Salento Finibus Terrae Film Festival 2015: Grotte di Castellana
Da itinerante qual è, il Salento Finibus Terrae Film Festival continua la sua marcia e da San Vito dei Normanni si sposta in quel delle Grotte di Castellana per la seconda tappa della sua 13esima edizione. La carovana guidata dal direttore artistico Romeo Conte approda nella suggestiva cornice del noto sito speleologico delle Murge, espatriando di fatto in terra barese per una data secca, quella del 22 luglio. Una tappa, questa, che dal punto di vista della programmazione si preannuncia davvero interessante e di altissima qualità, con una serie di opere che si muovono sulla lunga e sulla breve distanza.
A calamitare l’attenzione è ovviamente l’appuntamento di prima serata con l’esordio dietro la macchina da presa dell’attore Mimmo Mancini dal titolo Ameluk, presentata fuori concorso alla presenza del regista e di alcuni membri del nutrito cast. Tragi-commedia degli equivoci, la pellicola ci catapulta in quel di Mariotto, un minuscolo paese della Puglia, dove tutto è pronto per la Via Crucis, ma l’interprete di Gesù, il parrucchiere Michele, si siede per sbaglio sulla corona di spine. È l’inizio del calvario. Il tecnico delle luci, Jusef, detto Ameluk, è mandato inconsapevolmente allo sbaraglio dall’amico parroco per sostituirlo nel ruolo di Cristo, ma è un musulmano. La notizia desta scalpore e fa il giro del mondo e l’opinione pubblica del piccolo paese pugliese si spacca in due. Personaggi e momenti a volte esilaranti, calati in un’atmosfera variopinta, fanno da sfondo alle disavventure del povero Ameluk, che tra un colpo di scena e l’altro cercherà, a suo modo, di riportare la pace nel paese.
L’antipasto della prima serata non è da meno, tanto che consigliamo caldamente di non perdere la selezione di cortometraggi presenti nello slot delle 18, appartenenti alla sezione competitiva Ambiente, che conferma l’attenzione degli organizzatori della kermesse salentina nei confronti di temi universali come quello che viene raccontato per immagini e parole da opere del calibro di Thriller, Wonderful World e The OceanMaker. Si tratta di un tris eterogeneo di opere, caratterizzato da stili e tecniche diametralmente opposti che restituiscono alla platea di turno modi diversi di fare e concepire la Settima Arte alle diverse latitudini. Nel primo, fresco vincitore del David di Donatello di categoria, Giuseppe Marco Albano racconta la storia di Michele e di un sogno, quello di ballare in televisione come il suo idolo Michael Jackson. Il giorno del provino, però, a Taranto c’è la mobilitazione per la chiusura della fabbrica dove lavora il padre. Per non rinunciare al suo sogno dovrà aguzzare l’ingegno. Dall’Italia ci spostiamo poi alla Russia dove troviamo il drammatico film firmato da David Saveliev, mnemonico mash up che si propone come commento per immagini all’omonima canzone scritta da Bob Thiele e George David Weiss, diventata celebre per l’indimenticabile interpretazione di Louis Armstrong. Per chiudere in bellezza con l’animazione made in Usa del pluri-premiato corto scritto e diretto da Lucas Martell, nel quale una coraggiosa aviatrice combatte contro gli infidi pirati dei cieli per il controllo dell’ultima rimanenza d’acqua dopo la scomparsa dei mari, ossia le nuvole.
Francesco Del Grosso