Occhi che ci osservano
L’atto del vedere (spesso in stretta correlazione all’idea di metacinema), si sa, ha sempre esercitato un notevole fascino su cineasti di tutto il mondo. Cosa potrebbe accadere, dunque, se tale spunto venisse sfruttato all’interno di un bell’horror? A cimentarsi in tale, entusiasmante impresa ha pensato (anche) il regista thailandese Surapong Ploensang con la sua opera prima, Cracked, presentata in anteprima italiana in concorso al Far East Film Festival 2022.
Cracked, dunque, è osservare ed essere osservati. Cracked è fatica a vedere bene, insieme a occhi che, al contempo, sembrano seguirci in ogni nostro movimento. Cracked è una raffinata ed elegante fusione tra cinema e pittura, una riuscita commistione tra le arti che ci tiene con il fiato sospeso dall’inizio alla fine.
La storia messa in scena, dunque, è quella di Ruja, una giovane madre che da anni ha lasciato il suo paese natale e che vive a New York insieme alla sua figlioletta Rachel. La bambina, tuttavia, ha un problema alla vista e rischia di diventare cieca se non viene subito operata. Al fine di recuperare i soldi necessari per l’operazione, dunque, Ruja tornerà in Thailandia insieme a sua figlia, per vendere dei quadri dipinti a loro tempo da suo padre, uno stimato pittore. Inaspettatamente, però, su tali quadri inizieranno a comparire delle crepe e sarà necessario l’intervento di un restauratore. E se sotto lo strato di pittura delle suddette opere ci fossero addirittura altri dipinti?
Nel mettere in scena questo suo affascinante lungometraggio, Surapong Ploensang ha recuperato una sceneggiatura coreana mai andata in produzione a opera del celebre sceneggiatore di horror thailandese Eakasit Thairaat. E, di fatto, Cracked si distingue innanzitutto per un ottimo lavoro di scrittura, in grado di dar vita a un lungometraggio più complesso e stratificato di quanto inizialmente possa sembrare. Analogamente a quanto accade con i dipinti, anche all’interno della storia vengono a galla segreti inaspettati, magistralmente rivelati da twist mai banali, nonostante determinate atmosfere e ambientazioni siano spesso state sfruttate in numerose altre opere di genere.
Il regista, dunque, ci è parso particolarmente a proprio agio nel mettere in scena questo importante script. Misteriose presenze che si aggirano all’interno di una grande villa, una sciarpa rossa appartenente a una figura oscura proveniente probabilmente da un’altra dimensione, un bosco custode dei più impensabili segreti. E ancora, incubi, suggestioni, allucinazioni. Cracked gioca sapientemente con tutti questi elementi tenendo lo spettatore incollato allo schermo dall’inizio alla fine e dando vita, al contempo, a qualcosa di originale, reso ancora più suggestivo dall’oro dei dipinti, che tanto ci ricordano le opere di Gustav Klimt.
Con un mix tra mistero, ossessione, erotismo e importanti riferimenti alla storia dell’arte, dunque, Surapong Ploensang ha conferito a questo suo lavoro una ben marcata personalità. Un’altra delle tante piacevoli sorprese in questa edizione del Far East Film Festival.
Marina Pavido