità e coerenza anche con un lavoro dalle dimensioni più impegnative.
Luca Bovio