Due mondi in uno
Esordire nel lungometraggio con un’opera in grado di affrontare problematiche così consistenti da poter convivere in un numero maggiore di film dimostra, se non altro, una non indifferente dose di coraggio. E ciò va pienamente riconosciuto a Marco Zarrelli, regista di Amor sacro. Un’opera, appunto, che si potrebbe definire incentrata su una sorta di discrasia interiore. Quella che affligge il personaggio principale, Innocenzo (interpretato con buona aderenza al ruolo da Fabrizio Coniglio), monaco cistercense che si illude di trascorrere un’esistenza meramente spirituale, in totale simbiosi con Dio e la Fede nei suoi confronti. Ceramista e decoratore di oggetti sacri, nonché dotato di talento per il canto liturgico, Innocenzo appare in Amor sacro alla stregua di un uomo in costante fuga. Dalla realtà non spirituale che lo circonda, in primo luogo. Zarrelli, anche sceneggiatore, ha l’abilità di tramutare un concetto intimo e personale come la religione in una questione dal carattere universale sulla (im)possibilità di vivere la propria vita estraniandosi da tutto il resto. Quasi un ragionamento filosofico in cui fede e laicità possono tranquillamente definirsi istanze intercambiabili, senza il bisogno di una tonaca per dimostrare la propria diversità dal resto della società. Ma sarà quest’ultima a riportare inevitabilmente Innocenzo nell’agone di una metaforica lotta per la sopravvivenza, distogliendolo da quella ricerca di pace interiore così insistentemente agognata. Anche perché Innocenzo ha una famiglia, due sorelle di nome Anna e Tullia delle quali una in particolare vive un’esistenza “disordinata”. E la voce del sangue, come noto, è sempre difficile da ignorare, specie se messi alle strette.
Girato nella splendida ambientazione dell’abbazia di Fossanova e di alcuni borghi dell’entroterra pontino e ciociaro, nonché in un desueto formato di 1:33 sicuramente adeguato nel rappresentare la tensione soffocante a cui va incontro il protagonista, ma pure esemplare nell’esaltare i grandi spazi dell’abbazia nella quale Innocenzo risiede, a maggior ragione se messi a confronto con la simbolica insignificanza fisica dell’essere umano, Amor sacro presenta una cornice tecnica davvero impeccabile. Si potrà certo discutere sull’effetto didascalico insito in alcune sequenze (tipo quella dell’incontro/scontro tra frate Innocenzo e le due donne omosessuali in lite tra loro) e sul tono generale del film, che in taluni momenti accenna ad un’ironia che in seguito non troverà riscontro. Eppure, soprattutto nella seconda parte con l’avvento di un nuovo personaggio di nome Roberto (reso in maniera eccellente dal sempre misurato Antonio Catania), Amor sacro incrocia i due binari paralleli sino ad allora seguiti dimostrando appieno come mai la vita possa risultare una questione solipsistica bensì sempre una continua interazione con gli altri nella sovente difficoltosa ricerca di un compromesso che riesca a renderla accettabile per tutte le parti in causa. Parimenti al don Giulio dell’indimenticabile La messa è finita (1985) di Nanni Moretti – sia pure con una, assai differente, declinazione narrativa – anche Innocenzo prova a trovare un equilibrio nell’ambito di una situazione inevitabilmente compromessa. Poiché il dolore, nel senso più generalizzato possibile del termine, è costantemente parte inscindibile di un essere umano la cui singolarità può assumere l’aspetto, in taluni casi, di una condanna non irreversibile.
Amor sacro – nonostante alcuni difetti tipici del lungometraggio d’esordio, in primis una durata forse eccessiva con qualche ripetizione non necessaria soprattutto nella prima parte – è comunque un’opera che merita una visione attenta. Auspichiamo dunque per i nostri lettori la possibilità di recuperare una versione home video spartana nei contenuti ma di ottima resa tecnica anche per comprendere come, nel sottobosco delle produzioni italiane a budget limitato, possano annidarsi operazioni che, grazie alla semplice forza di buone idee da sviluppare, evitano di slancio la perniciosa routine che condanna già in partenza il nostro cinema maggiormente in vista. E tale fattore non è affatto da ritenere di secondaria importanza.
Daniele De Angelis
Amor sacro
Regia: Marco Zarrelli
Italia, 2016 Durata: 137′
Cast: Fabrizio Coniglio, Antonio Catania, Tullia Daniele
Audio: Italiano dts 5.1 Sottotitoli: inglese
Formato: 1:33.1 – 4:3 1080p
Extra: Galleria fotografica Distribuzione: Home Movies