Scoprirsi donna e…
Dopo la prima mondiale nella sezione ‘Un Certain Regard’ al Festival di Cannes 2019, l’opera prima di Maryam Touzani è stata selezionata nel ‘Concorso Lungometraggi’ (rientrando pure nella nuova sezione ‘Donne sull’ orlo di cambiare il mondo’) della 30esima edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina. Qui è stato insignito del PREMIO SIGNIS (OCIC e UNDA)assegnato da The World Catholic Association for Communication (giuria composta da Gaetano Liguori, Cristina Beffa, Ana María Pedroso Guerrero, Riccardo Sorbello).
Siamo a Casablanca, la regista di origini marocchine ci fa conoscere immediatamente Samia (Nisrin Erradi), una giovane donna incinta, che cerca disperatamente e, al contempo, con una grande dignità un lavoro, chiedendo in cambio anche solo un posto per dormire; ma non incontra il favore delle persone, anzi. Con la macchina a mano la seguiamo muoversi tra una folla che la inghiottisce e, soprattutto, è come se percepisse su di sé gli sguardi giudicanti di tutti. Dopo aver bussato alla porta di ben due signore proponendosi come colf, giunge da Abla (Lubna Azabal), la quale, come le altre, manifesta una reazione che va sulla difensiva. Come spesso accade, però, i bambini sanno guardare ben oltre le limitazioni degli adulti – sua figlia Warda di 8 anni (resa tenera e tenace da Douae Belkhaouda), infatti, resta visibilmente colpita e la porta a riflettere fino a decidere di ospitarla per due/tre giorni. La diffidenza di Abla – una donna che porta ancora dentro di sé il dolore della perdita dell’uomo che amava – non tarda a manifestarsi, lo esprime con poche parole e un volto segnato da lineamenti duri. La donna, che gestisce un modesto panificio, teme molto il giudizio altrui, tanto che a chi domanda presenta Samia come una sua cugina. La Touzani è molto brava nel costruire, passo dopo passo, il rapporto tra queste due donne sin dalla scrittura (l’ispirazione è arrivata da una storia vera, nda), per poi affidarsi e guidare le interpreti nella resa per lo schermo, con la giovanissima attrice che ha un ruolo chiave insieme a colui che Samia porta in grembo. Tra le qualità di Adam c’è proprio l’abilità nel vincere i pregiudizi trasmessi da una società soprattutto maschilista, imparando ad accettare l’aiuto e a parlare di ferite non rimarginate. Inoltre, Maryam Touzani non perde occasione, nel corso di un racconto che arriva spontaneamente, di denunciare come alle donne non sia permesso – ed è solo un esempio – piangere sulla tomba del proprio marito.
Con una delicatezza che lascia il segno nello spettatore, l’obiettivo della macchina da presa coglie i dettagli, i gesti compiuti in silenzio per conquistare l’amicizia dell’altra mettendo da parte le proprie paure (belle e tocccanti le scene in cui le due donne impastano insieme e un’altra in cui viene coinvolta anche Warda) o ancora come viene rappresentata la reazione di Samia di fronte a suo figlio.
Si può (ri)scoprire il gusto della vita in una società che ha occhi e orecchie per osservare l’altro e non se stessa? Alla visione del lungometraggio una possibile risposta.
Il film sarà distribuito in Italia da Movies Inspired.
Maria Lucia Tangorra