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Cherry – Innocenza perduta

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VOTO: 8

La difficoltà di vivere

Immaginiamo che chi leggerà questa recensione molto probabilmente non si sarà nemmeno accorto dell’esistenza di questo film. A meno che non sia un super fan dell’interprete dell’amichevole Spiderman di quartiere Tom Holland. Già, perché il film di cui vi stiamo per parlare vede il giovane venticinquenne come protagonista, dando dimostrazione di avere delle qualità che vanno oltre il personaggio interpretato nell’universo Marvel. La carriera dell’attore britannico decollò quando aveva 15 anni con The Impossible di Juan Antonio Bayona; a renderlo un artista di grande calibro però sono stati sicuramente Jon Watts e i Fratelli Anthony e Joe Russo, registi delle avventure dell’Uomo Ragno nel Marvel Cinematic Universe.
Proprio questi ultimi sono gli autori di Cherry – Innocenza perduta, lungometraggio uscito sulla piattaforma Apple TV dopo un breve passaggio in sordina nelle sale americane causa Covid. In Italia il film è pressoché sconosciuto. Solo gli abbonati al servizio streaming offerto dall’azienda del compianto Steve Jobs hanno l’occasione di vederlo. La pellicola ha per protagonisti due ragazzi: Tom Holland interpreta Cherry, per l’appunto, e la giovane Ciara Bravo nei panni di Emily, il suo interesse amoroso. La sceneggiatura del film è suddivisa in parti, con un prologo ed un epilogo a raccontare la parabola straordinaria vissuta dai due protagonisti. Il tutto si riassume nel semplice concetto di “difficoltà di vivere”. I due si incontrano e si trovano subito e, dalla loro unione, scaturisce un amore che allontana la solitudine in cui erano imprigionati.
La prima parte del lungometraggio è ambientato nel periodo della maturità e lo spettatore tende a giudicare positivamente la loro unione, ma quando qualcosa si interrompe senza un apparente motivo nasce un nuovo capitolo della loro esistenza che li porterà ad allontanarsi a vivere esperienze particolarmente difficili che li segneranno caratterialmente e contribuiranno a cambiare totalmente l’opinione di chi guarda il film nei loro confronti. Nel tratto centrale del film tutto quello che era stato faticosamente costruito tende a dissolversi e a lasciare spazio solo a dolore e tristezza. L’esistenza diventa così, d’un tratto, troppo complicata e i due ragazzi non sembrano essere in grado di reggerla sulle loro spalle, cosa che li porterà a comportarsi in modo scellerato. Il loro forte legame amoroso tuttavia, li porterà a separarsi nuovamente e ad incontrarsi ancora solamente nell’istante finale, in una scena potente che esplicita tutta la drammaticità dell’arte cinematografica. I Fratelli Russo strappano ad Holland le vesti di Spiderman disegnando per lui un personaggio completamente diverso. Studente, soldato, amorevole, criminale, uomo. La sensazione è che i due cineasti italo-americani, autori della sceneggiatura basata su un romanzo di Nico Walker (“Cherry”, scritto nel 2018 e inedito in Italia), abbiano sfruttato questa opportunità per proporre un’esperienza di cinema totalmente innovativa rispetto a come li conosciamo. I film sugli Avengers lasciano perciò spazio ad un ibrido con spunti che rimandano al cinema di Martin Scorsese e di Kathryn Bigelow. Il risultato è una pellicola struggente, quasi poetica, ma purtroppo veritiera. Perché la sceneggiatura di Cherry è una storia che, soprattutto negli Stati Uniti, è fortemente attuale e coinvolge una quantità considerevoli di individui. Dal giovane che non riesce a trovare il suo posto del mondo al reduce vittima della sindrome da stress post traumatico (PTS). Il tutto, conduce verso un sentiero lugubre e oscuro che i Fratelli Russo hanno voluto fortemente illustrare al mondo con quest’opera dal forte impatto emotivo.

Stefano Berardo

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