Home Festival Roma 2021 Crusade

Crusade

92
0
VOTO: 6

Il mondo salvato dai ragazzini

La pellicola Crusade (La croisade, 2021) di Louis Garrel, già passata al 74º Festival di Cannes e adesso riproposta, nella sezione Alice nella città, alla Festa del Cinema di Roma 2021, è dedicata allo sceneggiatore Jean-Claude Carrière, scomparso l’8 febbraio 2021, che ebbe l’idea primaria successivamente sviluppata assieme al regista. Commedia con al centro il tema dell’ecologia, che in questo momento è una problematica fondamentale, nelle sue pieghe si ravvisa benissimo quell’umorismo grottesco e paradossale proprio dello sceneggiatore francese, come già era visibile – con maggior forza – nei copioni firmati assieme a Luis Buñuel, su cui spicca Il fascino discreto della borghesia (Le charme discret de la bourgeoisie, 1972) oppure nella caustica commedia apologo Max mon amour (1986) di Nagisa Oshima. Se si stacca la tematica dell’ambientalismo, l’altro argomento che prevale, e in cui si riconosce lo zampino di Carrière, sono le schermaglie di coppia, in questo caso rappresentate in due modalità: quelle tra gli adulti, e quelle tra i bambini. Gli infanti hanno comportamenti simili a quelle degli adulti, mentre i genitori, reagiscono in maniera quasi bambinesca (principalmente Abel).

Nelle interviste promozionali, Louis Garrel evidenzia che l’idea venne a Carrière qualche anno prima che il tema dell’ambientalismo e dell’ecologismo divenisse di primaria importanza, ovvero quando la veemente attivista Greta Thumberg era ancora accolta come un fenomeno mediatico di poco conto. Il regista francese inizialmente non credeva nell’idea che un gruppo di bambini avrebbe preso le redini del comando dettando legge agli adulti, e per tanto rifiutò il soggetto. Garrel cambiò idea con i fatti occorsi in questi ultimi due anni, dalla pandemia ai lockdown e, soprattutto, come la piccola Thumberg continuasse la sua battaglia, discutendo con i leader delle varie nazioni. A pellicola ultimata tutti questi fatti sono presenti, e la brevità di Crusade (poco più di un’ora), fanno anche capire come Garrel, recepita la visione grottesca di Carrière, abbia voluto realizzare un’opera veloce che fosse un fruibile apologo per tutti. Il piccolo Joseph ha ragione quando dice ai suoi genitori che ormai si sono sclerotizzati, assisi su una tranquillità economica che gli ha fatto perdere la visione rivoluzionaria. Un dito puntato verso loro ma che riguarda tutto il mondo degli adulti. La coppia Abel (Garrel) e Marianne (Laetitia Casta), che tra l’altro hanno i medesimi nomi dei protagonisti del precedente L’uomo fedele (L’homme fidèle, 2018) sono una giovane coppia di estrazione borghese, ferventemente intellettuale, ma sostanzialmente cieca a quanto gli capita attorno (il figlio da mesi vende gli oggetti di casa ma loro non se ne accorgono). La cecità borghese si nota anche durante il pranzo con l’altra coppia di amici, che esprimono gli usuali concetti qualunquisti sul mondo. E in questa scena, si può notare uno dei tocchi descrittivi anti-borghesi di Carrière (il padre di Lucie si mette in tasca del cibo, prima di uscire). L’apologo tracciato si trasforma anche in fantascienza, perché la scena in cui Joseph porta i genitori a vedere l’avveniristico progetto creato dai bambini, pare nell’esplosione di colore nell’oscura notte, una scena di Incontri ravvicinati del terzo tipo (Close Encounters of the Third Kind, 1977) di Steven Spielberg. Anche le scene inerenti a un improvviso aumento delle polveri sottili, che costringe la gente a sigillarsi in casa (rimando alla pandemia e al lockdown), sono molto cinematografiche, e ricordano quell’ironia avveniristica di Jean-Luc Godard. Il finale è una dichiarazione di speranza, ma ugualmente può essere letta come un’ultima beffa, perché le visioni possono essere anche frutto dell’immaginazione. Crusade, aiutato anche da una breve durata che evita troppi inutili fronzoli, è una commedia tutto sommato congeniale, che ha i suoi punti di forza in alcuni tocchi sardonici, quello che manca, però, è una visione più “cinica” alla Buñuel.

Roberto Baldassarre

Articolo precedenteMi novia es la revolución
Articolo successivoBelfast

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here

8 − sei =