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Carmen

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VOTO: 7

Un fiore nei bassifondi di Lubiana

Ci si è finora soffermati, nel nostro speciale bergamasco, sulle due presenze nordiche di Europe Now!: il cineasta svedese Lukas Moodysson e la danese Frederikke Aspöck. Ma l’altro autore omaggiato in tale sezione ha storie non meno importanti da raccontare…
Parliamo di Metod Pevec, nazionalità slovena, la cui filmografia ci era in parte già nota grazie ai tanti lavori presentati, negli anni, al Trieste Film Festival. “Uno dei più rappresentativi registi del cinema della Slovenia indipendente dopo il 1991”, così lo inquadra il critico Nicola Falcinella sul catalogo di questo 42° Bergamo Film Meeting. Ed è una lunga carriera, la sua, i cui esiti possono considerarsi parimenti brillanti sia in campo documentaristico che per i lungometraggi di finzione. Proprio tra le opere di finzione si colloca un suo film del 1995, Carmen, che anche per il fatto di essere stato proiettato in pellicola (scelta non poi così rara a Bergamo, per cui lode agli organizzatori) abbiamo particolarmente apprezzato.

La Carmen di Metod Pevec è un inno al disperato vitalismo dei bassifondi, in una Lubiana che pulsa di tensioni morbose, di folli richieste d’amore e di impulsi auto-distruttivi, nella cornice sordida ma non priva di fascino rappresentata da uno scalcinato locale e dalla vicina stazione ferroviaria.
Questi luoghi fanno da sfondo a un incontro che dell’amor fou riprende un po’ tutti i cliché, a tratti anche banalmente, ma che dalle scelte di messa in scena e dall’ammiccante atmosfera, ben resa pure a livello fotografico, acquista strada facendo un pathos genuino. Come scrisse a suo tempo, su Variety, Derek Elley: “Il film risulta più leggero sullo schermo di quanto non appaia sulla carta, principalmente grazie al suo aspetto visivamente elegante. Il lavoro altamente professionale della cinepresa di Tomislav Pinter (scene notturne con luce blu e gioco di ombre) conferisce una sorta di lucentezza a un ambiente altrimenti cupo e trasandato.
Non sono solamente sentimenti estremi ad alimentare la trama ma anche una sorniona ironia, presente ad esempio negli atteggiamenti del co-protagonista Goran (Sebastijan Cavazza), aspirante romanziere che per sbancare il lunario si è prestato a lungo a una scrittura a dir poco “commerciale”, commissionata da un ambiguo, ruffiano editore. Quando però in lui si accende la passione per l’irrequieta Carmen (Nataša Barbara Gračner), giovane prostituta alcolizzata tutta istinto e scelte di cuore, nella sua scorza cinica si farà strada qualcos’altro…
Forse non la più originale e centrata, tra le pellicole di Metod Pevec, Carmen sprigiona comunque un magnetismo raro che, nel corso della narrazione, cresce di continuo, fino a quell’epilogo coerente coi toni picareschi e con lo struggimento di fondo dell’opera.

Stefano Coccia

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