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Breaking Out

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VOTO: 9

Il grande cuore d’Irlanda nella voce indimenticata di Fergus O’Farrell

È tornata nella verde cornice di Villa Borghese a Roma l’Irish Film Festa, il festival dedicato al cinema irlandese; ad aprire le danze, dopo il consueto saluto dell’ambasciatore irlandese in Italia Patricia O’Brian, il toccante documentario Breaking Out di Michael McCormack, una storia di musica e amicizia, una docufiction lunga 10 anni (condensata grazie all’ottimo montaggio di Mick Mahon) che racconta la storia di un eccezionale artista irlandese a molti sconosciuto: Fergus O’Farrell.

Nato a Cork nel 1967, a soli 8 anni gli viene diagnosticata la distrofia muscolare con una prognosi massima di 10 anni di vita; i 10 anni sono diventati 30, e nonostante le difficoltà dovute al progredire della malattia, Fergus è riuscito ad esprimere nel tempo tutto il suo talento musicale, seppur non abbia raccolto i riconoscimenti che avrebbe meritato. Voce incredibile, Fergus formò ben presto la band Interference con due amici, il chitarrista James O’Leary e il poeta Malcolm MacClancy; trasferitosi a Dublino, creò, in una vecchia fabbrica che suo padre aveva comprato, una sorta di luogo di ritrovo per musicisti, la Mother Redcaps. Erano gli anni ’80, e la musica era in pieno fermento; nascevano band, collaboravano artisti, fiorivano dischi e concerti dal vivo. Fergus si esibiva appoggiandosi al suo microfono, ma con una grinta da rockstar ed una voce strabiliante; sebbene, a causa della sua disabilità, le case discografiche non abbiano mai avuto il coraggio di offrirgli un contratto, O’Farrell non ha smesso mai di scrivere musica e cantare (anche in televisione, nello show irlandese Other Voices) negli anni finché ha avuto il fiato per farlo, circondato dagli amici musicisti, che lo hanno sempre sostenuto. Il successo arriva con Gold, scritta da Fergus per il film Once di John Carney e che valse, nel 2008, l’Oscar come migliore canzone a Glen Hansard e Marketa Irglova; e arriva anche l’invito del vecchio amico Glen ad aprire, con gli Interference, il concerto degli Swell Season alla Radio City Hall di New York. Hansard accorre anche (“una chiamata alle armi”, la definisce) quando Fergus, ormai ritiratosi nella sua casa a Schull, decide di incidere il suo secondo disco (il primo era del 1995); disco che uscirà postumo, un anno dopo la resa di O’Farrel alla malattia.

Breaking Out ha, tra gli altri, il pregio di mostrare una visione ampia sul panorama musicale irlandese, stringendo il focus sull’unicità di Fergus O’Farrell; essendo il risultato di dieci lunghi anni di riprese, fondamentale è stato il montaggio del materiale filmato da McCormack, che si fonde con naturalezza a momenti di fiction (tra cui un cameo di Jeremy Irons) e di animazione (il divertente racconto dell’incontro tra Fergus e il suo grande amore e futura moglie Meng Li a Cipro, infermiera cinese dallo spirito indomito – “un’esplosione nucleare controllata” la definì O’Farrel – che gli rimarrà accanto per vent’anni). La musica è quella degli Interference, dalla nota Gold a Sail on,
Looking for Someone, Wild Cat Strutting Thing, Wild Bill’s Circus Scene e tante altre; la voce quella struggente di un uomo che ha combattuto tutta la vita la sua battaglia. Glen Hansard la definì “l’anima regale di un’aquila intrappolata in un corpo limitato”; ma da quel corpo, limitato nei movimenti, Fergus O’Farrell ha saputo trarre una voce straordinaria, esprimendo se stesso, la sua anima, il suo cuore.

Michela Aloisi

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