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Buffet

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VOTO: 7

Il girone dei golosi     

Secondo una delle tante voci che circolano all’estero su noi italiani, solo presso le nostre tavole capita di parlare di cibo mentre si sta mangiando. E, di fatto, non ci resta che dare ragione, in questo caso, a chi ha avuto modo di notare questa nostra particolarità. Perché – diciamocelo pure – qui in Italia c’è un vero e proprio culto della buona cucina e noi stessi non manchiamo di farle onore ogni qualvolta ne abbiamo l’occasione. Anche – e soprattutto – durante le occasioni ufficiali, nel momento in cui dobbiamo servirci ad un buffet e saremmo disposti a perdere anche l’ultimo briciolo di dignità rimastaci, pur di accaparrarci l’ultima oliva ascolana o l’ultimo supplì di turno. Tale situazione è stata perfettamente fotografata e messa in scena da Santa De Santis ed Alessandro D’Ambrosi nel loro cortometraggio Buffet, presentato in anteprima alla XV edizione del Rome Independent Film Festival.
Fin dalle prime immagini avvertiamo subito che qualcosa di “grande” sta per accadere: nel retro di un furgone alcuni uomini – chi più nervoso, chi meno – si preparano ad “andare in missione”. Alcuni di loro fanno coraggio ai propri compagni, altri si limitano a guardare le foto dei loro cari, altri ancora appaiono più agguerriti che mai. Nel frattempo, la macchina da presa si sposta in una grande sala dove uomini eleganti, donne imbellettate ed un monsignore di felliniana memoria si sono riuniti in occasione di un ricevimento. Inizialmente composti e quasi affettati nei loro modi – e tutti intenti ad immortalare il momento con i cellulari – gli invitati sembrano perdere la dignità nel momento in cui, dal furgone, gli uomini che avevamo visto all’inizio fanno il loro ingresso in sala e sistemano su di un tavolo l’attesissimo buffet. Ma questo è solo l’inizio.
Perché, di fatto, non è un semplice corto a meccanismo, questo di Santa De Santis e Alessandro D’Ambrosi. In seguito al ribaltamento, infatti, la narrazione procede. E lo fa in modo giocoso, portando al massimo il grottesco che già era stato preannunciato all’inizio e divertendosi a citare diversi generi cinematografici: dal film di guerra all’horror/splatter, fino al western. Il tutto arricchito da un’indovinata colonna sonora e – soprattutto – dall’esperta fotografia di Daniele Ciprì, grazie alla quale – e grazie anche ad una regia pulita e consapevole – ci vengono regalate immagini di grande impatto visivo, nella loro giocosità. Prima fra tutte, il gruppo di invitati alla festa che, muovendosi inizialmente quasi con circospezione, si avvicina lentamente al tavolo del buffet, ricordando quasi – per composizione del quadro e per luci e colori – Il quarto stato di Pelizza da Volpedo.
In poche parole, è un vero e proprio crescendo, questo nostro Buffet. Anche dopo i titoli di coda, infatti, vi sono non poche sorprese: in primo luogo – tornando al discorso sulle musiche – ottima trovata si è rivelata quella di scegliere il nostro inno nazionale ad accompagnare i nomi di chi ha realizzato il corto, per non parlare, poi, dell’azzeccato cliffhanger al termine di tutto, giusto coronamento di diciotto minuti di intrattenimento puro, ma raffinato.
Perché, in fin dei conti, Buffet – piacevole sorpresa del RIFF – è proprio questo: un piccolo corto davvero ben realizzato che sa strapparci più di un sorriso con il suo essere “nazionalista” e tanto, tanto cinefilo.

Marina Pavido

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