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Triple Frontier

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VOTO: 7.5

Non solo azione

Triple Frontier è un film che va visto perché è un film che va oltre il classico cliché action in cui si può ascrivere nei primi minuti di pellicola. Il film, prodotto da Netflix, è uscito sulla piattaforma streaming il 13 marzo 2019 ed è destinato a restare impresso nelle menti di chi lo vedrà. Ma andiamo con ordine: il film è un mix di azione unite alle ambientazioni e alla trama da thriller militare. E’ un lungometraggio ben strutturato e girato bene, un plauso meritevole va alla regia di J.C. Chandor, giunto al suo quarto lungometraggio dietro la macchina da presa. La trama narra di un gruppo di ex membri di forze speciali americane, guidate dal veterano Santiago “Pope” Garcia (lo stacanovista Oscar Isaac, finalmente in un’interpretazione notevole), con lo scopo di rapinare un pericolo signore della droga colombiano. Pope e il suo team -composto da Redfly (Ben Affleck), Ironhead (l’ex capo hooligans Charlie Hunnam), Benny Miller (Garrett Miller) e Catfish (Pedro Pascal) – pianificheranno la rapina nei minimi dettagli per poi portarla a termine. A seguito dell’operazione compiuta dai ragazzi, il film cambia radicalmente diventando un survivor-novie (una sorta di caccia all’uomo) ma, durante il percorso di allontanamento dalla zona di guerra, ogni membro della squadra farà i conti col proprio passato e con il proprio essere interiore che farà emergere loro ricordi oscuri di ciò che erano una volta.
Il percorso di realizzazione del film, ha subito diverse variazioni e diversi cambi di cast, prime che il progetto venisse acquistato da Netflix, azzerato e riscritto da Mark Boal (Premio Oscar alla miglior sceneggiatura nel 2010 con The Hurt Locker di Katherine Bigelow, che qui funge da produttrice), e girato tra le Hawaii e la Colombia. Come già sopracitato, l’interpretazione di Oscar Isaac è di grande spicco ma anche i suoi colleghi di set lasciano un forte impatto sul pubblico che seguirà con grande attenzione il viaggio della squadra. Triple Frontier è un film molto simile a quello diretto da Katherine Bigelow, cioè The Hurt Locker appunto, che racconta le gesta eroiche di soldati (in questo caso di “privati imprenditori”) ma anche i loro tumulti interiori arrivando a farli emergere agli occhi dello spettatore. E’ un film abbastanza dinamico nei primi 30 minuti di visione, poi tende a diminuire l’intensità per lasciare spazio ad un dramma psicologico che giungerà fino al termine della visione. Un’opera ben orchestrata e gestita che terrà la gente incollata sugli schermi per tutta la durata del film. Nonostante il progetto non fosse nato sotto una buona stella, alla fine il film risulta molto soddisfacente e interessante. Triple Frontier non è il classico film d’azione; contiene tutto il materiale necessario per esserlo ma poi cambierà inavvertitamente volto e diventerà un’opera molto più profonda. Il film di Chandor ha due facce, destinate entrambe a mantenere un elevato standard tenendo anche conto della lunghezza del film. Una pellicola ben architettata e gestita, della quale non si può non consigliarne la visione.

Stefano Berardo

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