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A Traveler’s Needs

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VOTO: 7.5

La donna del mistero

In molti ricorderanno l’ottimo lungometraggio In Another Country, diretto dal cineasta sudcoreano Hong Sangsoo nel 2012 e con protagonista la sempre eccellente Isabelle Huppert. Tra i nomi più acclamati del cinema francese (e mondiale), l’attrice si è, dunque, anche recentemente ritrovata a lavorare con il regista di Seoul, il quale, a sua volta, è come se avesse voluto realizzare un omaggio proprio a lei. Da questo loro nuovo incontro, così, ha preso vita il lungometraggio A Traveler’s Needs, presentato in anteprima mondiale in concorso alla 74° edizione del Festival di Berlino, dove Hong Sangsoo è ormai di casa (basti pensare che soltanto due anni fa grande successo aveva avuto nella capitale teutonica con il suo The Novelist’s Film).

A visionare il presente A Traveler’s Needs, dunque, si può tranquillamente affermare che ciò di fronte a cui ci troviamo non è soltanto un film con Isabelle Huppert, bensì un film su Isabelle Huppert e per Isabelle Huppert. Per l’occasione, dunque, l’attrice di Parigi ha impersonato il ruolo di Iris, una donna misteriosa, di cui non sappiamo praticamente nulla. Una donna che vive da diverso tempo in Corea del Sud e che per vivere dà lezioni private di francese a due giovani donne. Il suo metodo d’insegnamento è alquanto singolare: niente grammatica, niente vocabolario, ma soltanto alcune frasi scritte su dei piccoli fogli di carta che contengono riflessioni personali e sensazioni espresse dalle studentesse durante una precedente conversazione con lei.
La protagonista trascorre quasi tutto il suo tempo libero in un parco, dove, non appena ne ha l’occasione, si diverte a camminare scalza e a immergere i piedi in un torrente. Di quando in quando ascolta alcune registrazioni tramite un piccolo walkman o, addirittura, si mette a suonare in modo assai maldestro il flauto. Non ha bisogno di null’altro, la nostra Iris, per sentirsi libera e felice. E l’unico suo vezzo è bere, di quando in quando, del makgeolli, tipica bevanda alcolica coreana. Ma quale sarà, di fatto, la sua storia? Come mai ella non racconta mai a nessuno del suo passato?
In A Traveler’s Needs, dunque, Hong Sangsoo ha lavorato principalmente di sottrazione, sia per quanto riguarda lo script in sé (cosa a cui è ormai da anni avvezzo), sia per quanto riguarda la messa in scena (con tanto di musiche ridotte quasi all’essenziale), sia, soprattutto, per quanto riguarda la caratterizzazione di Iris, lasciando semplicemente che lo spettatore potesse concentrarsi sul magnetismo del suo personaggio. Che sul grande schermo viene fuori in tutta la sua potenza comunicativa e in tutta la sua verve. A tal fine, dunque, un andamento narrativo sì dai toni rilassati e contemplativi, ma anche con una certa tensione di fondo dovuta al fatto che noi stessi non sappiamo cosa la donna nasconda, si è rivelata la giusta soluzione per mettere in scena una storia semplice e complessa allo stesso tempo. La storia di una donna come tante che, probabilmente, tutto ciò di cui ha bisogno è la sua libertà e l’affetto di chi le sta intorno.

Marina Pavido

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