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Argonuts – Missione Olimpo

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VOTO: 8

Giasone vecchio fa buon Epos

Laddove nelle sale italiane regna spesso l’omologazione, fa piacere veder distribuiti ogni tanto lungometraggi d’animazione che non abbiano la solita provenienza. E magari anche ben confezionati. Tale è senz’altro il caso di Argonuts – Missione Olimpo di David Alaux, che approderà nelle sale nostrane a partire dal 9 febbraio con Notorius Pictures . Cominciate pertanto a prepararvi per l’avventura! Concepito quale film per famiglie (e ciò rappresenta ai nostri occhi un ulteriore merito, vista la riuscita a livello narrativo), Argonuts – Missione Olimpo si avvale di un’animazione che può generare transfert positivi nei più piccini, specie quando dagli animaletti protagonisti arrivano piccole lezioni di etica, deliziando col suo citazionismo e con qualche trovata straniante anche i loro accompagnatori, i più grandicelli. Si assiste pertanto a rocambolesche avventure che possono divertire e magari appassionare un po’ al racconto tutte le fasce d’età.

Intelligente, spigliata, anche la relazione col Mito. Il transalpino David Alaux e il suo staff tecnicamente preparatissimo hanno voluto condensare le più famose imprese di Giasone e degli Argonauti, a partire dalla conquista del Vello d’Oro, in un elegante prologo realizzato con gli strumenti di animazione tradizionali. Per tutto il resto si è fatto un buon uso dell’animazione in 3D. Raccontando con brio sia una nuova eroica spedizione di Giasone, personaggio ormai anziano (e un po’ rimbambito per l’età) ma indomito come un tempo, sia la missione di aiuto orchestrata in gran fretta da un altrettanto temerario drappello di piccoli animali, capitanati da una coraggiosissima topolina. Solo l’unione delle loro forze potrà placare la collera degli Dei salvando così Iolco dalla distruzione!

Con sagacia David Alaux ha voluto arricchire le proprie precedenti esperienze di animatore, esperienze di marca “para-disneyana” allorché in Vita da giungla – Operazione tricheco (2013) e Vita da giungla alla riscossa! (2017) protagoniste erano propio piccole creature parlanti, azzardando una narrazione più complessa, stratificata. Con discreto successo, a nostro avviso. Lo schermo così si riempie (anche in modo buffo, alla bisogna) di divinità impazienti e litigiose, di mostruose figure mitologiche come l’Idra e i Ciclopi, di versioni scheletriche degli Argonauti deceduti che vengono qui riportati in vita ricorrendo al potere segreto dei denti di drago, sortilegio già attuato da Cadmo nella tradizione classica. Una situazione, quest’ultima, che è anche sfrontata parafrasi del cult assoluto datato 1963, Gli Argonauti di Don Chaffey, passato alla Storia per gli immaginifici effetti speciali a passo uno di Ray Harryhausen. Non si fanno attendere neanche citazioni musicali dell’A-Team o divertenti parodie dei mafia-movie stile Il Padrino, man mano che l’Epos di fondo si contamina con altre suggestioni. Senza tuttavia che la chiave postmoderna prevarichi mai il gusto di accompagnare l’ormai centenario Giasone, i cadaverici ma vispi Argonauti e quei simpatici alleati pescati con una certa fantasia nel regno animale, verso il coronamento della loro salvifica missione.

Stefano Coccia

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