Ci ritorni in mente
La scomparsa di Ettore Scola è stato un colpo al cuore per il cinema italiano e per la Settima Arte in generale, al di là della latitudine dove questa ha trovato e continua a trovare spazio. Si tratta di una voragine della quale si fa fatica a scorgere a occhio nudo il fondo; un vuoto impossibile da colmare, di quelli che non vanno e non andrebbero mai colmati, ma ricordati tutte le volte che se ne presenta l’occasione. La settima edizione del Bif&st – Bari International Film Festival è una di queste. La kermesse pugliese era e continuerà ad essere la sua seconda casa, che lo ha visto impegnato per sei anni come Presidente al fianco del Direttore Felice Laudadio. Per questo il nome del regista e sceneggiatore campano resterà impresso a caratteri cubitali accanto a quello della manifestazione, a suggellare un legame indissolubile. Di conseguenza, la sua assenza si avvertirà ancora più forte nella otto giorni barese (2 – 9 aprile) che animerà la città e i luoghi del Festival. Ma siamo sicuri che gli organizzatori sapranno trasformare la tristezza e la nostalgia di una perdita in allegria e risate, così da restituire in maniera fedele il ricordo dello Scola uomo e artista, del suo carattere e dell’essenza del suo cinema.
Va da sé che la prima proiezione ufficiale nella mattinata della giornata inaugurale non poteva che essere quella di Che strano chiamarsi Federico, l’ultimo lavoro dietro la macchina da presa di Scola, che darà il via al festival nella splendida cornice del Teatro Petruzzelli. Il docu-film sull’amico di sempre Fellini è solo uno dei tasselli che andranno a comporre l’ampio tributo che il Bif&st (in collaborazione con la SIAE) ha deciso di dedicargli e che comprende la pubblicazione di un libro, una serie di incontri e dibattiti sul suo lavoro, la proiezioni di alcuni filmati provenienti dagli archivi e naturalmente una retrospettiva essenziale dei suoi film (da Dramma della gelosia a Splendor, passando per La terrazza, C’eravamo tanto amati e Una giornata particolare). Coincidenza – o scherzo del destino, a voi l’ardua sentenza – ha voluto che questo tributo si celebrasse proprio in questa settima edizione, nell’anno in cui ricorre il ventennale della morte di Marcello Mastroianni, al quale il festival di Bari e la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale avevano già deciso, dodici mesi fa, di dedicare una retrospettiva di circa cinquanta film da lui interpretati (da Peccato che sia una canaglia a Stanno tutti bene, passando per Oci ciornie, La decima vittima, Divorzio all’italiana, Fantasmi a Roma e chi più ne ha più ne metta), integrata anch’essa da una nutrita schiera di materiali documentari provenienti dagli archivi di Rai Teche e dell’Istituto Luce. Inutile stare qui a ribadire quale storico legame e collaborazione ha unito queste due importantissime figure. Le due retrospettive andranno così a incrociarsi sugli schermi baresi con il titolo “Scola-Mastroianni 9½”, giacché il regista ha diretto più di chiunque altro l’attore laziale (9 film di lungometraggio e uno a episodi).
Quelli a Scola e Mastroianni, però, non sono gli unici tributi presenti nel ricco cartellone del Bif&st 2016, a questi si vanno ad aggiungere gli omaggi ad Armando Trovajoli (“Musica negli occhi”), Pier Paolo Pasolini (con “Pasolini a Venezia ‘68” e La macchinazione di David Grieco), alla prolifica documentarista Cecilia Mangini e a Dalton Trumbo. In particolare, il mini-tributo dedicato allo sceneggiatore Premio Oscar per Vacanze romane, comprendente anche il recente biopic Trumbo di Jay Roach, fa parte integrande di una rassegna sul Maccartismo che vi consigliamo di non perdere, battezzata “Red Scare Black List”. Al suo interno trovano spazio pellicole da lui sceneggiate e osteggiate, oltre a una serie di documentari che raccontano la vergognosa indagine sull’infiltrazione comunista nell’industria cinematografica americana voluta dalla HUAC il 20 ottobre del 1947, che portò alla creazione di una commissione d’inchiesta e di una “lista nera” nella quale fu iscritto lo stesso Trumbo, e come lui altri illustri esponenti della Settima Arte e non solo.
Quello barese non è un festival rivolto solo al passato, ma anche al presente, con un occhio di riguardo al cinema nostrano. In tal senso, ci preme sottolineare la nascita di una nuova sezione battezzata “Nuove proposte”, inserita all’interno della macro-sezione “ItaliaFilmFest”. Questa ospiterà otto film italiani di manifattura autarchica, presentati in anteprima mondiale e valutati da una giuria del pubblico formata da trenta spettatori, presieduta dalla sceneggiatrice e critica cinematografica romena Dana Duma. Tra le opere selezionate troviamo L’età d’oro di Emanuela Piovano, Senza lasciare traccia di Gianclaudio Cappai, La notte è piccola per noi di Gianfranco Lazotti e Il traduttore di Massimo Natali. Spazio anche alle opere prime e seconde, con una selezione di dodici titoli tra quelli prodotti nell’arco della stagione in corso (da Suburra di Stefano Sollima a Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, da Bella e perduta di Pietro Marcello a Un posto sicuro di Francesco Ghiaccio), anch’essi sottoposti al giudizio da parte di una giuria popolare presieduta da Andrea Segre. Senza dimenticare i tradizionali premi già assegnati dai nove critici italiani aderenti al SNCCI ai migliori film della stagione, fra una selezione di venti. Alcuni riconoscimenti andranno a Matteo Garrone per Il racconto dei racconti, a Paolo Genovese per il soggetto di Perfetti sconosciuti, a Valeria Golino e Luca Marinelli per le rispettive interpretazioni in Per amor vostro e Non essere cattivo.
E come in ogni buon festival che si rispetti non possono mancare le anteprime internazionali. Come consuetudine, il Petruzzelli ospiterà ogni sera una proiezione di un film molto atteso e di grande richiamo. Si parte con Concussion (Zona d’ombra), il serratissimo thriller diretto da Peter Landesman con Will Smith nei panni del dottor Bennet Omalu, brillante neuropatologo forense alle prese con un’importante scoperta nel campo della medicina che lo porterà a scontrarsi con una delle più potenti istituzioni mondiali. Per chiudere in bellezza con la tesissima spy story Criminal di Ariel Vromen, con protagonista Kevin Costner. Nel mezzo altre pellicole da non farsi sfuggire come l’action-drama sulle corse automobilistiche Veloce come il vento firmato da Matteo Rovere, il biopic di Matt Brown dedicato a Srinavasa Ramanujan battezzato L’uomo che vide l’infinito e la nuova rivisitazione del mito di Frankenstein targata Paul McGuigan dal titolo Victor.
Completano il ricchissimo cartello, tutta un’altra serie di interessanti e gustosi appuntamenti: incontri con gli artisti presenti, focus su attori e registi, mostre, presentazioni di libri, tavole rotonde, master class, convegni, conferenze stampa, laboratori, eventi speciali e chi più ne ha più ne metta. Non di CineClandestino ci saremo con i tradizionali approfondimenti e con le recensioni delle pellicole in programmazione.
Francesco Del Grosso
Riepilogo recensioni per sezione del Bif&st 2016
Anteprime Internazionali
Zona d’ombra (Concussion) di Peter Landesman
Veloce come il vento di Matteo Rovere
Victor – La storia segreta del dottor Frankenstein di Paul McGuigan
Vieni a vivere a Napoli! di Guido Lombardi, Francesco Prisco, Edoardo De Angelis
Criminal di Ariel Vromen
Taulardes di Audrey Estrougo
Les innocentes di Anne Fontaine
L’uomo che vide l’infinito di Matt Brown
Nuove Proposte Cinema Italiano
L’età d’oro di Emanuela Piovano
L’Universale di Federico Micali
Il traduttore di Massimo Natale
Due euro l’ora di Andrea D’Ambrosio
Senza lasciare traccia di Gianclaudio Cappai
Amo la tempesta di Maurizio Losi
La notte è piccola per noi di Gianfrancesco Lazotti
ItaliaFilmFest/Lungometraggi
Youth – La giovinezza di Paolo Sorrentino
Per amor vostro di Giuseppe Gaudino
Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese
Fuocoammare di Gianfranco Rosi
Il racconto dei racconti di Matteo Garrone
Quo vado? di Gennaro Nunziante
Non essere cattivo di Claudio Caligari
La stoffa dei sogni di Gianfranco Cabiddu
ItaliaFilmFest/Opere prime e seconde
La macchinazione di David Grieco
Suburra di Stefano Sollima
Assolo di Laura Morante
L’attesa di Piero Messina
Bella e perduta di Pietro Marcello
Un posto sicuro di Francesco Ghiaccio
Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti
Pecore in erba di Alberto Caviglia
La terra dei santi di Fernando Muraca
Arianna di Carlo Lavagna
In un posto bellissimo di Giorgia Cecere
Banat – Il viaggio di Adriano Valerio
Eventi speciali/Fuori Concorso
Né Giulietta né Romeo di Veronica Pivetti
Nemiche per la pelle di Luca Lucini
L’ombra di Caino di Antonio De Palo
Tributi
Trumbo di Jay Roach