Un festival per (ri)scoprire generi, autori e artisti
Prende il via lunedì 14 marzo, a Cortina, l’XI edizione di Cortinametraggio, dove, grazie alla macchina da presa e agli artisti, brevi e intense emozioni si succederanno nel cuore delle Dolomiti.
Vi abbiamo accompagnato in questi mesi con news e chicche di avvicinamento e ora finalmente diventeremo i vostri occhi direttamente in loco. Una parata di stelle, da Laura Morante a Violante Placido, Francesca Cavallin, Francesco Bruni (presidente di Giuria per “Webseries edite”) – solo per citarne alcuni -, e di giovani autori animerà il quartier generale dell’Hotel Savoia e del Cinema Eden. Tutti, autori, produttori, artisti sono pronti a incontrare il pubblico di appassionati e a farci conoscere l’humus di cortometraggi, web series e booktrailers che saranno presentati.
Vista la recente scomparsa, la direzione del festival ha deciso di dedicare l’intera manifestazione al maestro Ettore Scola.
Vogliamo continuare a dare spazio a chi il festival l’ha organizzato e, dopo l’intervista alla Presidente, Maddalena Mayneri, questa volta vogliamo presentarvi il programma dando voce a chi lo ha creato. Nel nome, Cortinametraggio, porta con sé una sezione principe, “CortiComedy” a cui associa anche Webseries e Booktrailers.
«Ci tengo a sottolineare che parliamo di CortiComedy e dintorni e i dintorni sono importanti perché vuol dire che non si tratta soltanto di commedie, ma possono essere anche corti drammatici, più seri o di genere». Ci ha raccontato Vincenzo Scuccimarra, direttore artistico e selezionatore di “CortiComedy” e “Webseries”. «Il registro della commedia non è, quindi, un criterio esclusivo. Mi son fatto guidare ovviamente dalla qualità, anche dalla sorpresa, però devo assolutamente dire che quest’anno davvero abbiamo avuto l’imbarazzo della scelta e abbiamo dovuto anche escludere dei corti belli che non rientravano perché potevamo presentarne un tot. Senza dubbio qualche rimpianto c’è, se avessimo avuto più giorni a disposizione così come più investimenti sul festival avremmo potuto prenderne un numero superiore, innegabilmente, però, un limite ci deve essere». Un filo rosso accomuna i vari titoli: «sono molto relazionali e non soltanto nell’accezione di relazioni sentimentali. Ci sono molte storie che hanno a che fare con i rapporti tra persone, però sono affrontati tutti in modo diverso, c’è chi lo fa con corde totalmente comiche, chi con humor, chi in modo drammatico. Abbiamo inserito anche un corto di animazione Bagni di Laura Luchetti».
Spesso il corto viene considerato un prodotto di serie “B”, ma festival come questo gli restituiscono dignità oltre a registrare i cambiamenti di approccio rispetto al genere. «Quello che più mi ha fatto piacere notare», continua Scuccimarra, «è che c’è un approccio meno cinico forse dovuto anche a un cambio generazionale. Non ci sono quelle commedie che funzionavano, ma scimmiottavano un po’ il cinema di commedia italiano che si vedeva sul grande schermo. Quest’anno ci sono commedie di un genere che non si vede ancora al cinema, ma che mi auguro possa arrivare presto in sala, ricordano più la produzione del Nord Europa e quella americana, realizzate, però, da registi italiani. Non c’è la farsa né la comicità volgare. In più, va detto, tra i due mondi, quello del corto e del lungo, credo si sia verificata un’osmosi superiore, sono più interconnessi tra loro e questo accade sia per gli attori che per i registi. Ci sono dei corti con cast importanti, da Tea Falco e Michele Riondino (Giro di giostra di Massimiliano Davoli) ad Alessandro Preziosi (#Romeo di Marcello Di Noto) per nominarvene qualcuno. Gli scorsi anni erano dei camei, adesso gli attori realizzano dei corti indipendentemente dall’essere all’inizio o meno della carriera, vi partecipano così come fanno coi lungometraggi. Poi certo, al di là dei nomi noti, credo sia importante che i lavori siano belli e interessanti di per sé. A noi fa piacere il tipo di riscontro che abbiamo anche vedendo i percorsi degli artisti. Ad esempio, nel dicembre 2015 tra le opere prime che hanno ricevuto il finanziamento, c’era quella di Alessandro Tamburini che ha sviluppato come lungo un corto premiato nel 2013 a Cortina (Ci vuole un fisico). Sono certo che almeno la metà dei registi selezionati faranno un lungo nei prossimi anni e anche in modo valido».
Un’altra tipologia di opere che ha sempre più appeal sopratutto tra i giovani ed è protagonista a Cortinametraggio sono le web series. «Abbiamo due discorsi diversi. Da un lato la nostra direzione artistica ha realizzato la sezione delle “Webseries edite” in cui ne abbiamo inserite cinque viste in Italia nell’annata precedente – con alcune passate anche in tv – candidandole a ricevere dei premi a Cortinametraggio. Sono le più note, vi appartengono pure le webseries visibile sul portale Ray. Dall’altro lato e da quest’anno, in collaborazione con la Rai che ce l’ha chiesto, abbiamo anche la sezione “Webseries inedite”. Queste ultime sono certo online, ma non sono state inserite on demand sui portali dei grandi giornali o simili né sono state trasmesse in tv. In relazione a queste posso dire che ci sono state delle buone sorprese, alcune confezionate in modo impeccabile, senz’alcuna sbavatura, ma nello stesso tempo tematizzano anche su argomenti abbastanza inediti. Non vedrete semplicemente quattro studenti che chiacchierano su un divano, ce n’è una, ad esempio, che riguarda un uomo che si relaziona con diverse donne (In The Park per la regia di Francesco Colangelo). Poi ci ha colpiti come ci siano arrivati anche dei lavori decentrati come provenienza, una da una cittadina delle Marche (Il Trittico di Mirco Bruzzesi), un’altra da ragazzi di Trieste».
Al contempo, un festival dal taglio cinematografico e che ha come qualità l’apertura e il desiderio di scovare talent, ha cominciato nel 2013 ad offrire sempre più visibilità ai booktrailers, «un “animale” molto strano, tra cinema, letteratura e pubblicità e marketing perché cerca di vendere il libro di cui tratta». Lo definisce così il curatore della sezione, Edoardo Becattini. «Ne sono arrivati ufficialmente duecento, poi il processo più difficile e che mi coinvolge ancor più in prima persona è arrivare ad una prima cernita di venti titoli. Il criterio è principalmente quello della qualità del lavoro, non vogliamo considerarla né che venga ritenuta una sezione amatoriale. Le componenti che riguardano il booktrailer sono in primis la comunicazione del libro (e da qui il Premio Rai Cinque) e la qualità cinematografica (Premio Rai Cinema). Io cerco di guardare il modo in cui un lavoro funziona da una parte come spot, dall’altra quanto somiglia in maniera vera e propria a un trailer o a un cortometraggio. Alla fine siamo arrivati a quattordici titoli perché avevamo deciso di offrire maggiore spazio ai dibattiti, introdotti già dalla decima edizione. Non posso, però, certo negare una nota dolente di un prodotto com’è il booktrailer: si evolve molto lentamente». Per questo genere di lavori, ci viene esplicitamente evidenziato come non ci siano fili conduttori «perché cerchiamo di fare una piccola panoramica di questo ambiente per quanto sia difficile da circoscrivere. Ci sono perciò booktrailers che rispondono a un genere di domanda differente così come autori e registi diversi anche come età o notorietà». Becattini ci confessa: «il motivo per cui ho accettato sin dall’inizio questo compito è stato proprio per questo motivo: portare a un livello un po’ più alto un prodotto poco conosciuto. Per quello che dicevamo all’inizio sui tempi di mutamento, devo essere onesto, non posso dire missione compiuta soprattutto perché il lavoro da fare è ancora tanto. In sé lo stato del prodotto è molto ibrido, io per primo cerco di capire di anno in anno cos’ho di fronte e come si sta muovendo sia il mercato dei libri che quello produttivo. Senz’altro è un prodotto ancora molto di nicchia, ma molto interessante e con enormi potenzialità.
Sono contento che Cortinametraggio dia spazio al booktrailer perché gli fornisce uno statuto un po’ più alto e nobile. Certo mi auguro che produzione e distribuzione riescano a trovare un’armonia di intenti investendo ancor più su questo prodotto. Purtroppo non c’è un vero e proprio interesse e piano di lavoro nel dare una maggiore visibilità e il festival è ammirevole in tal senso». Facendoci entrare sempre più nel mondo booktrailer e generalizzando, ci racconta che «la casa editrice grande ovviamente può permettersi di investire di più e di fornire una veste più glamour. Noi a Cortinametraggio ne abbiamo di tutti i tipi anche in quest’ottica. Quello che noto da parte delle case editrici indipendenti è l’attenzione e la creatività con cui curano la comunicazione del libro». Ammettiamo che anche noi abbiamo meno frequentato il booktrailer come prodotto perciò ci incuriosisce scoprire quali caratteristiche debba avere per essere “vincente”. «I più interessanti sono i booktrailers che puntano su linguaggi diversi, il “difetto” viene trasformato in punto di forza, perciò ci sono booktrailers che partono dalla parola scritta, intesa anche come fonema, e danno vita a una storia grazie alle animazioni. Oppure mediante le nuove potenzialità del digitale. È senza dubbio importante la storia che c’è nel libro di cui trattano e che devono promuovere, se c’è una storia forte di base si nota nel booktrailer. Talvolta si ha anche uno scollamento discostandosi dalla realtà del libro o reinventandola in maniera efficace».
Vi segnaliamo anche gli eventi speciali: la serie “Ricette e ritratti d’attore”, l’omaggio ad Anna Magnani, il docufilm Rai Santità faccia finta di pregare, la rassegna di corti del Centro Sperimentale e “Ciak per due, Carlo e Enrico Vanzina” – 40 anni di commedia italiana.
Vogliamo salutarvi ricordando e rilanciando il desiderio di Maddalena Mayneri di portare il corto prima della canonica proiezione del lungometraggio. «È un’intenzione che proviamo da tempo», ci dice Scuccimarra, «ma è molto molto difficile perché dipende dal mettere d’accordo delle persone – esercenti, produttori e distributori – che quasi mai riescono ad accordarsi. In più credo che i corti in sala dovrebbero essere di cinque minuti al massimo, ma magari accadesse». Aggiungiamo l’augurio di Becattini affinché le nuove case editrici continuino ad investire nel booktrailer anche perché il pubblico è molto curioso e risponde bene.
Non resta che salutarvi con “stay tuned” perché a brevissimo si parte per Cortina e vi invitiamo a seguire il diario giornaliero e i nostri aggiornamenti!
Maria Lucia Tangorra
Diario di bordo
CortiComedy
La slitta di Emanuela Ponzano
Giro di giostra di Massimiliano Davoli
Il potere dell’oro rosso di Davide Minnella
Bellissima di Alessandro Capitani
Bagaglio in eccesso di Mariachiara Manci
Fuori Concorso
Bollicine di Carlo Fracanzani