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Bumblebee

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VOTO: 7.5

Un maggiolino giallo tutto matto

Il sesto capitolo della saga cinematografica di Transformers, i giocattoli creati dalla casa giapponese Takara i cui diritti di distribuzione sono passati poi nelle mani della Hasbro che ne ha espanso lo sfruttamento ad altri media, è stato ufficialmente cancellato dalla Paramount. L’uscita era stata fissata per il giugno 2019, ma il dietrofront della casa di produzione a stelle a strisce ha definitivamente messo in archivio la pratica, nonostante quello in questione sia stato uno dei franchise cinematografici di maggior successo nell’ultimo decennio. Tuttavia, la cancellazione del suddetto capitolo non ha messo la parola fine alle avventure dei robot guerrieri sul grande schermo, poiché negli uffici della Paramount si è pensato immediatamente ad una contromossa che risponde al titolo di Bumblebee, con il quale si è aperta di fatto una nuova fase per il franchise.
Quello affidato a Travis Knight, nelle sale nostrane con 20th Century Fox a partire dal 20 dicembre, è diventato a tutti gli effetti il sesto capitolo della saga e al contempo un reset che riavvolge le lancette dell’orologio. Trattasi dunque di un prequel della saga e contemporaneamente di uno spin-off che ha come unico protagonista l’Autobot ricognitore Bumblebee, che non segue in maniera lineare gli eventi di Transformers – L’ultimo Cavaliere esplorando invece un periodo antecedente di 20 anni il primo atto. Siamo, infatti, nel 1987 e il protagonista durante la sua fuga da Cybertron, dove infuria da secoli una guerra tra due fazioni avversarie, ossia gli Autobot guidati da Optimus Prime e i Decepticon guidati r Megatron, trova rifugio in una discarica in una piccola città balneare della California. Charlie, alla soglia dei 18 anni e alla ricerca del suo posto nel mondo, lo trova sfregiato dalle battaglie e inutilizzabile e quando lo fa rivivere, capisce subito che non si tratta di un normalissimo VW bug giallo. Da lì i due dovranno vedersela con una pattuglia di Decepticon inviata sulla Terra per annientare Bumblebee e scoprire dove si nascondono gli altri Autobot sopravvissuti. Il tutto con la complicità del Settore 7, il servizio segreto americano creato per intercettare e distruggere minacce extraterrestri.
Fatta chiarezza sul contesto produttivo e sui nuovi scenari narrativi, Bumblebee si è rivelata un’autentica e gradita sorpresa per i nostri occhi, del tutto inaspettata perché carica di quei pregiudizi e di quello scetticismo che normalmente accompagnano i momenti che anticipano la visione. Quest’ultima però ha spazzato via tutto con un secco colpo di scopa, regalando agli scettici di turno – noi compresi – un fanta-action che a sequenze di body combact di tutto rispetto (da quella nel bosco alla resa dei conti finale nel porto), più vicine per approccio a Real Steel che a Pacific Rim o ai precedenti capitoli di Transformers firmati da Michael Bay, ha affiancato una buona dose di humour che ha reso l’esito ancora più gradevole e spassoso. Senza dimenticare quella patina anni Ottanta spalmata copiosamente sulla timeline tanto nelle ambientazioni quanto nella colonna sonora, che dona al tutto quella vena nostalgica e citazionista che fa sempre presa su quegli spettatori che la rimpiangono. Ed è così che davanti ai duetti tra il giocattolone e la diciottenne Charlie è impossibile non ripensare a quelli tra E.T. ed Elliott nel capolavoro spielberghiano o quelli tra Billy e Gizmo in Gremilins.
Insomma, Knight è riuscito a fare centro, mescolando in maniera efficace generi, citazioni, immaginari, suggestioni e toni, quanto basta per ridare uno slancio ad una saga che, nonostante l’aumento della componente spettacolare, stava prosciugando le poche risorse narrative e drammaturgiche ancora a disposizione. Da questo punto di vista, l’avere riavviato un motore ormai ingolfato, cambiando pezzi e puntando sul personaggio più interessante della serie (voci di corridoio dicono che sia stato guarda caso il produttore esecutivo Steven Spielberg a suggerire la mossa da fare), ha permesso al progetto di ripartire a pieni giri. L’introduzione dell’elemento comico è stata la ciliegina sulla torta, con Christina Hodson che in fase di scrittura ha saputo infarcire la torta con i giusti ingredienti. Per i più curiosi segnaliamo che a prestare la voce a Bumblebee nella versione italiana è lo Zar Ivan Zaytzen. Si proprio lui, l’opposto della nazionale italiana di volley.

Francesco Del Grosso

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