Papà è in viaggio che spara: uno 007 iberico e suo figlio!
Lo si potrebbe considerare, per certi versi, un succulento antipasto di Mi gran noche, il film di Álex de la Iglesia che verrà proiettato stasera: difatti anche Anacleto, agente secreto – Spy Time giunge a noi dalla Spagna. Ma è soprattutto un certo spirito guascone, scanzonato, a tratti irriverente, ad accomunare il suo regista, Javier Ruiz Caldera, al più famoso connazionale. Tali doti sono emerse con apprezzabile leggerezza la sera del 10 dicembre, allorché Javier, nel presentare al pubblico del XXV Courmayer Noir in Festival il proprio lavoro, ha scherzato un po’ su questo curioso, parodico contrappunto ai film con protagonista 007, per non parlare di quelli alla Mission Impossible; è pero una stralunata versione di tali imprese, la sua, in cui il super-agente di turno devo fare i conti non soltanto con nemici spietati, ma pure con i tagli imposti dalla crisi economica. Satira ruspante della Spagna di oggi, quindi. Ma una simile “attualizzazione” ha origini lontane, considerando che il protagonista è in realtà lo stesso del fumetto creato da Manuel Vázquez Gallego nel 1964.
In questa sua intro Javier Ruiz Caldera, forte di una faccetta buffa e di un atteggiamento simpaticamente goliardico, si è persino rivolto agli spettatori presenti, facendo loro capire che ricevere qui in Italia il Premio del Pubblico non gli dispiacerebbe affatto!
E chissà che il pubblico di Courmayer non voglia accontentarlo (cosa poi regolarmente avvenuta, n.d.r.), considerando che il film in termini di gradevolezza, ritmo e risate ha poi reso quanto ci si aspettava…
In realtà Anacleto, agente secreto sconta forse una partenza un po’ lenta, prevedibile a livello di sketch, in cui la presentazione dei personaggi appare troppo debitrice di altre parodie realizzate, per esempio, nel mondo anglosassone. Fin qui la trovata più simpatica corrisponde senz’altro al piccolo omaggio al fumetto originale, omaggio che si profila quando Anacleto scopre alcuni disegni che lo rappresentano proprio nella cella di Vasquez, il suo storico arcinemico, dalla cui evasione si scateneranno guai a non finire.
Per fortuna i tempi comici e il livello generale della satira sono destinati a crescere inarrestabilmente, durante la visione, grazie anche al curioso scontro di caratteri tra l’ineffabile spia e un figlio alquanto maldestro, almeno all’inizio, che persino nei rapporti con la riottosa fidanzatina sembrerebbe rappresentare bene una generazione alquanto rammollita e spaesata. Con le ragguardevoli punte di irriverenza, raggiunte dal plot quando il gioco si fa pesante e gli stessi rapporti famigliari dei protagonisti vanno in crisi, Anacleto, agente secreto si configura sempre più come una brillante spy comedy in cui gli stereotipi del genere e la specificità spagnola appaiono ben amalgamati. Al risultato, complessivamente buono, contribuiscono sia l’inventiva del giovane autore che gli interpreti stessi, perlopiù bravi e dotati comunque delle facce giuste per i rispettivi ruoli.
Stefano Coccia