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Crazy & Rich

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VOTO: 6.5

Occidentale Oriente

Nei torridi giorni estivi, in cui tutti noi rimasti in città ci sentiamo più spossati e più “rallentati” del solito, anche il palinsesto cinematografico sembra non essere al massimo della forma, offrendoci una programmazione molto più scarna e con al suo interno lungometraggi che, spesso e volentieri, lasciano non poco a desiderare. Fatta, di quando in quando, qualche piccola eccezione, largo, dunque a prodotti principalmente mainstream, così come a commedie il più delle volte viste e riviste. Eppure, fortunatamente, qualche lavoro che riesca in qualche modo a distinguersi dalla massa ogni tanto viene fuori. Uno di questi potrebbe essere (almeno sulla carta), ad esempio, Crazy & Rich, trasposizione cinematografica del romanzo “Crazy Rich Asians”, scritto da Kevin Kwan, nonché frizzante lungometraggio firmato Jon M. Chu, giovane regista e produttore cinematografico con anche un’importante carriera da coreografo all’attivo. Ed è proprio la sua esperienza nel campo della danza ad averlo portato a dirigere lungometraggi come Step Up 2 – La strada per il successo (2008) e Step Up 3D (2010), così come il documentario Justin Bieber: Never Say Never (2011).
Se, dunque, Hollywood ha in mente di realizzare una commedia brillante, dove un mix di culture, unitamente a una regia dinamica e a un commento musicale importante facciano da padroni di casa, ecco che Chu potrebbe essere uno dei nomi più adatti. In questa occasione, dunque, il regista ha messo in scena la storia di Rachel, professoressa statunitense di origine cinese, e del suo ragazzo Nick, il quale le chiede di accompagnarlo a Singapore in occasione del matrimonio del suo migliore amico. La ragazza, tuttavia, non sa che la famiglia di Nick è tra le più ricche del paese e che, pertanto, il suo uomo è una vera e propria celebrità, considerato lo scapolo d’oro di tutta Singapore. Il confronto con questo nuovo mondo così lontano da lei, non sarà, quindi, sempre facile.
Anch’egli cresciuto in un ambiente culturale multietnico (la sua stessa famiglia, ad esempio, è di origine cinese), Chu ha cercato di rendere sul grande schermo questa stessa multiculturalità tramite musiche, colori e scene che ci mostrano rituali tradizionali di Singapore, permettendoci di avvicinarci almeno un po’ a questa realtà a noi sconosciuta. Tutto ciò è stato realizzato anche grazie a una regia dinamica (dove, spesso e volentieri, non mancano agili dolly a mostrarci i lussuosi ambienti) e a un montaggio che, a tratti, sembrano quasi assumere la forma del videoclip. Il risultato finale, tuttavia, è la fotografia di un oriente parecchio occidentalizzato, dove lo stampo hollywoodiano è piuttosto evidente, a scapito di una trasposizione fedele delle stesse sopracitate culture. A rendere un prodotto come Crazy & Rich assai uniformato agli standard delle major statunitensi, dunque, contribuisce anche lo script stesso: non eccessivamente lineare, ma piuttosto prevedibile, che ricalca fedelmente schemi prestabiliti e più volte collaudati, senza mai tentare nuove strade.
Anche se prevedibile, comunque, la storia qui messa in scena risulta nel complesso leggera e gradevole, con anche qualche punta di diamante al proprio interno, come l’interessante caratterizzazione del personaggio della madre di Nick (l’unico personaggio, di fatto, che attraversa un importante cambiamento). Non la commedia del secolo, dunque, ma di certo un discreto prodotto senza particolari pretese, che riesce a reggere la durata di due ore praticamente senza intoppi o scivoloni. Una commedia della quale molto probabilmente non resterà molto nel corso degli anni, ma che, almeno durante la visione, riuscirà a strappare qualche sorriso (e anche qualche lacrima!) persino allo spettatore più esigente.

Marina Pavido

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