L’amore non ha età
Nella triste era del trumpismo si sente più che mai la necessità di proclamare a gran voce i diritti umani e di scagliarsi contro ogni qualsivoglia forma di razzismo o emarginazione che sia. Stesso discorso vale per quanto riguarda la difesa dell’ambiente e dell’ecosistema. Ed ecco che anche al cinema – come è stato, ad esempio, durante la 74° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia – i leit motiv della maggior parte delle pellicole di grandi case di produzione sembrano essere proprio quelli sopracitati. Stesso discorso vale per Appuntamento al parco, gradevole commedia, giunta a noi direttamente dalla Gran Bretagna, realizzata da Joel Hopkins, con due grandi protagonisti: Diane Keaton e Brendan Gleeson.
La storia è ambientata nel sobborgo londinese di Hampstead, dove vive Emily, una vedova dell’alta borghesia, sommersa dai debiti del defunto marito. Di fronte casa sua c’è un grande parco, dove si vorrebbero costruire dei grattacieli. Peccato che nel suddetto parco vive Donald, un irlandese che parecchi anni prima ha costruito una baracca sulle rive del fiume e che non ha alcuna intenzione di andare via. Nel momento in cui l’uomo incontrerà Emily, le loro vite cambieranno per sempre.
Una tenera storia d’amore tra due persone che apparentemente sembrano non avere nulla in comune e che già da tempo, ormai, sono entrate nella terza età. Segno che non bisogna mai smettere di sperare e di cercare di essere sé stessi, malgrado il mondo esterno e le mille difficoltà del quotidiano. E, a quanto pare, anche questi temi sembrano avere parecchia presa nell’immaginario di registi e produttori. Basti pensare che solo recentemente sono stati realizzati – nel bene o nel male – lungometraggi come Our Souls at Night, diretto da Ritesh Batra, o The Leisure Seeker, del nostro connazionale Paolo Virzì. Sebbene il tema della terza età sembri far gola già da molto tempo.
Nel caso di Appuntamento al parco, il regista si è ispirato ad una storia realmente accaduta: la storia di un uomo che per anni ha vissuto nella natura in una baracca da lui stesso costruita. È da qui, dunque, che prende il via la singolare storia d’amore tra la borghese Emily e lo pseudo-senzatetto Donald (detto da tutti, appunto, Donald “Tramp”; ogni riferimento..). Una storia, la loro, tenera e delicata. Forse un po’ troppo “idealizzata”, a dir la verità, soprattutto data la portata di ciò di cui si sta parlando. Uno script estremamente semplice, con espedienti comici a volte un po’ forzati (come accade nella scena in cui Donald incontra per la prima volta il figlio di Emily) e, a tratti, con toni quasi favolistici (vedi, ad esempio, la scena del processo allo stesso Donald) risulta, pertanto, eccessivamente debole. Basti pensare, ad esempio, alle soluzioni, quasi affrettate, dei problemi – economici o giudiziari che siano – dei due protagonisti.
Malgrado ciò, c’è da dire che Appuntamento al parco ha dalla sua, come ben si può immaginare, una scelta del cast a dir poco vincente: entrambi, Gleeson e la Keaton, reggono sulle loro spalle l’intero lungometraggio, contribuendo a donargli quella grazia dal tocco a tratti naïf e un po’ british che non guasta mai. Si potrebbe addirittura affermare che i due sono quasi più convincenti dei seppur bravi Donald Southerland ed Helen Mirren nel suddetto film di Virzì. Ma questa è un’altra storia.
Marina Pavido