Una rassegna a misura di cinefilo. E non solo…
Nell’imminente fine settimana inizia ufficialmente la 34esima edizione del Bergamo Film Meeting, un festival che dimostra di avere sempre una propria identità e che si propone di soddisfare i diversi palati, a maggior ragione quello più cinefilo.
Venerdì 4 sera si parte, però, con un’inaugurazione ad hoc. Presso il Teatro Sociale, in anteprima italiana, la band islandese múm sonorizzerà live Menschen am Sonntag (Uomini, di domenica, 1929) di Robert Siodmak, Edgar G. Ulmer e Rochus Gliese, il primo film muto sceneggiato da Billy Wilder.
Da sabato 5 fino a domenica 13 marzo Bergamo poi si animerà con più di 140 film tra corti e lungometraggi, volti a confermare il costante intento e impegno verso il lavoro di ricerca continuo.
I sette lungometraggi selezionati per la competizione internazionale mettono al centro i temi della nostra contemporaneità, dal conflitto di classe (Mur/The Wall di Dariusz Glazer o Toz bezi/Dust Cloth di Ahu Öztürk) alla solitudine (vedi la commedia amara Parasol di Valéry Rosier), dando spazio anche a commedie sentimentali come 2 yötä aamuun/ 2 Nights till Morning del finlandese Mikko Kuparinen e a paesaggi che diventano coprotagonisti (Jajda/Thirst, opera prima di Svetla Tsotsorkova).
Una delle novità importanti di quest’anno è che anche la sezione “Visti da Vicino”, riguardante i documentari, diventa competitiva e la giuria sarà sempre costituita dal pubblico, che viene molto coltivato e considerato da questa manifestazione. Come anteprima assoluta verrà presentato Lepanto – O Último Cangaceiro di Enrico Masi, il secondo capitolo di un’ipotetica trilogia, ma nella carrellata dei quindici titoli (scelti tra trecento) balzano all’occhio Wir können nicht den hellen Himmel träumen/We Cannot Dream a Bright Blue Sky di Carmen Tartarotti, con protagoniste due suore superstiti di un convento, Behind the Yellow Door di Lucas Vernier, un incontro impossibile con un fotografo e la presenza di registi georgiani Tamuna Karumidze, Salome Machaidze, David Meskhi (Rotsda dedamitsa msubukia/When the Earth Seems to Be Light). Completano la sezione “Films from the North”, una proposta di film documentari fuori concorso, realizzata in collaborazione con il Tromsø International Film Festival.
Il Bergamo Film Meeting, com’è stato sottolineato in conferenza stampa il 25 febbraio scorso, è tra i pochi festival in Italia sostenuti dall’Unione Europea.
Il nuovo cinema europeo sarà rappresentato per questa 34esima edizione dal britannico Shane Meadows, per il quale la direzione e gli organizzatori non nascondono di nutrire una vera e propria “ossessione”. Sarà possibile vedere tutta la sua filmografia, compresa una selezione di cortometraggi inediti effettuata dallo stesso, sono le sue «prove registiche». A lui si aggiungono la personale dedicata alla regista bosniaca Jasmila Žbanić (in programmazione anche il suo ultimo documentario Jedan dan u Sarajevu/One Day in Sarajevo) e al ceco Petr Zelenka. Tutti e tre parteciperanno alla kermesse e anzi, quest’ultimo terrà una Masterclass per gli studenti della Scuola Civica di Cinema e presenterà anche al Cinema Beltrade di Milano l’ultima sua opera ancora inedita da noi, Lost in Munich, caratterizzata sempre dalla sua cifra satirica.
Questo festival, lo sottolineavamo già, ha a cuore gli autori; un certo sguardo, appunto, attraverso il cinema d’autore, ma anche il pubblico e i giovani che si stanno formando. In quest’ottica si inserisce “Europe, Now! Boys & Girls – The Best of CILECT Prize”. Si tratta di una rassegna di film di diploma prodotti dalle scuole di cinema europee che aderiscono al CILECT, tra queste rientra anche la Civica Scuola di Cinema di Milano. Utilizzando varie forme, dalla fiction all’animazione, passando per il documentario, i titoli scelti sono uno sguardo di giovani alla loro generazione. Vi citiamo Leidi di Simón Mesa Soto su una ragazza madre (Palme d’Or – Best Short Film al Festival di Cannes 2014) e Slap di Nick Rowland, un outing molto personale.
Il programma di questi nove giorni è davvero tanto ricco e ci scusiamo se non possiamo esaurire tutte le sezioni. Non possiamo però esimerci dal porre l’accento sullo spazio offerto al cinema d’animazione con il lettone Vladimir Leschiov (di cui ci sarà anche una mostra di disegni originali) – il quale utilizza anche i pigmenti del tè nero – e ai maestri ai protagonisti della Storia del Cinema. Una delle ragioni per cui il Bergamo Film Meeting è così tanto atteso risiede proprio nelle retrospettive e negli omaggi che cura. Arricchiscono il quadro, infatti, la retrospettiva storica dedicata al regista e sceneggiatore ungherese Miklós Jancsó e l’omaggio ad Anna Karina con cui venerdì 11 ci sarà anche un incontro pubblico moderato dal critico e storico Jean Douchet.
Lo avrete intuito, c’è moltissima carne al fuoco, noi seguiremo quest’edizione per voi, ma vi invitiamo anche ad immergervi con noi e in quel di Bergamo. È un’occasione ghiotta per gli amanti del cinema e per chi ancora non conosce alcuni autori e cineasti, magari per età anagrafica.
Maria Lucia Tangorra
Riepilogo recensioni per sezione della trentaquattresima edizione del Bergamo Film Meeting:
Mostra concorso
Parasol di Valéry Rosier
Enclave di Goran Radovanović
Home Care di Slávek Horák
The Wall di Dariusz Glazer
Visti da vicino
Yaar di Simon Gillard
Télécommande di Anonymous
La Californie di Charles Redon
Nowhere Place di Susanne Opstal
End of the World di Monika Pawluczuk
Anteprime e Eventi Speciali BFM 2016
El abrazo de la serpiente di Ciro Guerra